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Piazza Torino, il commercio cede il passo. In poco più di un anno chiusi sette negozi

PORTO SAN GIORGIO - Sette attività commerciali hanno chiuso i battenti a Piazza Torino in poco più di anno. Diventano nove se andiamo indietro di almeno tre anni. Tre soltanto le nuove aperture. Un saldo negativo che fa sprofondare nel buio il commercio nel quartiere nord.

Sette attività commerciali hanno chiuso i battenti a Piazza Torino in poco più di anno. Diventano nove se andiamo indietro di almeno tre anni. Tre soltanto le nuove aperture. Un saldo negativo che fa sprofondare nel buio il commercio nel quartiere nord. Sempre più residenziale, come confermano i prezzi di vendita delle abitazioni, sempre meno attrattivo per il commercio. Lo spopolamento, a dire il vero, è iniziato prima del Covid. Mano a mano hanno chiuso i battenti un negozio di casalinghi, la macelleria, l’edicola, una boutique, la pescheria e l’elenco potrebbe continuare. Serranda giù, in ordine temporale, anche per lo storico minimarket. In qualche caso, a pesare, i costi degli affitti dei locali che restano elevati a fronte di margini di profitto erosi dalla crisi. Insomma si spende di meno e le famiglie prediligono i centri commerciali. Tradotto, un operatore commerciale guadagna di meno (e qualcuno potrebbe liquidare il tutto con la consueta sintesi del “rischio d’impresa”) ma i costi e le spese che deve affrontare, l’affitto ad esempio, restano invariati se non addirittura tendenti all’aumento.

Le “botteghe” di una volta sono così sempre più a rischio chiusura. Anche in un quartiere densamente popolato che di servizi avrebbe comunque bisogno. Segnali che non possono lasciare indifferenti neanche gli amministratori comunali. Se in via Mazzini altre tre attività sono sparite nel giro di pochi mesi ed una quarta lo farà a breve in viale Don Minzoni, c’è evidentemente qualcosa che non va e a perdere è il tessuto commerciale cittadino, il più importante economicamente parlando dopo il turismo. Peraltro, tornando al caso di piazza Torino, quando un quartiere si spopola, seppur lentamente, di attività commerciali, va da sé che anche i prezzi degli appartamenti rischiano di subire in prospettiva delle flessioni. Non a tutti piace un quartiere dormitorio. Il mercato immobiliare infatti nella sua offerta tiene conto della presenza di servizi più o meno necessari ai residenti come potrebbero essere la farmacia piuttosto che un supermercato. Questo il quadro, dunque, che non lascia margini per un rinvio. Sarebbe forse utile sedersi allo stesso tavolo, categorie, operatori, amministratori e pianificare, ciascuno nel rispetto delle proprie competenze, un piano di sostegno al commercio sangiorgese.

Sandro Renzi


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