Si è svolto lo scorso 14 luglio da Oscar e Amorina alle Piane di Montegiorgio il dodicesimo Cenato del Club dei cenatori. Settanta cenatori hanno partecipato da numerose città d’Italia all’annuale assemblea di luglio dell’associazione nazionale nata nel 2006 allo scopo di valorizzare trattorie e ristoranti che conservano le tradizioni della tavola e che promuovono i piatti tipici dei territori, così tanti e diversi da regione a regione da rendere sbagliata e impossibile la definizione univoca della
cucina italiana, se non attraverso semplificazioni riduttive o stereotipi.
Sotto l’impulso della presidenza dell’effervescente e instancabile Alfonso Rossi, negli ultimi due anni il Club dei cenatori ha registrato un aumento esponenziale degli iscritti sino ad arrivare a contare oggi più di duecento soci provenienti da varie regioni e suddivisi in sezioni locali, secondo il principio del federalismo gastronomico sancito dallo statuto.
Da Oscar e Amorina, durante la cena in omaggio alla scottona marchigiana e al maiale allo stato brado, i piatti presentati dallo chef Francesco Conti e preparati a vista in modo spettacolare, si sono alternati a momenti di danza del ventre, con la ballerina Miriam, di letteratura e di scienza, con interventi di esperti come il nutrizionista Simone Menin sulle capacità nutrizionali della scottona marchigiana e lo psicologo Mirko Pensieri che ha compiuto un esperimento a forte impatto emotivo sulle potenzialità della memoria.
Ospite d’onore della serata, che si è aperta con l’inno nazionale e la preghiera del cenatore e che è proseguita fino a tarda notte con i brindisi in rima del presidente, è stato Umberto Piersanti, una delle maggiori figure della letteratura contemporanea. Poeta e scrittore di fama nazionale, Piersanti prima di parlare del suo ultimo libro di racconti, “Anime perse”, ha tracciato il quadro dei rapporti tra il convivio e la letteratura nel corso dei tempi, partendo dall’Odissea sino agli autori contemporanei, soffermandosi su alcune curiosità riguardanti i gusti di Giacomo Leopardi che detestava i risotti e amava, in particolare, i gelati.
Il Club dei cenatori non si propone, quindi, di celebrare soltanto i piaceri della buona tavola ma il cibo di un certo tipo e consumato in compagnia la sera rientra in un universo più ampio di bellezza, di stile, di cultura e diviene un vero e proprio lusso funzionale all’arte di vivere. In chiusura, dopo il messaggio molto apprezzato del cenatore a vita Lilia Orlando, “assente per la vetusta età”, che ha augurato ai cenatori presenti “salute, ricchezza e felicità”, il fondatore, Alberto Cardano, cenatore 1, ha ricordato la genesi del Club e, richiamandosi al film Blade Runner, ha sottolineato l’importanza della memoria anche in cucina per preservare e tramandare i piatti della tradizione alle generazioni più giovani.
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