di Alessandro Giacopetti
Restituita alla città dopo 30 anni San Filippo Neri, al termine di lavori di recupero e ristrutturazione con la navata centrale utilizzata per convegni, conferenze e eventi espositivi.
Un risultato frutto di azioni congiunte contributi di soggetti pubblici e privati, come la Soprintendenza, la Regione Marche, il Comune di Fermo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, il Fondo Ambiente Italiano che ha contribuito al restauro del portale esterno in pietra d’Istria, il Rotary che ha finanziato il restauro della tempera grassa alla destra dell’altare, il “Battesimo di Cristo” di Cesare Biscia ed il Lions Club, con il restauro eseguito da Pierluigi Nardinocchi del portone in legno di noce realizzato dall’ebanista fermano Giovanni Mestichelli alla fine del ‘600.
Prima della apertura della mostra “Rubens e altri capolavori nella chiesa di San Filippo a Fermo” le autorità si sono ritrovate nella sala consiliare della Camera di Commercio di Fermo dove, Paolo Calcinaro ha dichiarato “finire questo lavoro iniziato alcune amministrazioni fa può essere definito uno dei traguardi della nostra azione amministrativa, dopo un partenariato con vari soggetti”. Poi un riferimento al sisma 2016: “Un anno fa, il 24 agosto, eravamo proiettati in una visibilità e quantità di turisti mai visti prima – ha detto ancora Paolo Calcinaro, il sindaco di Fermo – poi il sisma ci ha messo in difficoltà con un brusco stop. Questa riapertura che riporta il Rubens nella sua sede originale dove era stato rinvenuto è per noi un segno di forte volontà di ripartenza che conferisce maggiore importanza. Grazie agli uffici comunali, il settore Cultura e l’ufficio tecnico”.
Graziano di Battista presidente della Camera di Commercio di Fermo lo ha definito “un momento in cui il territorio si ingegna, cerca soluzioni e ha voglia di andare avanti”, mentre Francesco Trasatti, assessore alla Cultura ha ricordato che “tutto è iniziato due anni fa con il prestito dell’Adorazione dei pastori del Rubens a Milano e poi l’esposizione a Roma nel complesso di San Salvatore in Lauro grazie al Pio Sodalizio dei Piceni e all’Arcidiocesi. Alleato fondamentale di questo percorso è stata soprattutto la Soprintendenza all’archeologia, belle arti e paesaggio delle Marche, rappresentata da Carlo Birrozzi”. “E’ stato un anno molto duro e questa è una occasione molto importante. Dopo il sisma – ha ricordato Birrozzi – non abbiamo fatto altro che chiudere monumenti, ricoverando opere in altri luoghi. Questa invece è una occasione particolarmente felice perché riapriamo un luogo contenente capolavori artistici”.
Dopodiché ci è spostati all’interno di San Filippo Neri dove da oggi sono esposti l’Adorazione dei Pastori, di Pieter Paul Rubens, la Pentecoste di Lanfranco, l’Assunzione della Vergine del XVII secolo, la Natività di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccio, proveniente da Santa Maria del Carmine, e l’Adorazione dei pastori di Pietro da Cortona, della Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma. “Rubens e altri capolavori nella chiesa di San Filippo a Fermo”, è realizzata con il sostegno di Mibact – Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, Regione Marche, Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, Pio Sodalizio dei Piceni, Camera di Commercio di Fermo, la collaborazione dell’Arcidiocesi di Fermo e l’organizzazione di Civita Mostre, e rimarrà aperta fino al 5 novembre.
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