FERMO – Correva l’anno, indimenticabile, della cadetteria. E se San Valentino, come risaputo, è la festa degli innamorati, ecco allora che il calendario dell’allora Campionato di Serie B 1999/00 non poteva scegliere momento migliore per far scoccare la freccia dall’arco del santo verso tutti i cuori gialloblù.
Un avvio difficile di stagione, poi un mercato di riparazione sull’asse pressoché griffato Torino – Salernitana – Pescara ( piazze da cui attinsero gli uomini mercato del presidente Giacomo Battaglioni ) ed ecco una rinnovata Fermana Calcio 1920 tentare di risalire la china con prestazioni e risultati, soprattutto a cavallo tra i due anni solari, in grado di far innamorare anche i calciofili del comprensorio territoriale. Tra le poche soddisfazioni di quell’imendicabile stagione certamente spicca la vittoria sul Napoli di mister Novellino, caduto all’interno del Recchioni gemito come non mai, per 3 – 2. Vantaggio aereo di Rachini, soprasso napoletano, pari di rapina firmato Chianese e punizione pennellata dal mancino di Kolousek per il risultato definitivo.
Lo scalpo del biancazzurri non fu prelevato solo diciott’anni fa ai piedi del Duomo: di li ad un lustro, precisamente con la ripartenza del Napoli attuale, sotto cioè la gestione di Aurelio De Laurentis, i giovani canarini del tecnico Marco Cari respinsero l’assalto dei partenopei infliggendo loro la sconfitta per 2 – 0, con reti di Vitali ed Onesti.
IL TABELLINO
FERMANA 3 (3-4-3): Cecere; Pagani, Citterio, Prete; Perra, Di Salvatore (13′ st Kolousek), Di Fabio, Di Venanzio (13′ Cristiano); Chianese (41′ st Bonfanti), Fanesi, Rachini. A disposizione: Ardigo’, Rutzittu, Cannarsa, Bonfiglio. All. Ivo Iaconi
NAPOLI 2 (4-4-2): Bandieri; Oddo, Nilsen, Troise, Mora; Asta, Miceli (35′ st Galletti), Matuzalem, Turrini (24′ st Robbiati); Bellucci (21′ st Stellone), Schwoch. A disposizione: Coppola, Lucenti, Lombardi, Magoni. All. Walter Novellino
ARBITRO: Cassara’ di Palermo
RETI: 6′ pt Rachini, 17′ pt Turrini, 19′ pt Schwoch; 12′ st Chianese, 22′ st Koluosek
NOTE: Ammoniti Mora, Cristiano e Citterio; angoli 2 – 6, recupero 3′ + 4′, spettatori 9.000 circa
IL RICORDO
Tra i protagonisti dell’impresa, consegnata di certo alla leggenda del calcio di provincia, l’allora centravanti Massimiliano Fanesi, tornato più volte a Fermo, scarpini appesi al chiodo, nelle vesti di direttore sportivo.
“E come si potrebbe non ricordare quella partita – l’esordio dell’ex punta residente a San Benedetto del Tronto -, non feci gol ma tutti noi contribuimmo sul campo a regalare a società, città e tifosi un’emozione sportiva notevole. Fu una vittoria conquistata davanti ad uno stadio dove non c’era più posto neanche per uno spillo, dunque con un calore ambientale percepito ad infondere in noi stimoli molto importanti”.
“Fu un successo per certi versi inaspettato – prosegue Fanesi -, a far parte di un filotto iniziato con l’Atalanta dopo Natale, proseguito con le big come nella partita in esame ma scemato con la sconfitta subita in casa dal Pescara e successivamente con quella di Treviso, tappe di calendario che ci tagliarono le gambe in ottica salvezza. Relativamente alla sfida con il Napoli fu però uno spettacolo nello spettacolo, con la grande fibrillazione della piazza e dello spogliatoio prima della partita, durante e soprattutto dopo la stessa. Basta pensare, per calibrare l’impresa, che fu mandato al mittente il progetto socio-sportivo di una realtà che oggi, in Serie A, lotta per contendere lo Scudetto alla Juventus”.
Dalla mera sfida contro Oddo & Soci al confronto con l’età corrente.
“Quella Serie B, ma in generale il calcio prof degli anni in analisi, ha avuto giocatori di un livello oggi decisamente sopra la media, di un altro spessore – l’analisi più che condivisibile dell’ex attaccante -. Ora è difficile trovare gente in B come Francioso, Nappi, Caccia, Caniggia e lo stesso Schwoch, protagonista della partita che stiamo commentando, avrebbe difficoltà a mettersi in mostra in sede di scelte considerando le priorità della disciplina, che al momento vanno a premiare fisicità ed atletismo. Si tratta di un calcio diverso, con i pro e i contro al seguito. Basta fare un paragone: ieri ogni semplice curioso interessato era a conoscenza piena praticamente dei big e non di campionato. Se invece andiamo a domandare adesso, allo stesso prototipo di soggetto, chi sia l’attaccante di punta in una squadra di categoria, bassa classifica, ci sarebbero attimi di titubanza e probabilmente una risposta non corretta”.
Paolo Gaudenzi
Parte della rassegna stampa dell’epoca
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