Con il patrocinio della Camera di Commercio e del Comune di Fermo giovedì 26 ottobre alle ore 17 nella sede della Camera di Commercio di Fermo verrà presentato il romanzo biografico “Ci sono cose che non posso dire. Storia di vita di Ricky Portera”, incontro, ad ingresso libero, che coniuga musica e letteratura.
Il pomeriggio si aprirà con il saluto delle autorità e proseguirà con l’intervista all’artista a cura della giornalista Angelica Malvatani, inframezzata a brevi live in acustica di Ricky Portera.
“L’opera è scritta da Paola Pieragostini ed edita – fanno sapere dal comune di Fermo – dall’Armando Curcio Editore e tratta la storia di vita di Ricky Portera, storico chitarrista di Lucio Dalla (per 33 anni) fondatore degli Stadio, autore di testi e della più bella musica degli anni ’80 e ’90. Portera ha prestato la sua arte ai più grandi artisti del panorama nazionale tra cui: De Gregori, Finardi, Berté, Ron, Turci e molti altri ancora. “Ci sono cose che non posso dire” è un progetto nato come biografia dell’artista, poi riconosciuto a pieno titolo dalla Curcio come “Romanzo biografico”.
“Il binomio musica e letteratura è da sempre efficace e capace di approfondire la conoscenza degli artisti – dichiara l’assessore alla cultura Francesco Trasatti – con Ricky Portera si avrà questa entusiasmante opportunità”.
“Un onore avere ospite Ricky Portera – afferma il presidente della Camera di Commercio di Fermo Graziano Di Battista – per un incontro che coniuga l’arte della musica alla profondità neoumanistica letteraria dell’opera, incarnate da Portera”.
“Il ritratto letterario dell’opera svela la personalità del chitarrista rock, famoso anche per essere il “Grande figlio di puttana” di Lucio Dalla – si legge nella nota della vicepresidente del gruppo Curcio, Cristina Siciliano – colto nell’immagine speculare di uomo prima che di artista e collocato nel panorama della filosofia contemporanea del neoumanesimo della post modernità, conferendo validità etica, sociale e culturale all’opera stessa, dove Portera è il protagonista che brilla in tutta la sua ‘follia erasmiana’”.
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