Roberto Grieco, un giovane
figlio d’arte nel
centrocampo canarino

SERIE C - Ha i natali pugliesi, ma un accento del nord, per via della carriera del padre, che lo ha portato a calciare il pallone nei campi del settentrione

Vito Grieco, calciatore classe 1971, papà del canarino Roberto

FERMO – Cresciuto nelle giovanili dello Spezia, il club in cui il papà ha giocato fino a fine carriera, da quest’anno veste la maglia della Fermana FC e, specialmente nelle ultime due trasferte, si è fatto notare per la sua capacità di recuperare palloni e produrre gioco.

Qualità queste che ha conquistato con duri allenamenti e dedizione, certamente, ma che si poggiano anche su una componente genetica: nel suo stesso ruolo infatti, Vito Grieco, ha giocato per più di venti anni, terminando con la fascia di capitano  la stagione 2010/11 nello Spezia, società che, nella stagione precedente, grazie anche a lui, ha conquistato la promozione in C1.

Classe 1971, Vito Grieco ha militato, come il figlio Roberto, classe 1997, in una squadra gialloblù: infatti dal 2000 al 2002 era prima in C poi in serie B col Modena, club con gli stessi colori sociali della Fermana e lo stesso identico simbolico appellativo di “canarino”.

Carriera lunga quindi e ricca d successi: molti gradini saliti come, oltre alla appena citata promozione dello Spezia e del Modena, anche quella della Reggiana, in cui è stato dal 2007 al 2009. Non a caso, infatti, al Mapei Stadium, durante la trasferta della Fermana del 22 ottobre scorso contro gli emiliani, molti giornalisti del posto studiavano con estrema attenzione e curiosità il giovane Roberto Grieco in campo, cercando di carpire le somiglianze tecniche, col padre Vito, rimasto un vero e proprio beniamino, per cuore oltre che per esperienza, nel cuore dei tifosi reggiani.

Il centrocampista canarino Roberto Grieco

Viene da chiedersi se avere un genitore così amato nel mondo del pallone, nonché giocatore dello stesso reparto, possa costituire un peso, o una pressione per un giovane che vuole consolidare la sua carriera nel professionismo, dimostrando che vale aldilà del proprio cognome. Beh, Roberto ha risposto con estrema maturità e serenità: “Mio papà non è mai invadente, io direi piuttosto sincero: se vede che ho fatto qualche errore, di posizione o di controllo, mi dà dei consigli per poter far meglio la prossima volta. Lui d’altronde ha giocato tanto e fino a poco tempo fa, quindi ha davvero ancora molto da darmi sotto quel punto di vista. Ovviamente se gioco bene, mi da soddisfazione!”. Quindi di certo gli saranno pervenuti i complimenti dall’esperto papà per le sue due ultime performances, a Salò e a Gubbio, dove, manifestando una perfetta intesa a centrocampo con Doninelli, ha contribuito a far conseguire alla sua squadra canarina due risultati positivi fuori casa.

Silvia Remoli


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