Giovanni Martinelli
C’è stato nella storia delle Marche, e forse oltre, un istituto disgraziato come il Tarantelli di Sant’Elpidio a Mare? E’ la domanda amara che si pone l’ex sindaco, oggi consigliere comunale, Giovanni Martinelli, sull’istituto alberghiero elpidiense. Ricorda Martinelli come la scuola abbia “lottato per la sua autonomia, (dipendeva dal “Ceci” di Ascoli); riuscitaci, ne ha goduto per poco, in quanto assorbita dal mega-polo ora Urbani di Porto Sant’Elpidio. Il Tarantelli nacque con la vocazione contabile (rilasciava diplomi di segretario d’azienda e corrispondente in lingua estera) poi precorse i tempi inaugurando i corsi sul turismo e, successivamente, la scuola alberghiera. Di contabile non si parla più (forse un bene visto l’andamento dell’economia locale), il turismo se lo è visto prima surrettiziamente poi definitivamente scippare verso mare. Poi l’alberghiero che, salomonicamente, oggi sta ‘un po’ su e un po’ giù’ con maggior notorietà delle attività sul mare”.
Secondo Martinelli le disgrazie maggiori sono quelle fisiche, nel senso che “Sant’Elpidio a Mare è l’unico Comune a non aver ottenuto una nuova sede scolastica, così che il Comune si è visto costretto, negli anni, a far girare un po’ qua un po’ là i poveri studenti: da palazzo Francescani a palazzo Sinibaldi, all’ex Casa del fascio, adesso all’ex Scuola calzaturieri (altro ‘delitto’ l’averla massacrata). Risultato: il Comune di Sant’Elpidio a Mare ogni volta si è trovato costretto a sacrificare locali e sedi inadatti e senza servizi per ospitare scuole, che sarebbe stato più utile destinare ad altri scopi. Questo mi porta a fare una riflessione sui mancati interventi strutturali: se ci fosse stata una scuola nuova, non ci sarebbe stato bisogno di continui traslochi, di genitori in subbuglio. Su questo, però, dovrebbero rispondere i politici di governo del passato e del presente”.
Martinelli ricorda un obbligo: “Quando, attraverso convenzione sottoscritta nel 2003 dagli allora sindaco Renzo Offidani e presidente Pietro Colonnella, Comune e Provincia dettero una sede all’Istituto professionale, la Provincia si obbligò a sistemare ad aula magna-auditorium l’ex chiesa detta di San Francesco. In questi 15 anni che fine ha fatto quell’obbligo? Io provai più volte a sollecitare, ovviamente senza mai essere ascoltato. Andrebbe ancora rispettato? Si potrebbe monetizzare a scopo pubblico? E’ un altro dei racconti che sto facendo per ricordare i tanti calci che la mia città ha preso dalla politica e da chi ha governato. La gente, purtroppo, tace: forse questo silenzio rassegnato è più dannoso del danno vero”.
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