Il condominio solidale
e la coabitazione privata:
con Auser abitare è diverso

FERMO - Interessante tavola rotonda a Tipicità organizzata da Auser Marche, Abitare e Anziani e Auser Abitare Solidale sul tema dell’abitare e del diritto alla casa, con un’attenzione particolare alle fasce di popolazione più fragili

All’insegna di “La Nostra Tipicità è la Solidarietà”, si è svolta lunedì pomeriggio al Fermo Forum nell’ambito di Tipicità, la tavola rotonda di Auser Marche, Abitare e Anziani e Auser Abitare Solidale sul tema dell’abitare e del diritto alla casa, con un’attenzione particolare alle fasce di popolazione più fragili.

“Migliaia di persone hanno potuto conoscere le attività di Auser attraverso lo stand allestito in fiera. Abbiamo avuto ancora una volta la dimostrazione di quanto il terzo settore e tutto il mondo del volontariato sia considerato favorevolmente dai cittadini, ma anche di quanto sia poco conosciuto. In particolare proprio il progetto Abitare Solidale nelle Marche ha destato molta curiosità” ha affermato la presidente di Auser Marche Manuela Carloni, che ha introdotto i lavori. “Con questo progetto, che abbiamo mutuato dall’esperienza oramai decennale di Auser Abitare Solidale, vogliamo sperimentare una nuova modalità di welfare, sapendo che dietro al problema della casa ci sono sempre anche difficoltà di tipo economico, di autonomia e di integrazione nel tessuto sociale. Dunque, partiamo dal tema dell’abitare per affrontare, insieme ai servizi sociali, anche la condizione più generale di difficoltà di anziani e non solo, singoli o famiglie, che momentaneamente vivono un disagio economico e sociale. Gli strumenti: la Coabitazione privata ed il Condominio Solidale realizzati con il team di Abitare Solidale nelle Marche, che vede la collaborazione di professionisti come la psicologa, il counselor, e dei volontari appositamente formati di tutte le associazioni aderenti al progetto. Nodale è, ovviamente, la stretta collaborazione con i Servizi Sociali e le istituzioni locali aderenti, a partire dal Comune di Osimo partner primario, perché il progetto – ha ribadito Manuela Carloni – non è solo di Auser e dei suoi partner ma di tutto il territorio. Noi siamo sempre più convinti che il terzo settore abbia la grande opportunità di creare e proporre innovazione, raccogliendo dal basso le esigenze e diventando il luogo di messa a punto di nuovi modelli di welfare da condividere con le istituzioni, nell’ottica della rete. A cui può unirsi anche il privato, se interessato a lasciare una traccia solidale sul territorio con azioni di sostegno alle fragilità sociali, come ad esempio UniCredit Foundation che ha messo a disposizione il bando di 65.000 euro in due anni vinto da Auser Marche”.

Il progetto vede due diverse modalità di accoglienza e di coabitazione. Con la Coabitazione privata si possono far incontrare le esigenze di chi ha una casa troppo grande per le proprie possibilità, soprattutto se anziano e con il desiderio di combattere il proprio stato di solitudine involontaria, proponendogli di condividere il proprio spazio abitativo, con chi invece una casa non ce l’ha. I professionisti del progetto, attraverso lo Sportello dedicato e la collaborazione con i servizi, fanno incontrare le diverse esigenze, garantendo accoglienza e facilitazione dell’esperienza di cohousing con le modalità messe a punto dall’esperienza decennale di Auser Abitare Solidale.

Con il Condominio solidale, con spazi individuali e comuni, realizzato a Santa Palazia nel pieno centro di Osimo, si offre l’accoglienza di singoli o famiglie in condizione di momentanea difficoltà (come famiglie separate a basso reddito, donne vittime di violenza, persone vittime di sfratto incolpevole, anziani soli ma con reddito troppo basso per permettersi un affitto,…), per mettere a punto, insieme agli ospiti e ai servizi sociali, un percorso di riscatto dalla propria situazione di difficoltà. Basti pensare, ad esempio, ai cittadini che avranno diritto al REI, il reddito di inserimento che, per l’appunto, individua proprio nella soluzione della casa, la prima condizione per avviare il percorso di inserimento sociale.

Altro esempio di come per Auser sia centrale il tema della domiciliarità collegata anche al tema dell’invecchiamento attivo, è l’attività di AeA, Abitare e Anziani, Associazione Nazionale costituita insieme a Cgil, Spi e Fillea, rappresentata all’iniziativa dal presidente Marco Di Luccio, componente anche della presidenza nazionale Auser e dal direttore di AeA, Claudio Falasca. Entrambi hanno illustrato i risultati di una interessante ricerca, che descrive le criticità legate alla tipologia di casa, spesso insicura e troppo spesso una vera e propria prigione per l’anziano solo e con difficoltà motorie, se ad esempio vive in uno dei palazzi a più di due piani che, secondo la ricerca di AeA, in più del 70% dei casi sono senza ascensore. “In questi casi, se gli anziani non avessero un’associazione di volontariato come Auser per la spesa a domicilio, non saprebbero come mangiare o come procurarsi le medicine” ha commentato Di Luccio. “C’è bisogno di una maggiore attenzione da parte della politica, che ha completamente dimenticato gli anziani nella recente campagna elettorale. Va al più presto colmato il grande vuoto che registriamo sull’argomento nonostante il fenomeno dell’invecchiamento demografico sia in crescendo: da un anziano ogni 5 cittadini nell’arco di pochi anni passeremo ad uno su 3 se non cambierà l’attuale trend italiano ed europeo di de natalità”.

“Ma alcune cose si possono fare subito – ha concluso Di Luccio – chiediamo ad esempio un sistema complessivo di servizi di prossimità (assistenziali, sanitari) pensati con la logica della condivisione più larga, per abbassare i costi e per accrescere le possibilità di accesso da parte di tutti”. Anche con uno sportello di quartiere ad hoc, ha commentato Falasca, che ha descritto a grandi linee la recente ricerca di AeA su domiciliarità, anziani e invecchiamento attivo. “C’è la necessità di aumentare le risorse dedicate e di guardare più in là” ha concluso Falasca “dato che oggi lo sforzo e l’impegno per le necessità degli anziani ricade soprattutto sulle famiglie e senza riconoscere nulla al grande impegno di cura, soprattutto delle donne”.

Il dibattito su Abitare Solidale è entrato nel concreto con Silvia Giuliani, psicologa e coordinatrice del progetto di Osimo. La Giuliani ha avuto il compito, insieme ad Auser Marche, di portare ad Osimo l’esperienza già consolidata di Auser Abitare Solidale di Firenze che monitora e supervisiona il progetto marchigiano. “Lo spirito del progetto – ha sottolineato – va nella direzione di tornare a rimpossessarci di qualcosa che ci appartiene, ovvero costruire relazioni con gli altri, condividere le necessità ostacolando un trend che va sempre più nella direzione dell’individualismo. Fondamentale è, infatti, la rete di associazioni che hanno reso possibile il progetto e che stiamo allargando ad altri comuni oltre a quello di Osimo. Un grazie particolare, dunque, a Auser Osimo, Caritas, Avulss, Donne e Giustizia, Cooperativa La Gemma, Buttari, Il Campanile”.

L’iniziativa si è conclusa con l’intervento di Mario Argentati, dell’ufficio di presidenza di Csv Marche, che ha utilmente ampliato gli orizzonti offrendo una lettura degli spazi cui il volontariato risponde “ un terzo settore che ha avuto un recente riordino delle sue leggi storiche ma che continua a sentire fortemente l’assenza di corresponsabilità da parte delle istituzioni”.


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