“Le dimissioni dell’ex presidente del cda Asite Cippitelli, avvenute il 27 ottobre, appaiono tardive ed evidenziano la fondatezza dei nostri interrogativi, ignorati dall’amministrazione comunale socio unico dell’Asite”. Così il consigliere di Fermo Libera Gianluca Tulli riaccende i riflettori sulla vicenda Asite e lo fa rendendo pubblica la risposta ricevuta dall’amministrazione all’interrogazione consigliare del 06 novembre scorso.
“Quello che ci convince meno – scrive Tulli – è che il sindaco giustifica il mancato rinnovo del cda, che buon senso avrebbe voluto, dal fatto che non ha esercitato lo ‘spoil system che si traduce sempre in strumento tipico della presenza politica in una società partecipata che deve mirare a garantire servizi efficienti ed efficaci alla cittadinanza’. E’ proprio qui che la nostra critica si focalizza. Nonostante il presidente uscente sia stato espressione di nomina della politica (l’unico per la verità), a differenza dei presidenti della Solgas e Pharmacom, è l’efficienza e l’efficacia che a nostro avviso non c’è stata. Non c’è stata, nonostante le nostre richieste di cambiamento dell’indirizzo politico e gestionale dell’ASITE, quindi, di fatto condivisa dal sindaco e dal suo assessore. Questo lo abbiamo affermato sempre con dati alla mano. Abbiamo criticato la scelta fatta nella transazione tra Fermo Asite ed Asia, oggi oggetto di una richiesta risarcitoria milionaria da parte della Corte dei Conti di Ancona. Abbiamo evidenziato gli interrogativi in merito alle autorizzazioni, riguardo alle percentuali di rifiuti speciali abbancati rispetto al totale. Mentre evidenziavamo ciò, le risposte che ci venivano date, anche in sede di commissioni consiliari, alla presenza dell’amministrazione che avallava, erano che tutto era regolare. Ci veniva detto che le percentuali rispettavano l’autorizzazione concessa, salvo poi, qualche giorno dopo, venire a conoscenza che l’Asite fermava la ricezione dei rifiuti speciali con conseguente danno alle imprese locali che fanno recupero, costrette a portare i rifiuti in siti di smaltimento lontani (una danno enorme al territorio ed ai cittadini). Anche in quel caso, a seguito di una nostra interrogazione, ci venne risposto che erano stati sospesi in via cautelativa, risposta non corrispondente al vero in quanto è stato imposto dall’autorità provinciale competente su dati certi. Questo è confermato dalla sentenza 204/2017 del TAR citata nella risposta all’interrogazione dallo stesso sindaco. Per cui i dati che abbiamo delle percentuali dei rifiuti speciali rispetto al totale negli ultimi anni sono: anno 2014 56%; anno 2015 64%; anno 2016 59%. Il dato del parziale, nell’anno in corso, fornito dalla risposta del sindaco, è di 21,9%, ma da quanto mi risulta, e sono pronto a scommettere, sarà di molto superiore. Percentuali, che quindi sarebbero di gran lunga superiori al 25% attualmente consentito e, comunque, molto al di sopra del 50% di aumento richiesto, mai autorizzato (abbiamo bisogno di sapere la verità vera). Di fatto, la discarica di Fermo è stata trasformata da discarica per rifiuti urbani in discarica per rifiuti speciali”.
Tulli parla poi di tariffe: “Fatto ancora più sconcertante su cui l’amministrazione non è intervenuta, e qui vorremo una spiegazione, è perché i comuni e le aziende locali conferiscono a San Biagio ad un prezzo di circa 90 euro/tonnellata più IVA, mentre quelli che provengono da fuori provincia e fuori regione ancora oggi conferiscono a 65 euro/tonnellata più IVA. Questo va a totale vantaggio di chi conferisce rifiuti provenienti da fuori regione ed a svantaggio dei comuni e delle aziende locali. Sono prezzi totalmente fuori dal piano economico-finanziario in essere e si configurano come una agevolazione per i rifiuti provenienti da fuori regione ed un impedimento per i comuni e gli operatori economici della provincia di Fermo. Questo lo abbiamo segnalato lo scorso anno, ma avviene anche nell’anno in corso. Ci risulta che ancora oggi provengono rifiuti da: Roma, Pomezia, Ortona, Celano, Sulmona Ancona, Filottrano, Cingoli, Tolentino, San Benedetto del Tronto, sempre con la tariffa di 65 euro/tonnellata. La logica vorrebbe che, (se tale operazione è legittima?) i rifiuti provenienti da fuori Regione dovrebbero costare molto di più di quanto paga la comunità locale e allora perché l’amministrazione continua a favorire questa politica di penalizzazione del territorio ? Riguardo alla nostra domanda se sono stati effettuati i controlli dagli organi deputati, anche qui dalla risposta data non vengono chiarite le criticità rilevate dall’ARPAM E NOE, e comunque, nessun controllo risulterebbe da parte del Comune, che ha l’obbligo di fare, come da delibera 114/2002 ART. 24. La risposta fornitaci riguardo al percolato che viene portato a depurare in altri siti ci lascia sbalorditi. Si ammette che l’impianto di depurazione presente nel CIGRU è in grado di smaltire tutti i reflui che annualmente sono prodotti e quindi ciò è dovuto ad una capacità di stoccaggio limitata. Essendo la produzione di percolato fortemente influenzata dalla pioggia ed essendo stato l’anno in corso uno dei meno piovosi degli ultimi 70 anni, non si comprende tutta questa necessità di stoccaggio e perché si è scelta la via del conferimento fuori sito. Foto rese pubbliche, evidenziano come le vasche siano state vuote o quasi. In discarica è presente una stazione meteorologica, vogliamo sapere i dati registrati da tale stazione, conoscere i dati di piovosità e conoscere la produzione di percolato per poter fare i giusti confronti. Per quanto riguarda l’impianto del trattamento meccanico, biologico che ha subito una grave rottura, bisognerebbe sapere se negli anni siano state effettuate le manutenzioni ordinarie e se ciò quindi poteva evitare un collasso del tipo di quello che sembra si sia verificato. Qui riteniamo sia necessaria una approfondita perizia tecnica su tutti gli impianti presenti in discarica per sapere la reale situazione. Lamentele ne riceviamo anche sui mezzi per la raccolta giornaliera, ormai vecchi e mal ridotti”.
Per quanto riguarda l’appalto per l’assegnazione delle isole ecologiche Tulli conclude: “Ci sembra un indirizzo sbagliato, troppo oneroso rispetto ai risultati che si ottengono. Basti pensare che dell’importo complessivo del bando di euro 3.080.000 più IVA, euro 924.000 sono solo per la gestione del sistema informatico.
Prima di andare avanti con il progetto del biodigestore e nuovo depuratore, occorre costituire una commissione tecnica con esperti indicati dai gruppi consigliari per verificare la situazione, perché si ritiene che si stanno affrontando spese inutili e deleterie. Proprio in questi giorni abbiamo saputo della sostituzione del direttore di discarica, a questo punto ci piacerebbe avere notizie maggiori nel merito, ad esempio perché è stato sostituito e da chi e concretamente l’organigramma dei vertici aziendali”.
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