STORIE DEL FERMANO
Elvezio Serena racconta i 60 anni dall’attivazione della filovia Porto San Giorgio-Fermo

FERMO - Dal 1958 al 1977 ha trasportato migliaia di studenti, sopratutto del Montani. I 60 anni della filovia P. S. Giorgio-Fermo e linea urbana per S. Salvatore. Rintracciato finalmente il decreto ministeriale del 1956 di chiusura della ferrovia

di Elvezio Serena (Componente consiglio nazionale Italia Nostra)

I 60 anni dalla attivazione della Filovia. Il 6 febbraio 1958, a circa un anno e mezzo dalla chiusura della Ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Amandola, avvenuta il 27 agosto 1956 (sessantadue anni fa), veniva attivata la Filovia da parte della Società per le Ferrovie Adriatico-Appennino (F.A.A.). E’ stato uno dei rarissimi esempi, in Italia, di trasformazione di una ferrovia in filovia.
Un servizio comodo tra Porto S. Giorgio e Fermo, ma anche un utile collegamento urbano tra il centro città e il quartiere S. Salvatore, dove dal 1955 funzionava il nuovo Seminario arcivescovile, e il quartiere Tiro a Segno era in via di sviluppo.
Venivano effettuate 40 coppie di corse giornaliere con una capienza trasportabile di più di 6.000 viaggiatori. Nel 1960 sulla filovia furono trasportati più di 1.000.000 di passeggeri, che andranno a diminuire negli anni seguenti a causa dello sviluppo automobilistico privato.
Ricordo l’ultimo macchinista de “lu trinittu” Gino Pennacchietti (deceduto nel novembre 2009), uno dei primi autisti del nuovo, moderno, rapido, silenzioso ed ecologico filobus. Molti studenti, soprattutto del Montani, utilizzavano questo mezzo quando, da varie regioni d’Italia, arrivavano in treno a Porto S. Giorgio.  
Ma anche questa caratteristica delle due cittadine, unite da chilometri di fili di rame percorsi da sei vetture FIAT 2401F che raggiungevano perfino la velocità di 80 km/h, scomparve. La filovia, alimentata a 1200 V in corrente continua con sottostazione di conversione ancora oggi visibile lungo la provinciale fermana funzionò, infatti, fino al dicembre 1977, per poi essere smantellata (anche se diversi pali di sostegno della linea aerea, e i blocchi di cemento che li sorreggevano, sono ancora oggi presenti lungo le mura medievali di Fermo). Un grave errore sopprimere la filovia, dopo la perdita della ferrovia.

Rintracciato finalmente il decreto ministeriale di soppressione della ferrovia che ho cercato da tempo. A seguito del parere 10 febbraio 1956, n. 57/A, espresso dalla Commissione Interministeriale per l’ammodernamento e il potenziamento dei pubblici servizi di trasporto in concessione il Ministero dei Trasporti, con il Decreto Ministeriale 8 marzo 1956, n. 1017, decide la trasformazione della linea, ai sensi della legge 2 agosto 1952 n. 1221, mediante sostituzione con Filovia nel tratto tra Porto S. Giorgio e Fermo e con autoservizi tra Fermo e Amandola.

Grazie alla cortese disponibilità e competenza della Direttrice dell’Archivio di Stato di Fermo, dott.ssa Francesca Mercatili, e del personale addetto, sono riuscito finalmente a rintracciare il D. M. 8 marzo 1956 n. 1017, recante “l’approvazione del piano di trasformazione della ferrovia Porto S. Giorgio-Fermo-Fermo-Amandola, in cui, tra l’altro, “si ritiene che la ferrovia più non risponde alle moderne esigenze e che è opportuno sostituirla con servizi stradali”.
Nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti il documento cercato non compariva, ma la caparbietà della dott.ssa Gabriella Sansonetti, dell’Archivio Centrale dello Stato di Roma – Servizio Araldica, è stata risolutiva. La ricerca nel “Bollettino ufficiale dell’Ispettorato generale della motorizzazione civile e dei trasporti in concessione”, 1956, n. 7, conservato presso la Biblioteca interna dell’Istituto, ha dato esito positivo.

Come curiosità riporto sotto un estratto del Decreto, costituito da dieci articoli, a firma dell’allora Ministro Armando Angelini, in cui si evidenzia la spesa per l’attivazione del servizio filoviario. “Il costo dei lavori di costruzione della Filovia è determinato in lire 87.344.ooo ed è interamente coperto dal valore di recupero degli impianti fissi della ferrovia che la Società F.A.A. è autorizzata ad alienare. Il costo di costruzione del materiale rotabile da adibire al servizio filoviario è determinato in lire 67.306.000”.

Nello stesso decreto la concessione alla Società F. A. A., che aveva come Direttore dell’esercizio di Fermo Gian Luigi Carazzai, veniva prorogata di 25 anni, fino al 1984. Nel 1987 subentrò la S.T.E.A.T., Società Trasporti Ete-Aso-Tenna spa, che oggi gestisce il trasporto pubblico nella Provincia di Fermo.


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