“La scelta politica sulla Casina delle Rose, che abbiamo preso ieri in consiglio comunale, è una scelta doverosa e coraggiosa. Una città da troppo tempo ostaggio delle logiche di partito, che l’hanno immobilizzata in una ragnatela fittissima e nebbiosa, ha bisogno – scrivono i capigruppo di Piazza Pulita, Il Centro e Non mi Fermo, rispettivamente Daniele Iacopini, Stefania Rocchi e Massimo Tramannoni – di non chiudersi e di confrontarsi con tutti, compresi quei privati che hanno idee e investimenti da fare per la città. Da qui l’inserimento della Casina delle Rose nel piano delle alienazioni. Noi speriamo che tale scelta possa dare il via a un circolo virtuoso di investimenti per il centro storico della nostra città.
Teniamo a precisare che è una scelta ponderata, non certo presa a cuor leggero. Dopo contatti costanti con la cittadinanza, senza limitarci a beceri slogan da social, abbiamo avvertito la necessità dei cittadini: la Casina non può rimanere così come si presenta, un rudere in balia di topi e gatti.
Nello specifico:
1) La Casina delle Rose attualmente è in uno stato di assoluto degrado: noi ci assumiamo la responsabilità di provare a fare qualcosa di concreto per un posto così importante per la nostra città;
2) Nel Consiglio Comunale di ieri, l’immobile posto al Girfalco è stato inserito nel piano delle alienazioni e non venduto! Seguirà un bando pubblico le cui caratteristiche saranno scritte insieme alle minoranze in un’apposita Commissione (la quarta convocazione sul tema) mettendo il vincolo di destinazione ricettiva e tutti gli accorgimenti necessari per tutelarne l’interesse pubblico;
3) Era un albergo e tale rimarrà. Questo è un punto fondamentale, da sottolineare. Respingiamo con forza le erronee o tendenziose valutazioni fatte dalle minoranze su eventuali cambi di destinazione che possono essere paventati in futuro e con l’arrivo di altre amministrazioni: chi lo farà se ne assumerà la responsabilità davanti alla città.
4) Al Girfalco abbiamo un esempio clamoroso di stabile privato che svolge una funzione pubblica (Villa Vinci), posto di fronte a uno stabile pubblico, la Casina appunto, incapace di svolgere alcuna funzione perché in totale degrado. Siamo sicuri che al cittadino interessi la proprietà e non, invece, proprio il servizio di pubblica utilità? Gli esercizi commerciali di Piazza danno un servizio al cittadino eppure sono privati. Così come gli innumerevoli ‘Bed & breakfast’ sorti in città. Demonizzare il privato per principio non ci appartiene.
5) Respingiamo anche l’accusa di “vendere per fare cassa”. La nostra amministrazione si caratterizza per valutare le situazioni caso per caso, nell’ottica di una città più fruibile al cittadino: in direzione opposta e contraria alla vendita sono le acquisizioni dell’area Cops e del demanio del Tirassegno, per esempio, nonché della spiaggia da destinare ai disabili. Scelte significative e pragmatiche che si contrappongono all’immobilismo degli anni passati
6) Gli eventuali proventi della vendita della Casina delle Rose, che dovessero arrivare dal bando, sarebbero investiti sul parco del Girfalco, sulla casetta del custode, sull’illuminazione di tutto il Parco e, a caduta, sul centro storico. Un centro che questa amministrazione è stata capace, prima del sisma, di valorizzare sul piano turistico, portandolo a livelli mai raggiunti prima.
La nostra è una scelta di buon senso e contro l’immobilismo. Riteniamo la Casina delle Rose fondamentale per lo sviluppo della città dal punto di vista turistico, culturale e quindi commerciale. Fondamentale, quindi, che venga recuperata al più presto. Cosa che secondo noi si può fare solo con l’aiuto del privato. Al contrario di quanto sostenuto da alcune forze della minoranza, con fantasiose proposte sbugiardate dallo stesso Pd che, con coscienza, ha dato il suo voto favorevole all’inserimento della struttura nel piano delle alienazioni”
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PAOLO CALCINARO, OLTRE LE FESTE NIENTE.
La città di Fermo – come i nobili di alto lignaggio – sembra avere un grande e grave problema: avere un immenso patrimonio immobiliare, lasciato dagli avi antichi, senza più disporre di un cervello in grado di funzionare minimamente. E alla fine datelo a noi marinà che sappiamo come farlo fruttare.