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Accusato di percepire indebitamente il reddito di cittadinanza, assolto un uomo

FERMO - All’imputato, difeso dal legale Michele Ferrini del foro di Fermo, veniva contestata la mancanza del requisito della residenza in Italia per 2 anni continuativi prima della presentazione della richiesta. Decisiva una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea

Il tribunale di Fermo in composizione collegiale (Presidente Bruno Castagnoli, coadiuvato dai Giudici Mila Bondi Ciutti ed Elisa Matricardi), all’esito dell’udienza celebrata ieri, ha assolto un uomo, accusato di aver illegittimamente percepito dei sussidi a titolo di reddito di cittadinanza.

Sostanzialmente all’imputato si contestava il fatto di aver risieduto in Germania (e dunque non in Italia) per parte dei due anni precedenti alla presentazione della domanda, fatto penalmente sanzionato dalla stessa norma sul reddito di cittadinanza.
Recentemente, tuttavia, come sottolineato in udienza anche dal pm Eugenia Sinigallia, si è espressa la Corte di Giustizia Europea. A fine luglio l’organo di giustizia ha chiarito che il requisito della residenza, come richiesto dalla norma sul reddito, è contrario al diritto dell’Unione Europea. Conseguenza inevitabile di queste premesse è stata l’assoluzione dell’imputato perché “il fatto non è previsto dalla legge come reato”.

L’avvocato Michele Ferrini

Soddisfatto il legale dell’imputato, Michele Ferrini: «La sentenza della Corte di Giustizia Europea era attesa da tempo e si inserisce in un quadro oggettivamente complesso come quello delle sanzioni di tipo penale per chi ha indebitamente percepito il reddito di cittadinanza – ha sottolineato -. Si tratta di una pronuncia destinata a fare giurisprudenza in tutti i tribunali d’Italia. Quindi avrà un impatto rilevante anche in altri procedimenti a livello nazionale. Attenderemo però le motivazioni della sentenza di ieri per capire il percorso giuridico compiuto dal tribunale di Fermo, che ha comunque condotto ad un esito sicuramente soddisfacente».

Occorre dunque attendere ancora 30 giorni, termine fissato dal tribunale per il deposito delle motivazioni della sentenza, per capire se davvero l’attesa sentenza della Corte di Giustizia Europea ha avuto un rilievo decisivo in questo caso e per comprendere quanto questa pronuncia della Grande Sezione della Corte possa ripercuotersi su altri processi non solo nel Fermano ma in tutta Italia.


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