Presunto falso in bilancio, presunto mendacio bancario (Si applica a chi, al fine di ottenere concessioni di credito per sé o per le aziende che amministra, o di mutare le condizioni alle quali il credito venne prima concesso, fornisce dolosamente a enti creditizi notizie o dati falsi sulla costituzione o sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria delle aziende comunque interessate alla concessione del credito) e presunto atto di falso sulle deleghe di un’assemblea per influenzarne la volontà. Sono queste le tre ipotesi di reato contestate a vario titolo ai 26 indagati all’interno della vicenda dell’ex Banca del Fermano.
Tutto ebbe inizio dopo un esposto in Procura nel 2016 (leggi l’articolo). La successiva indagine degli uomini della Guardia di Finanza è durata due anni. Oggi gli avvisi di chiusura delle indagini arrivati ai 26 soggetti ritenuti al centro delle vicende. Legali dei soggetti in questione che non si sbilanciano ancora in dichiarazioni ufficiali spiegando di dover visionare e studiare le carte. Avvocati che sono comunque fiduciosi e confidano nel poter dimostrare l’infondatezza della accuse.
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