Dopo l’udienza dello scorso 24 gennaio nella quale è arrivata la richiesta, da parte di una socia Coop, di costituirsi come parte civile in merito alla vicenda di Via Respighi (leggi l’articolo), la Coop Alleanza 3.0 desidera intervenire nuovamente sulla vicenda, evidenziando un possibile conflitto.
“Per offrire una visione più completa della vicenda – si legge nella nota ufficiale diffusa da Coop Alleanza 3.0 – è utile infatti ricordare che esistono due procedimenti giudiziari pendenti al Tribunale di Fermo. Un primo processo, nel quale è stata riconosciuta la legittimazione della Cooperativa a costituirsi parte civile per i reati di tentata concussione e corruzione contestati ad alcuni funzionari comunali e politici, tra i quali Andrea Morroni, e finalizzati ad impedire, tra gli altri, la realizzazione del supermercato Coop di Fermo. E un secondo processo, per lottizzazione abusiva, nel quale i dirigenti Coop sostengono, tramite i loro legali, di aver agito in conformità ai permessi ottenuti dallo stesso Comune. Gli articoli usciti fanno riferimento solo a questo secondo processo; tuttavia, la mancata connessione tra i due procedimenti può far perdere di vista il fatto che Coop si trovi ingiustamente in questa posizione spiacevole e fonte di danni, pur essendo parte lesa”.
Coop Alleanza 3.0 che spiega come: “Gli articoli riferiscono anche della richiesta della signora Roberta Morroni di costituirsi parte civile nel processo per abusi edilizi poiché ‘danneggiata’ dai fatti accaduti, in qualità di socia della Cooperativa. Questa notizia apre un’ulteriore connessione: la signora Morroni, infatti, è legata da un rapporto di stretta parentela, si tratta della sorella, con l’ex consigliere comunale Andrea Morroni, che è tra gli imputati del primo processo per tentata concussione e corruzione ai danni di Coop Alleanza 3.0, con un ruolo che, secondo le risultanze istruttorie, pare essere di rilievo non secondario. Coop Alleanza 3.0 non trascurerà di far valere nelle sedi opportune l’inconsistenza tecnica di questa richiesta. Resta comunque sorprendente e significativo che sia proprio la sorella di un imputato nel primo processo a sostenere di avere subito un danno. È invece la Cooperativa, e cioè l’insieme dei suoi soci, ad aver riportato un gravissimo danno, sia economico sia di immagine, non avendo potuto portare a termine i lavori del nuovo punto vendita, con ripercussioni anche sulle persone che avrebbero dovuto lavorare nel negozio, sull’indotto e su tutti i consumatori del territorio. Coop Alleanza 3.0 è sicura di avere operato nella vicenda in modo corretto e del tutto trasparente, e spera di poter fare chiarezza in merito dopo un iter amministrativo durato oltre 22 anni”.
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