“Assurdo, semplicemente assurdo, dover assistere allo sbriciolamento e ai crolli degli argini dei torrenti Ete Vivo ed Ete Morto sempre negli stessi punti e per giunta dove si è già intervenuto”. Questo il pensiero del Movimento 5 Stelle della media Valtenna che torna ad interessarsi del dissesto idrologico dei fiumi e torrenti della provincia Fermana. “E’ stato sufficiente che, in questi ultimi giorni, a causa di un modesto scioglimento della neve presente sui monti – spiegano i 5 Stelle – si determinasse un piccolo incremento del flusso delle acque lungo i letti dell’Ete Vivo e dell’Ete Morto, per mettere ancora una volta a nudo, in moltissimi tratti dei due torrenti, l’inconsistenza dei lavori di centratura, riprofilatura e consolidamento spondale effettuati dalla Provincia negli anni scorsi. Sono stati spesi in totale più di 13 milioni di euro, non solo senza purtroppo risultati apprezzabili, ma addirittura peggiorando di molto la situazione. L’irrazionale eliminazione degli alberi lungo gran parte delle sponde, attuata a partire dal 2011 dalla Provincia, con lo scopo di allargare il letto dei due torrenti, si è rivelata nella sostanza una catastrofe. I primi a sperimentarne le disastrose conseguenze sono stati i frontisti proprietari dei terreni che costeggiano i due torrenti. Moltissimi di loro, particolarmente quelli che avevano permesso alla Provincia di estirpare gli alberi, oggi sono costretti a subire la continua erosione provocata dall’acqua che scorre a ridosso del bordo dei loro possedimenti. Ettari di fertilissimo terreno sono così andati persi perché sottratti dall’acqua, particolarmente durante le piene. Il danno economico è così rilevante che alcuni frontisti si sono riuniti in un comitato nell’infruttuoso tentativo di fronteggiare la situazione. Burrascoso e senza risultati l’incontro che si è tenuto all’inizio della scorsa estate a Calderette di Fermo con i vertici della Regione. Per il momento il risarcimento dei danni invocato dai frontisti non è stato preso minimamente in considerazione.
Le esigue disponibilità messe in campo dalla Regione, per i corsi d’acqua della provincia fermana, non sono neppure sufficienti a soddisfare l’ordinaria manutenzione degli stessi. E così non si contano più gli smottamenti e i crolli lungo gli argini, soprattutto nei punti dove già numerose volte, e ripetiamo numerose volte, si è intervenuto con lavori di ripristino. Scandaloso il caso della strada Valdete in prossimità del bivio per Grottazzolina: sarà necessario intervenire per la quarta volta di fila. Intendiamoci, o si dà il caso che ‘un’entità maligna’ faccia, ogni volta che viene ricostituito, franare l’argine per dispetto, o i lavori, eseguiti per impedire che l’acqua lo eroda e faccia crollare giù tutto, compresa parte della carreggiata stradale contigua, potrebbero essere improntati all’insegna di un ‘pressappochismo’ da Guinness dei primati. Si dirà che non si riesce a imbrigliare l’acqua che scorre troppo in vicinanza della strada. Non scherziamo, la tecnica idraulica è una realtà di fatto. Basta applicarla correttamente. Purtroppo, stando a quanto è dato costatare, pare invece che questo non avvenga. Gettonatissimi, sebbene non affatto risolutivi, gli interventi spot senza una visione d’insieme dei problemi. Peraltro ultimamente, a quanto sembra, per impedire da parte dell’acqua l’erosione degli argini, si è abbandonato l’efficace uso della ‘platea’ a vantaggio delle cosiddetta “scogliera di protezione” costituita da grossi massi allineati nei punti critici degli argini”.
Pentastellati che aggiungono: “Una tipologia d’intervento quest’ultima che non si è rivelata particolarmente efficace nel contrastare l’insulto dell’acqua. Del tutto opinabili sono poi gli interventi di centratura e riprofilatura volti ad eliminare le anse dei torrenti. Oltre a determinare un deleterio e pericoloso incremento della cinetica delle acque, occorre tenere presente che, con le piene, particolarmente quelle di notevole entità, tali interventi potrebbero dimostrarsi del tutto inutili non potendo impedire alle aste fluviali di riacquisire il loro corso naturale e la ricostituzione delle anse. L’aspetto più increscioso – proseguono i pentastellati – è quello del costo economico complessivo dei troppi e ripetuti interventi, quasi tutti invariabilmente falliti. Uno spreco di denaro pubblico del tutto ingiustificato. Sono soldi dei cittadini e anche “sudati” visto lo stato di profonda crisi in cui attualmente versa il nostro paese”.
5 Stelle che concludono: “Da parte degli enti preposti si dovrebbe perciò fare molta, ma molta più attenzione, nei lavori da effettuare lungo i corsi d’acqua. Si dovrebbe controllare che essi siano correttamente eseguiti. Anche perché, alla fine, questo gioco di interventi, che si susseguono sempre nelle stesse aree senza costrutto, oltre a mettere di malumore i cittadini, forse potrebbe interessare anche qualche magistrato”.
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