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Sgarbi presenta i cataloghi di Ligabue e Pende: «Per la prossima stagione penso ai veneti»

FERMO - «L'idea di prorogare la mostra, auspico fino ad oltre il 9 giugno, è vincente. In primavera arrivano persone vogliose di sentire l'anima segreta delle Marche. Meditavo di portare qui, per la prossima stagione, dei campioni di pittura veneta nelle Marche, di quei grandi artisti come Crivelli e Lotto, per alcuni di loro questo è stato luogo di vita e di morte, senza perdere nulla del loro essere veneti. Potrebbe essere un progetto di non troppe opere ma fatto di capolavori che attestano il dialogo fra i due luoghi».

Ritorno a Fermo al Teatro dell’Aquila per Vittorio Sgarbi, intervenuto ieri pomeriggio per presentare il catalogo delle mostre parallele di Antonio Ligabue e Giuseppe Pende, da lui stesso curate. Un rinnovato saluto il suo, nella veste di professore di storia dell’arte. Ancora una volta infatti ha deliziato la platea con la sua ampia digressione ad elogio dei due artisti soffermandosi sulla loro perfetta complementarietà. Sono stati prorogati i termini dell’ esposizione fino al 2 giugno e da oggi saranno disponibili ed acquistabili anche i due cataloghi dedicati agli artisti in mostra. Sul palco, oltre a Sgarbi, presenti l’assessore alla cultura Micol Lanzidei ed il sindaco Paolo Calcinaro. «Volevo ringraziare il professor Sgarbi per come ha adottato questa città, con la quale c’era una legame senz’altro fin dal prestito del Rubens. I numeri ci danno ragione in due anni di mostre – afferma – un successo senz’altro meritato per Fermo. Questo è il percorso che abbiamo fatto fino ad oggi e le presenze dimostrano che è stata una scelta vincente, ossia puntare sul percorso culturale, portando tanti visitatori e turisti a Fermo. La mostra sarà prorogata e si avrà dunque per un altro mese la possibilità di ammirare i capolavori di Pende e Ligabue. Vorrei dire sinceramente grazie del fondamentale apporto al professor Vittorio Sgarbi».

In seconda battuta è stata l’assessore alla cultura Micol Lanzidei ad evidenziare come si siano create numerose «connessioni, in uno scambio di bellezza e conoscenza» e di quanto questo abbia reso un po’ tutti “ministri della cultura”, ambasciatori del “bene e del bello”: «Vorrei dare un calorosissimo benvenuto a tutti e ringraziare il professore che ogni volta ci illumina con le sue parole. Credo che stiamo vivendo un tempo straordinario, per l’effetto travolgente e trasversale che sta avendo questa attività culturale sulla città. Stiamo lavorando intensamente e cercheremo di farne un punto di riferimento attorno ad una strategia di rilancio e sviluppo culturale». 

 

E’ poi arrivato il momento sul palco del teatro dell’Aquila, del professor Sgarbi, il quale ha preso la parola e con dovizia di particolari illustrato i due cataloghi, ricalcando quanto presentato già lo scorso dicembre all’inaugurazione delle due esposizioni parallele di Pende e Ligabue. Ha ribadito ancora una volta l’affinità dei due artisti per la devozione nei confronti della natura, pur nella loro opposta visione della stessa. Le prime parole però sono state tutte di elogio per le Marche: una regione «plurale, né maschio né femmina» dove nonostante i vari incarichi ricoperti nella sua vita, ha ricevuto la cittadinanza onoraria ed ogni volta al suo ritorno si sente a casa in «un luogo della mia vita e della mia memoria» ammette il professore: «L’idea di prorogare la mostra, auspico fino ad oltre il 9 giugno, è vincente. In primavera arrivano persone vogliose di sentire l’anima segreta delle Marche – le parole di Vittorio Sgarbi – Meditavo di portare qui, per la prossima stagione, dei campioni di pittura veneta nelle Marche, di quei grandi artisti come Crivelli e Lotto, per alcuni di loro questo è stato luogo di vita e di morte, senza perdere nulla del loro essere veneti. Potrebbe essere un progetto di non troppe opere ma fatto di capolavori che attestano il dialogo fra i due luoghi».

Insomma uno Sgarbi con lo sguardo già proiettato al futuro, rivolto al prossimo anno, con il benestare dell’amministrazione comunale, sempre ben lieta di accoglierlo fra le proprie mura. Ed è tornato allora ad illustrare dopo un breve preambolo, le numerose qualità dei due artisti e lo spessore culturale delle loro opere, che si fanno vere e proprie esperienze sensoriali contrapposte eppure così simili nell’avere. Per Ligabue vi è la natura come fonte di ispirazione totale nella quale riconoscersi, confrontarsi, rispecchiarsi. L’artista ci si vede ogni volta diverso (come negli autoritratti). Un autore, Ligabue, di cui si conosce tutto, che ha ottenuto successo in vita e dopo la morte, a dispetto del suo disagio psichico e del suo essere un personaggio primitivo e bizzarro. Dall’altra parte vi è un artista sofisticatissimo, Pende, praticamente uno sconosciuto nella sua città: «Le cui opere possono senza dubbio andare altrove, farsi conoscere. Il suo magistero è talmente evidente – ha proseguito Vittorio Sgarbi – che non può chiudersi in una dimensione provinciale. Non è il successo il suo obiettivo, ma trasmettere quello che ha sentito, in un luogo che gli somiglia. Potete essere orgogliosi di questo pittore che poteva sembrare appartato ma che godeva soltanto dell’umiltà ed aveva l’orgoglio di mostrare che la pittura è un impegno profondo in grado di mettere in dialogo con la natura e con Dio».

Ancora un mese dunque per visitare una mostra di altissima caratura, capace ogni volta di trasmettere emozioni distinte, opposte ed assolutamente di grande intensità. 

 

Laura Cutini 

 


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