di Sandro Renzi
Verdetto impietoso quello che arriva dalla Commissione Europa. L’indagine condotta dall’Ue nel 2017 per misurare la qualità della pubblica amministrazione in ben 192 regioni del vecchio continente colloca l’Italia molto in basso nella classifica stilata “intervistando” oltre ottanta mila cittadini-utenti. Le principali regioni del centro-sud compaiono infatti per 8 volte nel rank dei peggiori 20, con la Calabria che si attesta addirittura al 190° posto. E le Marche? Il giudizio non è pur nulla confortante. Posizione 170 per la regione governata da Luca Ceriscioli. I dati sono quelli elaborati dall’Ufficio Studi Cgia di Mestre che ha preso in esame il rapporto della Commissione europea ed il Quality of Government Institute of Gothenburg University. L’indice della qualità della pubblica amministrazione altro non è che il risultato di un mix di quesiti posti ai cittadini che riguardano per l’appunto la qualità dei servizi pubblici, l’imparzialità con cui vengono assegnati e la corruzione. “I servizi pubblici direttamente monitorati a livello regionale sono quelli a valenza più territoriale (istruzione, sanità e sicurezza) ma l’indice tiene conto a livello Paese anche dei servizi più generali come ad esempio la giustizia, in modo da stilare anche una classifica nazionale” precisano dall’Associazione Artigiani e piccole e imprese Mestre.
Quello che ne deriva è quindi un indicatore che varia tra 100, ottenuto, manco a dirlo, dalla regione finlandese Aland e zero assegnato alla regione bulgara di Severozapaden. Il territorio più virtuoso, per l’Italia, è il Trentino Alto Adige (indice pari a 41,4) seguito da Emilia Romagna (127° posto) e Veneto (128° posto). Molto più giù arrivano le Marche. Ma se può consolare gli amministratori locali marchigiani, la classifica della Commissione Europa si chiude con regioni come la Campania, la Calabria o il vicino Abruzzo (189° posto). L’edizione dell’Eqi 2017 è la più imponente indagine subnazionale focalizzata sulla qualità della pubblica amministrazione. La terza in otto anni, Le prima due indagini furono fatte nel 2010 e successivamente nel 2013. Anche la metodologia di indagine nel frattempo è cambiata. Nelle Marche l’indice è di 19,2 ed è stato ottenuto valutando sostanzialmente tre macro aree: il tema della qualità (27,5), quello dell’imparzialità (38,1) ed infine della corruzione (16,7). Dati che devono senz’altro far riflettere e da cui partire per rilanciare e migliorare la PA a cui quotidianamente si rivolgono i cittadini per svariati motivi e che troppo spesso non offre risposte tempestive. Un esempio è quello che la Cgia porta ancora una volta all’attenzione di chi governa. Tra 19 Paesi Euro presi in esame per valutare questa volta la facilità di fare impresa, l’Italia si colloca al 14° posto ed al 46° nel mondo ed addirittura all’ultimo posto, a livello Ue, per quanto riguarda il costo per avviare un’impresa (13,7% sul reddito pro capite).
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati