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Sanità e “caso Amandola” nel mirino del Pd. Del Monte: «Fermano ancora isolato, colpa della riforma voluta dalla destra»

AMANDOLA - Sanità nel mirino del Pd. Il "caso Amandola" diventa l'occasione per una dura critica che i dem del Fermano rivolgono alla giunta regionale ed alle scelte che hanno portato alla riforma della sanità nelle Marche. «Come Pd avevamo da tempo preannunciato che i territori, segnatamente quello Fermano, avrebbero pesantemente sofferto l’inadeguatezza d’una gestione della sanità da parte della destra» tuona Alessandro Del Monte, commissario Pd Amandola.

Sanità nel mirino del Pd. Il “caso Amandola” diventa l’occasione per una dura critica che i dem del Fermano rivolgono alla giunta regionale ed alle scelte che hanno portato alla riforma della sanità nelle Marche. «Come Pd avevamo da tempo preannunciato in ogni dove, dal partito regionale, al provinciale e con tutti gli amministratori, consiglieri regionali e comunali che i territori, segnatamente quello Fermano, avrebbero pesantemente sofferto l’inadeguatezza d’una gestione della sanità da parte della destra come mai i marchigiani si fossero trovati a fronteggiare. La questione del personale sanitario di Amandola che dovrebbe transitare da medicina al Pronto Soccorso per far fronte alle ferie estive degli operatori, che sia un travaso temporaneo o trattasi di qualsivoglia espediente, altro non certifica se non il nulla di fatto in quasi quattro anni, non quattro mesi, nell’affrontare le sostanziali prospettive, peraltro note».

Inizia così l’intervento di Alessandro Del Monte, commissario politico Pd Amandola e componente Segreteria Pd Marche. «Si è prodotto un tangibile peggioramento, una riforma sanitaria con aziendalizzazione spinta in autarchia che ci ha condotti alle Ast (Azienda Sanitaria Territoriale), ciascuna nell’autonomia con ciò che di fatto finanziariamente già si aveva, ma con meno flessibilità e possibilità di compensare carenze rispetto a prima da parte di quelle che erano le Asur. Altro che autonomia differenziata. Un piano socio-sanitario, a seguire, senza alcuna organica programmazione finanziaria, nessuno studio e concreta pianificazione delle reali istanze territoriali. Senza aver prima quantomeno riequilibrato le disparità di budget procapite per ciascun cittadino marchigiano sul territorio regionale. Dopo una campagna elettorale alle ultime regionali dove la destra demagogicamente lusingava con una sanità del bengodi, l’amara verità è una difficoltà attuale ad accedere alle cure programmate. Figurarsi la fondamentale implementazione del personale socio-sanitario nonché la riduzione delle oramai insormontabili liste d’attesa, da smaltire anzitutto nel nuovo contest locale delle Ast, per non parlare della medicina territoriale quasi una chimera» scrive del Monte che aggiunge «abbiamo assistito con la riforma ed il Pssr alla prima manifestazione di populismo sanitario in ambito regionale, dove i desiderata alla rinfusa recepiti dalla Giunta regionale, servono esclusivamente a scavallare la legislatura. La salute è questione troppo seria per affidarla di fatto soltanto alle tasche di chi può permettersela nel privato. Ecco da dove arrivano le problematiche sulla sanità amandolese e dell’area montana. Non una complicazione passeggera, una difficoltà momentanea, ma lo specchio di una crisi di sistema peggiorato da una pessima riforma e da una pessima riorganizzazione».

Il Pd si allinea sulla posizione espressa dai sindacati, Cgil in primis, quando affronta il “caso Amandola”. «Troveranno la nostra piena collaborazione nell’eventuale mobilitazione che verrà decisa. Le reazioni della destra poi sono sempre le medesime in ogni settore ed ambito del Paese , contrattaccare e minimizzare. Cogliendo l’occasione di augurare a lui e alla sua Giunta, ai componenti del Pd in primis, così come a tutta la squadra ancora una buon lavoro, disse bene a suo tempo il rieletto sindaco Marinangeli, con la più recente eco del consigliere di Fermo Nicolai, che il Sindaco Calcinaro, oltre a quello di primo cittadino, eserciti finalmente e con continuità il suo ruolo, ancora di diritto in atto, di presidente della conferenza provinciale dei sindaci (rammentando essere inoltre Vicepresidente della Provincia e dell’Anci Marche), in tal modo conducendo oltretutto la città capoluogo ad uscire dall’isolamento, al fine di restituirle il compito cui dovrebbe assolvere, ovvero quello di città capofila».

S.R.

 


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