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«Ondate di calore, in alcuni reparti e luoghi di lavoro dell’Ast situazione al limite» La denuncia di Donati (Cisl)

FERMO - «La Cisl Fp non si fermerà davanti all’eventuale inerzia della Ast in  materia di rispetto delle norme sulla sicurezza riguardo alla prevenzione di infortuni per le  eccessive temperature. La direzione è già stata avvertita. Se non ci saranno interventi, saranno  chiamati in causa i livelli di controllo interni ed esterni con appropriate denunce volte a verificare il  rispetto delle norme di sicurezza in base al decreto 81/2008».

Giuseppe Donati

«Ogni estate che arriva è sempre peggio. La denuncia diventa più forte, la situazione legata alle  ripetute ondate di calore unite all’assenza in molti ambienti di lavoro dell’ospedale di Fermo, di  alcuni uffici amministrativi e del Dipartimento di Prevenzione, di impianti di condizionamento per  rendere sopportabile le temperature interne, sta diventando incompatibile con il rispetto delle  norme del decreto 81/2008 sulla scurezza quindi rischiosa». E’ quanto segnalato, con una nota stampa, da componente del comitato di reggenza Cisl, Giuseppe Donati.

«La Cisl Fp anche negli anni passati aveva sollevato il problema soprattutto per quanto riguarda  operatori e pazienti che devono stare nei reparti dell’Ospedale ed ambulatori limitrofi non dotati di  impianto di condizionamento. In alcuni di questi ambienti, nei periodi estivi con temperature  africane, doverci stare come pazienti e lavorarci, è un’impresa eroica. Difficile pure lavorare, causa i  picchi di calore sempre più intensi, negli uffici con posizionamento lato est che in alcune ore della  giornata diventano veri e propri forni.  Incomprensibile la ratio con cui negli anni si è gestito il problema sempre più dirimente, della  garanzia del rispetto delle norme sulla prevenzione e sicurezza in materia di microclima all’interno  dell’Ospedale Murri e negli altri ambienti della Ast di Fermo. Il modus di chi ha deciso ed  eseguito lavori di ristrutturazione all’interno dell’Ospedale, del poliambulatorio e degli uffici ha  creato una sorta di luoghi di serie A e di serie C. Sussistono infatti a pochi metri di distanza tra loro,  luoghi di cura e di lavoro climatizzati ove a pazienti ed operatori viene garantito i rispetto di un  microclima nei limiti delle attuali norme sulla sicurezza ed altri in cui la temperatura interna è  costantemente sopra i 30 gradi, sfiorando i 40 durante i picchi di calore estivi. In questi luoghi vi  sono concreti rischi per i malati ricoverati ed utenti che si sottopongono a prestazioni ambulatoriali  ma anche per operatori o dipendenti che vi lavorano. Notizia di qualche giorno fa, di una  dipendente che ha dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso per un colpo di calore. A tutto questo, guarda caso, fa da contraltare l’amara costatazione, che ci riporta ai primi del ‘900 e  alla storia delle discriminazioni tra classi sociali, che tutti i direttori, dirigenti vari della scala  gerarchica della Ast (compresi gli ultimi arrivati), lavorano comodamente in uffici adeguatamene  climatizzati mentre “gli altri” a 37 gradi  centigradi. La Cisl Fp ha denunciato quella che reputa una scarsa attenzione al benessere lavorativo da parte delle varie direzioni  che si sono succedute negli anni a capo della Ast e torna a farlo perché sono inaccettabili alcune  situazioni anche di disparità di condizioni di lavoro o di offerta alberghiera. Si passa da reparti o  ambulatori condizionati e con filodiffusione interna a reparti da terzo modo a 35 gradi interni. Tutto questo mostra una certa indifferenza ai problemi della sicurezza e al rispetto di condizioni di  lavoro decenti. Va detto che in molti dei luoghi in cui non esiste un impianto di climatizzazione, sono  presenti per ovvi motivi, farmaci e presidi che dovrebbero essere mantenuti a temperature di  molto inferiori a quelle che si raggiungono nelle giornate estive, con il rischio di degrado. Difficile  provvedere adesso di fretta e furia a tutto questo ma certamente sono inaccettabili le scuse  addotte dai tecnici o dalla direzione, sull’impossibilità di collocare sistemi refrigeranti in quelle  situazioni, ampiamente denunciate anche da questa Organizzazione Sindacale, ove non è più  rinviabile un adeguato intervento. Vanno programmati i lavori per il condizionamento generale adesso per la prossima estate, stanziando le risorse e avviando i percorsi necessari». 

Ma per Donati non finisce qui: «A proposito di inadempienze della Ast rispetto a quanto previsto dal decreto 81/2008, a causa dei  mancati interventi strutturali mai eseguiti negli anni, i locali spogliatoio del personale sono ancora in gran parte sprovvisti di docce interne per garantire almeno l’adeguata igiene del personale  turnista, che a fine orario di servizio, dopo aver lavorato a temperature elevate, avrebbe diritto di  potersi adeguatamente lavare prima di indossare il proprio vestiario. Siamo a questi livelli. E’ pure difficile, ove la tipologia di servizio lo consentirebbe, reimpostare turni di lavoro in orari  meno caldi perché la carenza di personale in Ast Fermo è il primo ed il più grave dei problemi  esistenti. Basti pensare ad un dato per tutti: il numero complessivo di giornate di ferie ancora da  fruire dal personale dipendente della Ast Fermo è di 40.125 giorni mentre il numero di giornate di  ferie non godute dell’anno precedente è di 17.522. Se andiamo ad analizzare il dato, si evince che  le ferie arretrate del 2023 sono quasi il 50% del numero di quelle da fruire nel 2024.  Alcuni numeri sono emblematici: gli infermieri hanno da fruire ancora di 20.130 giorni di ferie nel  2024 e non hanno potuto godere di 8.030 giorni del 2023, gli OSS hanno ancora 3.915 giorni di ferie del  2024 e non hanno potuto godere di 1715 giorni del 2023, il personale dell’Area Tecnica sanitaria  hanno ancora da fruire di 4323 giorni di ferie ma ne hanno 1524 arretrate dal 2023 così come i Tecnici  della Prevenzione hanno da godere di 523 giorni nel 2024 con un arretrato del 2023 pari a 770  giornate.  Nonostante quanto sopra e l’evidente carenza di infermieri, da qualche giorno la Ast a seguito  della DGR 898 del 11 giugno, ha deciso senza alcun passaggio informativo preventivo con i sindacati, di ampliare l’apertura della Potes infermieristica di Sant’Elpidio a Mare anche nelle ore  notturne. Questo senza assumere gli infermieri necessari ma coprendo i turni notturni per ben due  mesi, con prestazioni aggiuntive a 60 euro all’ora, richieste agli infermieri già in servizio, oltre il loro  orario contrattuale. Decisione molto discutibile nel metodo e nel merito perché ogni nuova  attivazione di Servizio o Attività assistenziale e sanitaria, dovrebbe essere coperta dal personale necessario, assunto appositamente. A fronte di questa situazione, la Cisl Fp non si fermerà davanti all’eventuale inerzia della Ast in  materia di rispetto delle norme sulla sicurezza riguardo alla prevenzione di infortuni per le  eccessive temperature. La direzione è già stata avvertita. Se non ci saranno interventi, saranno  chiamati in causa i livelli di controllo interni ed esterni con appropriate denunce volte a verificare il  rispetto delle norme di sicurezza in base al decreto 81/2008».


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