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Scoprire il Quattrocento in un allestimento legato alla storia di Fermo (FOTO)

FERMO - Apertura sabato 21 aprile. Mostra inserita nel più ampio progetto “Mostrare le Marche” per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale

di Alessandro Giacopetti

Anteprima per la stampa questa mattina, per la mostra “Il Quattrocento a Fermo, Tradizione e avanguardie da Nicola di Ulisse a Carlo Crivelli” allestita all’interno della chiesa di San Filippo Neri, lungo il corso di Fermo. Mentre erano in atto gli ultimi ritocchi al percorso espositivo, la mostra voluta dalla Regione Marche e dal Comune di Fermo, curata da Alessandro Marchi e Giulia Spina, con la collaborazione della cooperativa Sistema Museo e dell’arcidiocesi fermana, sarà aperta al pubblico dal 21 aprile al 2 settembre. E’ inserita all’interno del più ampio progetto “Mostrare le Marche” per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale.

Una partnership tra Comune e Regione sottolineata dal sindaco Paolo Calcinaro e inserita “all’interno di un percorso fatto di 6 città delle Marche che ospitano mostre nel periodo post sisma. Importante anche la presenza del Mibact e della curia di Fermo. Il Quattrocento a Fermo, si colloca nel solco del lavoro dell’assessorato comunale alla Cultura, che proseguirà martedì 24 aprile, quando verranno spostati i musei scientifici a palazzo Paccarone, di fronte alla chiesa San Filippo Neri, creando nuovo polo culturale. Vorrei che i primi visitatori, specialmente in vista del 25 aprile e 1 maggio, fossero proprio i fermani stessi al fine di riscoprire la ricchezza culturale della città”. Il sindaco Calcinaro ha ricordato anche che “la consapevolezza di ciò che abbiamo parte da noi stessi, per essere capaci di trasmetterlo all’esterno”.

Giunto da Ancona, Moreno Pieroni, assessore alla Cultura e Turismo della Regione Marche: “già l’anno scorso avevamo allestito 4 mostre collegate al Giubileo della Misericordia; quest’anno abbiamo 6 appuntamenti che oltre a Fermo si svolgono a Loreto, Macerata, Ascoli, e a breve anche a Matelica e Fabriano. Obiettivo – secondo Pieroni – essere un valore aggiunto per allungare la stagione turistica, e aumentare l’attenzione dei marchigiani per la cultura. Tante le opere che arrivano da siti di competenza della Conferenza Episcopale Marchigiana”.

E’ Don Paolo Scoponi, vicario foraneo di Fermo, a portare il saluto di Monsignor rocco Pennacchio ricordando “la collaborazione dell’arcidiocesi al sostegno all’iniziativa che promuove la cultura del bello ed elevare l’uomo alla conoscenza di Dio. Auspichiamo – ha aggiunto Don Paolo Scoponi – la ripresa del turismo dopo il sisma”.

Gianluca Bellucci, presidente di Sistema Museo mostra la medaglia conferita dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, all’intero progetto Mostrare le Marche, che si declina anche a Fermo. “Investiamo in modo significativo sposando un progetto dell’amministrazione comunale che ci è piaciuto. La partecipazione della stampa in questo momento è utile anche a vedere anche cosa c’è dietro le quinte dell’esposizione e quante persone lavorano per rendere tutto pronto in vista dell’inaugurazione di oggi pomeriggio alle 17.30 a all’apertura al pubblico di domani mattina”.

La parola quindi ai due curatori della mostra. Alessandro Marchi contestualizza la mostra “nel momento storico della dominazione sforzesca a Fermo, di cui non restano molte testimonianze in città. Nel 1446 quando gli Sforza se ne vanno da Fermo, i fermani stessi distruggono la fortezza del Girfalco perché era il segno della tirannia della famiglia Sforza sulla popolazione. Noi abbiamo ritrovato e valorizzato l’aspetto artistico. Nel 1442 Francesco Sforza era sposato con Bianca Maria Visconti, figlia del Duca di Milano. In occasione del suo arrivo a Fermo fece preparare la rocca del Girfalco per accogliere la sposa. Un gruppo di pittori capeggiati da Nicola di Ulisse da Siena, con Bartolomeo di Tommaso da Foligno e altri, vengono in città a decorare le stanze del Girfalco. Della rocca oggi non è rimasto niente – ha aggiunto Marchi.
Nel percorso espositivo vi sono miniature e codici miniati, opera della Bottega Salimbeni di San Severino Marche (MC). Esposto anche un grande pagliotto d’altare, esempio rarissimo di un abito di velluto ricchissimo di una signora, divenuto poi appunto un pagliotto”.

“L’itinerario all’interno della mostra si estende poi all’esterno con collegamenti con l’oratorio di Sant’Antonio e il Museo Diocesano, situato al Girfalco – ha aggiunto Giulia Spina, altra curatrice della mostra – con un parallelo con il Messale de Firmonibus. Esposto anche il polittico di Nicola di Ulisse da Siena, che ha lavorato a Fermo in due periodi storici, oltre ad avere la propria bottega a Norcia (PG). Un polittico normalmente conservato a Spoleto. Presenti anche opere di Carlo e Vittore Crivelli”.

Conclusioni affidate a Francesco Trasatti, assessore comunale a Cultura e Turismo che sottolinea “la presenza di opere fermane in un percorso espositivo di alto livello capace di elevarle e farle apprezzare maggiormente. L’allestimento tecnico-strutturale messo in atto rimarrà e potrà essere utilizzato per successive esposizioni. A maggio, inoltre, sono in calendario la Notte dei Musei, la Giornata Internazionale dei Musei, e gli Open Days, proprio per garantire la massima e più ampia fruizione possibile”. Ultimo passaggio Francesco Trasatti lo ha riservato ai “percorsi turistici che con Sistema Museo stiamo portando avanti su temi specifici, tra cui il Quattrocento, per permettere oltre alla visita alla mostra, una visita alla città. Grazie al grande lavoro compiuto dagli uffici comunali, seppur con carenza di personale, che hanno lavorato con grande sacrificio e spirito di comunità”.

 


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