Se qualcuno è ancora convinto che la cultura, ed in particolare una parte più complessa di essa come la filosofia, attrae solo una risicata nicchia di persone, è stato definitivamente smentito dai numeri del Filofest 2017, organizzato dall’associazione Wega. Numeri record rispetto alle passate edizioni, con alcune migliaia di appassionati, arrivati da varie parti d’Italia, hanno voluto immergersi nell’esperienza della filosofia portata nei luoghi della quotidianità, adottando un linguaggio accessibile e rendendo comprensibili concetti elevati e complessi, legandoli alla vita e all’attualità, con i partecipanti che hanno potuto portare a casa nuove e migliori chiavi di lettura della propria esistenza.
Una formula che nell’edizione 2017 ha abbracciato tutto il territorio fermano, dall’area montana alla costa, da Amandola e Parco Nazionale dei Sibillini, a Servigliano, a Pedaso e Fermo. Circa 25 eventi che hanno tutti visto il pienone. Una manifestazione transgenerazionale, dai bambini coinvolti nei laboratori (Philosophy for children e altri) agli adulti di tutte le età presenti nei vari incontri con i filosofi. Questi ultimi accolti come vere star, con applausi e ovazioni finali, basti pensare agli oltre 700 presenti per Umberto Galimberti e Maurizio Stupiggia, e le numerose centinaia per Vito Mancuso con un’intera piazza di Fermo strapiena, o per il confronto tra Roberto Mancini ed il filosofo africano Filomeno Lopes. Un incontro, questo, che ha fornito chiavi di lettura di pregio sulla diversità, l’accettazione dell’altro, sul concetto di democrazia che deve attingere alla profonda natura umana in alternativa alla religione del potere e del mercato, quindi l’esigenza di un pensiero nuovo ma che in realtà attinge all’antica essenza umana, quella della relazione fondata sull’accettazione, l’accoglienza e il riconoscimento dell’altro come prossimo a noi solo in quanto essere umano come noi. Tutto s’innesta bene su nuovi strumenti d’interpretazione del fenomeno degli immigrati. Dunque fondamentale aprirsi verso un pensiero nuovo, dove l’orientamento, come ha ribadito Mancuso nel suo affollato intervento, non sia verso un “desiderio come lupo universale che divora tutto, ispirato dal potere”, ma che spinge a farsi catturare dallo stupore e dalla meraviglia della natura e dell’essere umano, che innesta il desiderio di sapere e di conoscere, laddove cercare l’armonia relazionale significa servire la verità.
Molto seguiti i laboratori e gli altri incontri come quello sulla formazione con vari esperti di settore e quello sull’economia sociale a cura di Diesmn ed Acli. Sorprendente la cena con Nietzsche, interpretato dal filosofo Andrea Ferroni.
“Ringrazio la Fondazione Carifermo, gli altri sponsor e gli enti – dice il presidente Wega Domenico Baratto – che ci hanno aiutato per questa edizione ancor più emozionante dopo quella mancata dell’anno scorso per il terremoto. Filofest sarà sempre più un festival diffuso, orientato ad abbracciare ampi territori, come fatto quest’anno, a rafforzare e creare reti con enti e realtà associative, ad avere una presenza continuativa nell’arco dell’anno con incontri, laboratori, progetti sociali e culturali”.
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