Il sito archeologico con la necropoli
di Giorgio Fedeli
Una scoperta dal valore inestimabile, che potrebbe far scrivere una pagina nuova, fondamentale per la storia del Fermano, e che gli studiosi e i tecnici della Soprintendenza non si risparmiano a definire “interessantissima”. Un rinvenimento senza precedenti per il comprensorio, dall’enorme valore archeologico e culturale. Stiamo parlando di una necropoli risalente all’epoca dei Piceni tornata alla luce nelle colline di Torre di Palme. Si tratta di dieci tombe, di cui una anche di un bambino, risalenti, appunto, all’età arcaica, più precisamente all’epoca dei Piceni (intorno al settimo/sesto secolo avanti Cristo).
L’area della necropoli
“Sì, confermo – le dichiarazioni di Giorgio Postrioti, funzionario archeologo della Soprintendenza, responsabile per l’area del Fermano – abbiamo rinvenuto dei resti di adulti e anche di un bambino. Si tratta di una piccola necropoli risalente all’età arcaica. Dieci tombe. Sicuramente è una necropoli molto, molto interessante, dal valore storico e archeologico inestimabile. Al momento tutti i reperti che abbiamo trovato sono stati prelevati e non sono sul posto. In luce, insomma, non c’è nulla di inesplorato. Abbiamo rinvenuto dei frammenti di ossa e dei reperti ceramici e metallici. Il sito, una necropoli forse ricollegabile a un piccolo insediamento che, però, al momento ancora non conosciamo, è tenuto sotto controllo“. Come si è arrivati alla scoperta? Da diversi mesi la Edison sta effettuando dei lavori per l’interramento di un raccordo di circa 4 chilometri su un metanodotto che collega Altidona alla costa. E come da prassi, per un iter amministrativo stabilito dal nuovo codice degli appalti, ha allertato la Soprintendenza per i beni archeologici che, quindi, fin dall’inizio ha seguito passo passo le opere. E la presenza degli archeologici, ancora una volta, si dimostra fondamentale. Nel corso degli scavi, infatti, è venuta alla luce, nel territorio di Torre di Palme, la necropoli. “La disponibilità e la collaborazione della Edison sono state assolute. Non vi è stata alcuna interruzione dei lavori ma – aggiunge Postrioti – hanno acconsentito a spostarsi per permetterci di eseguire i nostri scavi”. Gli archeologi, specializzati in antichità italiche, sono al lavoro senza sosta, anche con indagini e ispezioni stratigrafiche. Tutti concordi nel sostenere che siamo dinanzi a un ritrovamento clamoroso per il Fermano e per l’archeologia italiana in genere.
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