“E’ da qualche anno, da semplice agronomo, che sostengo che i costosi lavori della provincia di Fermo eseguiti a seguito delle calamità naturali lungo i corsi d’acqua dei fiumi Ete, Aso e Tenna erano concettualmente sbagliati. Gli interventi di centratura del fiume, di riprofilatura degli argini e la cattiva qualità della terra utilizzata per la ricostituzione degli argini sono la causa della distruzione dei corsi d’acqua stessi, in particolare per l’Ete Vivo”. Inizia così’ la segnalazione dell’ex consigliere provinciale e sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio che si concentra sulla situazione dell’Ete Vivo.
Secondo Di Ruscio infatti: “L’aumento della portata d’acqua del fiume, a seguito dei lavori suddetti ha provocato la lesione e distruzione di alcuni ponti , la distruzione degli argini e la scomparsa di decine di ettari di pregiato suolo agricolo e tanto altro ancora. Ora tocca al CIIP. In zona Ete Caldarette è saltata la nuovissima fognatura recentemente realizzata e l’erosione sta interessando anche la condotta del ‘Pescara’ nonché, come già segnalato lo scorso anno, anche lo stesso ponte. Spero che qualcosa si faccia di concreto per questo territorio, lo merita“.
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