Progetti, non interventi tesi a sanare il sanabile. Questa in sostanza l’indicazione, e anche un po’ la strigliata, del Movimento 5 Stelle di Porto San Giorgio all’amministrazione Loira. In buona sostanza servono progetti tesi a valorizzare i luoghi storici della città e a far riacquistare ai cittadini l’amore nei loro confronti altrimenti sono condannati alla decadenza: “Guardare come si comporta un’amministrazione così come si guarda un genitore comportarsi in famiglia. Potrebbe risultare un paragone azzardato ma in realtà – fanno sapere i pentastellati – non lo è. Quando le cose non vanno in città, indisciplina dei ciclisti, atti di vandalismo, sporcizia diffusa in parecchie zone, si dice che è colpa dell’inciviltà dei cittadini. Così come se quando un figlio ha comportamenti pessimi, il genitore non fosse determinante e si riducesse a dire che ha un caratteraccio e non si sa proprio che fare. I comportamenti civici e familiari non nascono per caso ma maturano in un clima, sono frutto di pratiche e abitudini radicate nel tempo.
Così per spiegare, abbandono, sporcizia, vandalismo basta dire che chi li commette è incivile? Se c’è inciviltà, almeno domandiamoci il perché. Pensiamo alla passeggiata sulle mura castellane: lì saltano subito agli occhi l’abbandono e l’assenza di chi quel posto dovrebbe presidiarlo e valorizzarlo. Ciò, senza giustificarli, causa comportamenti irresponsabili. Se un posto è abbandonato il messaggio che passa è che non ha valore. Inutile in questo senso fare dei restyling quando la situazione diventa insostenibile.
Tornando alla similitudine con la famiglia: non si lascia una casa in balia del disordine e della sporcizia poi, quando queste divengono insostenibili, si chiama, e si paga, un’impresa di pulizie che in due giorni la rimette a puntino. Finito il lavoro dell’impresa, senza un’educazione e una cura quotidiana, si ricomincia da capo. L’approccio da grande opera e da emergenza continua è perdente. I luoghi della città debbono diventare oggetto di progetti che li valorizzino in modo continuo, quotidiano, con una manodopera frequente: personale e cittadini che abbiano anche un rapporto emotivo con gli spazi che curano e frequentano, con un’idea, un significato e un valore da dare. Gli interventi quando diventano importanti e stravolgono l’aspetto, la storia e il significato di un luogo, pensiamo a viale Cavallotti, vanno concertati con chi li vive, senza rinunciare certamente alla responsabilità e al diritto legittimo di prendere una scelta definitiva ma questa scelta sia il risultato di una discussione, non calata dall’alto dopo essere stata concepita da pochi e al riparo da tutto, suggerimenti, integrazioni o modifiche.
Così anche le azioni più discusse assumono una forza e una logica maggiore, diversa. E’ anche il modo di amministrare gli spazi cittadini che spiega la disaffezione di molti e porta alle conseguenze più estreme, e deprecabili, come l’inciviltà e lo sfregio degli spazi stessi. Vogliamo una città che sia di tutti, da tutti pensata, curata e vissuta in primis nel quotidiano e che veda noi cittadini padroni e responsabili, non ospiti di ciò che non sentiamo più come nostro”.
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