Nuova sede Confcommercio, Sangalli:
“Servizio importante nel post-sisma”
(VIDEO)

FERMO - Intervenuto anche il prof. Gregori per tracciare un quadro della situazione regionale e del Fermano

di Alessandro Giacopetti

All’interno della mattinata che ha visto l’inaugurazione della nuova sede di Confcommercio Marche Centrali a Fermo (LEGGI QUI), dopo gli interventi delle autorità locali e regionali, una relazione sul quadro economico marchigiano e fermano è stata proposta da Gian Luca Gregori, pro rettore all’Università Politecnica delle Marche e docente alla LUISS di Roma: “Relativamente alla disoccupazione, l’Italia è sempre più spaccata in due: più bassa al nord, ad esempio Trentino e Veneto, e più alta al sud, con picchi in Calabria. Le Marche si situano al centro della scala”. Il professor Gregori ha poi toccato altri punti per dire che “I giovani vanno via, il territorio invecchia, il patrimonio immobiliare decade in modo forte. Ciò deriva dal fatto che il territorio è sottoposto a flussi: di persone, di turisti, finanziari, ed è quindi in movimento e in mutamento.

Per affrontare tale problematica la coesione tra imprese, amministratori e istituzioni è fondamentale. Nel Fermano c’è una miriade di piccole imprese, poche di dimensioni medie ma sono marchi importanti e alcune grandi che però tendono ad andare via”. Secondo i dati portati da Gian Luca Gregori, nel 2017 su un totale di 18.808 imprese attive, 17.742 erano microimprese fino a 9 addetti, 992 piccole fino a 49 addetti, 67 medie fino a 249 addetti e 7 grandi. “Statisticamente – ha proseguito il pro rettore all’Università Politecnica delle Marche – nel Fermano prevalgono le imprese individuali, poi vengono quelle di persone. L’export ha avuto un andamento negativo dal 2014 al 2017. Le Marche restano una regione manifatturiera, anche se gli occupati nel settore Terziario rappresentano il 55% del totale. Il punto – secondo il professor Gregori – è analizzare le caratteristiche del territorio e impostare strategie a 15 e 20 anni per la sua crescita. Un territorio in cui la popolazione tende a spostarsi dai comuni dell’entroterra a quelli della costa e ad invecchiare. Quindi nelle aree interne ci saranno sempre meno abitanti e sempre più anziani”, ha concluso Gregori.

L’intervento finale è stato quello di Carlo Sangalli, presidente nazionale Confcommercio, che ha esordito dicendo: “il mondo che Confcommercio rappresenta oggi nel quadro dell’economia nazionale vale oltre il 40% del Prodotto Interno Lordo e dell’occupazione. Non può fare panchina nella difficile partita della crescita. Noi come Confcommercio dobbiamo metterci impegno e responsabilità, caratteristiche che vedo qui rappresentate, a partire da Giacomo Bramucci, presidente e Massimiliano Polacco, direttore Confcommercio Marche Centrali. Una nuova sede è preziosa quando viene aperta in luoghi colpiti dal terremoto, che ha squassato la terra, la vita e la speranza di molti. Per le imprese è simbolo della ripartenza, del ricostruire ambienti di lavoro e di vita. A questi uomini e donne dedico l’inaugurazione, un segnale di presenza di nuove strutture e estensione di nuovi servizi per chi si affida a Confcommercio”.

Quindi il presidente Sangalli ha ampliato lo sguardo nel panorama nazionale: “Durante la recente assemblea nazionale abbiamo chiesto che venissero tolte le misure di salvaguardia e che non venisse aumentata l’IVA a partire dal 2019. Il ministro Luigi Di Maio ha assicurato che non sarà aumentata. E’ una nostra battaglia che abbiamo portato avanti in un momento in cui la ripresa è troppo fragile, non ancora duratura e diffusa. Serve che ripartano la domanda interna e gli investimenti. L’IVA – ha aggiunto il presidente nazionale Sangalli – tocca tutti i cittadini, ma soprattutto quelli dei ceti meno abbienti, come pensionati e disoccupati.

Sul cosiddetto Decreto Dignità – ha proseguito Sangalli – manifestiamo preoccupazione. Due sono gli errori che rileviamo, il primo di metodo, perché non sono state ascoltate le parti sociali; il secondo di merito, perché è una stretta ai contratti a termine che aggrava costi e incertezze e non spinge a fare rapporti di lavoro a tempo indeterminato. Lungo il percorso parlamentare va modificato – ha aggiuto Sangalli ricordando 3 punti fermi per Confcommercio – il contrasto all’abusivismo, secondo lo slogan ‘stesso mercato, stesse regole’; la cura del rapporto tra città, territorio e commercio; il sostegno all’innovazione anche attraverso il piano di impresa 4.0. Il lavoro da fare è tanto – ha chiosato Sangalli prima di lasciare il palco – e parte da qui: da una nuova sede e dal territorio”.


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