Barbara Capponi: “La strada per la parità di genere è ancora lunga”

DONNA - Fermana di origini, romana di adozione. Barbara Capponi, oggi volto di punta del Tg1. La gavetta on the road, gli anni di precariato... Qui, tra passato e presente, si racconta per noi.

 

di Claudia Mazzaferro

Fermana di origini, romana di adozione. Barbara Capponi, oggi volto di punta del Tg1, lascia giovanissima le Marche e un futuro da avvocato per il giornalismo. La gavetta on the road, gli anni di precariato, gli insegnamenti di mamma Tiziana, di cui Barbara indossa la fermezza, la delicatezza. Qui, tra passato e presente, si racconta per noi.

 

Uno dei volti di punta del Tg1. Appassionata di economia da sempre o semplicemente un’opportunità?

Il mio interesse per l’economia nasce ai tempi dell’Università, quando ho scelto un piano di studi giuridico con indirizzo economico. A lezioni mi accorsi, con grande sorpresa, che la materia mi affascinava. Effettivamente la conoscenza dell’economia, della finanza e del mondo del lavoro erano e sono questioni fondamentali della vita di tutti noi.
A distanza di qualche anno poi il destino ha voluto, quando ero già al Tg1, che la Direzione mi proponesse  una sostituzione ferie proprio alla redazione economia e, da quel momento, raccontare con efficacia e chiarezza le dinamiche dell’economia e della finanza è una sfida stimolante che continua ad appassionarmi.

 

Facciamo qualche passo indietro. Il tuo inizio, le tue prime scelte.

Sono nata  a Fermo. Dopo la maturità  classica mi sono laureata  in giurisprudenza all’Università di Macerata e qualche anno dopo ho superato l’esame per l’abilitazione alla professione di avvocato. Ma la passione per il giornalismo ha vinto. Giornalista professionista, ho iniziato da giovanissima, scrivendo per il  Messaggero e il Corriere Adriatico, ho condotto programmi di informazione e sportivi in varie emittenti televisive marchigiane. Sono stati anni preziosissimi per la mia preparazione  e per imparare “on the road” questo mestiere. Un bagaglio di esperienze fondamentali con cui sono arrivata in Rai. Inizialmente con contratti di collaborazione nelle trasmissioni di informazione, poi il passaggio alla testata del Tg1 con tanti anni di precariato, fino all’assunzione nella redazione economica e alla conduzione del Tg.
Esattamente nel 1997 ho iniziato a collaborare con Rai Uno e come giornalista ho lavorato nelle più importanti trasmissioni (Donne al bivio, Uno Mattina), occupandomi di temi sociali ed economici. Nel 2000 sono stata una delle inviate di punta della trasmissione pomeridiana di Rai Uno- La vita in diretta,  dove ho realizzato centinaia di interviste ai più importanti protagonisti dello spettacolo, del cinema, dello sport e dell’ imprenditoria italiana.
Nel 2004 sono entrata  nella redazione delle news del mattino del Tg1, poi sono passata  alla redazione “Economia”, dove lavoro attualmente, realizzando servizi ed inchieste sulle principali tematiche di attualità economica e sindacale e sulle vicende legate allo sviluppo  delle economie territoriali. Ho approfondito il rapporto tra Università e mondo del lavoro realizzando una serie di servizi che mi hanno portato a visitare e a raccontare le specificità di numerosi atenei italiani.
Dal maggio 2010 a settembre 2016 ho condotto i telegiornali della fascia mattutina per passare poi, proprio per le competenze acquisite nell’ambito del lavoro nella redazione economica, all’attuale conduzione del Tg1 delle 16.30 che contiene una parte di approfondimento sui temi di economia del giorno.

 

A proposito di economia. Artigiani e piccoli commercianti sono in ginocchio. Un Paese pessimista, arrabbiato e sfiduciato. Cosa dicono invece gli indicatori economici?

L’artigianato e il commercio sono i due settori che hanno pagato il prezzo più alto della crisi economica. I numeri sono drammatici: migliaia di attività costrette a chiudere. Tanti i fattori che hanno inciso pesantemente: il calo dei consumi, le tasse elevate, gli aumenti degli affitti,la burocrazia. Facendo riferimento al quadro economico generale, sembra che qualche spiraglio ora ci sia, arrivano segnali di ripresa. La nostra economia è tornata a crescere, i dati Istat di qualche giorno fa confermano il rialzo per il Pil 2017 a +1,5%, nel 2018 a +1,4% e, sempre secondo l’Istituto di Statistica, la disoccupazione è in leggero calo (all’11%) anche se ancora distante dalla media europea.

 

La Donna nel mondo dell’informazione. Pochissimi i casi in cui ricopre ruoli chiave. Un mondo ancora marcatamente maschilista?

Lentamente ma la situazione negli ultimi anni è cambiata. Sempre più donne, rispetto al passato, scelgono di intraprendere la strada del giornalismo e dell’informazione. Se penso che nel mio campo negli anni 60/70  c’erano solo due donne in Rai per le news: Bianca Maria Piccinino, la prima giornalista-speaker donna del TG1, e poi Angela Buttiglione arrivata nel 1969! Certo non è stato facile rompere il tetto di cristallo e imporsi come professioniste in un mondo lavorativo per tradizione molto maschile. Poi però qualcosa è cambiato. E’ stato un viaggio lungo, una piccola rivoluzione parallela alle trasformazioni della società italiana e negli ultimi anni le donne che hanno ricoperto e ricoprono ruoli chiavi nel mondo dell’informazione televisiva sono aumentate. Penso a Monica Maggioni, oggi Presidente della Rai, Bianca Berlinguer già direttrice del TG3, Sarah Varetto Direttrice di Sky Tg24, solo per citare alcuni dei nomi femminili nei ruoli più in vista. Anche all’interno delle redazioni vedo sempre più donne che avanzano nella carriera con ruoli di responsabilità. Quando incontro nelle scuole e università studentesse che vogliono fare questo mestiere, suggerisco di non scoraggiarsi e andare avanti con tenacia e impegno. La differenza, come in ogni campo, la fa la persona con la sua professionalità e talento non certo il genere.

 

La chiamano società post-femminista.

Tante battaglie, tanti gli obiettivi raggiunti e progressi fatti ma la strada è ancora lunga per la parità di genere. Proprio qualche giorno fa leggevo il rapporto Ocse e la situazione italiana è ancora “pesante”.
Le donne nel nostro Paese hanno uno dei tassi di partecipazione al lavoro più bassi tra i paesi Ocse e nello stesso tempo una delle routine quotidiane più complesse da gestire.  Le donne sono anche tra le più istruite, molto spesso più preparate e qualificate dei coetanei, ma sono meno presenti nelle posizioni  dei lavori più redditizi.
Resta ancora tanto faticoso conciliare lavoro, maternità e famiglia perché abbiamo ancora pochi servizi di assistenza all’infanzia, asili nido. Ora c’è un documento, sottoscritto qualche giorno fa a Taormina durante il  G7 per la pari opportunità, che impegna i Governi ad avviare un percorso concreto contro le discriminazioni subite dalle donne, sul lavoro, a casa, nella quotidianità. Partendo da un riconoscimento ufficiale, non scontato: “nessun Paese ha ancora la parità di genere e con la convinzione che non c’è sviluppo senza un riequilibrio e che su questo tema è urgente un cambio di mentalità”.

 

Daphne Caruana Galizia. A un mese dalla morte cala il sipario sull’accaduto. Qual è il senso del suo coraggio, del suo raccontare?

Rimango sempre molto impressionata dalle notizie che riguardano l’uccisione di un giornalista. Negli ultimi 10 anni secondo l’Unesco quasi mille giornalisti sono stati uccisi e spesso chi ha compiuto il crimine resta impunito. Poi ci sono i cronisti che vengono quotidianamente minacciati e sono costretti a vivere sotto scorta. Mi sento “piccola” di fronte a colleghi che incarnano il senso più alto di questa nostra professione, che è la ricerca della verità a costo di rischiare e perdere la propria vita. Galizia era una reporter scomoda, faceva inchieste scottanti come quella dei Panama Papers in cui erano evidenti le connessioni tra la malavita organizzata, gli interessi della finanza internazionale e la corruzione delle istituzioni politiche. Morti che non bisogna dimenticare mai, il cui ricordo deve obbligarci a mantenere sempre la “schiena dritta”, avendo sempre ben presenti le nostre responsabilità nel raccontare i fatti anche se si lavora in campi diversi, in cui siamo meno esposti al pericolo.

 

Che significato dai alla parola “radici”?

Le radici sono importanti. Non si deve mai dimenticare da dove siamo partiti. Le radici sono gli affetti più profondi, i luoghi dell’anima, il legame con le persone care che mi hanno dato l’imprinting per affrontare il percorso della vita. Ho sempre mantenuto vivo e saldo il rapporto con le mie radici. Ne vado orgogliosa e fiera!

 

E alla parola “ritorno”.

E’ il sentirsi a casa, ritrovare le abitudini e le tradizioni, ricordi di infanzia, della gioventù, le amicizie quelle vere che risalgono ai tempi della scuola e che non ho mai dimenticato. Ogni volta il ritorno è rigenerante. Appena ho un weekend libero ne approfitto per tornare  nelle mie Marche. Pedaso, Porto San Giorgio, Fermo, un tour che prevede il pieno di affetti a partire da mia sorella, mio fratello, i miei cognati, i nipotini piccoli meravigliosi… insomma una grande carica di energia!

Il significato della parola “donna”.

Una parola che racchiude un universo di sfumature, una galassia di emozioni e sensibilità in continuo mutamento ed evoluzione. Una sfida quotidiana da vivere non come conflitto ma come opportunità per lasciare un segno nel rapporto con gli altri e nel nostro lavoro!

 

Una donna che ha segnato la tua vita.

Se penso ad una grande donna che ha segnato la mia vita e che rappresenta un modello altissimo non mi serve guardare molto lontano perché penso a mia madre Tiziana, alla sua saggezza, al suo equilibrio, alla sua delicatezza e fermezza al tempo stesso. E’ stata il perno della famiglia con dolcezza e passionalità come madre e come moglie. Una donna all’avanguardia per i suoi tempi, moderna, che ha educato noi tre figli, in sintonia con papà, insegnandoci il valore della libertà, del coraggio e  dell’indipendenza da costruire con lo studio e il lavoro.

 

Ti capita mai di immaginarti altrove? Dove esattamente.

Ho la fortuna  di fare quello che ho sempre desiderato. Un percorso costruito faticosamente che mi ha dato e continua a darmi grandi soddisfazioni. Vivo molto il presente e raramente mi immagino altrove. Vivo a Roma, che nonostante le sue criticità (caos e traffico) è meravigliosa e la cui bellezza riesce sempre a sorprendermi ed incantarmi.
Quando sono stanca e ho voglia di vacanza allora può capitare che inizi a viaggiare con la fantasia e immagino che forse potrei sentirmi a mio agio in qualche città dall’altra parte del mondo, soprattutto nei Paesi emergenti orientali dove sono già stata. Penso alla Cina, al Giappone, con le città dagli scenari futuristici che mi affascinano e mi incuriosiscono sempre molto!

 


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