di Pierpaolo Pierleoni
Una mattinata per parlare del nuovo piano di difesa della costa, delle possibili osservazioni da parte delle associazioni di categoria, delle opere programmate per il futuro nella zona. Molto numerosa la partecipazione, stamattina a Villa Baruchello, all’incontro organizzato dalla regione Marche per approfondire il Piano di gestione integrata delle zone costiere. Tre i filoni del provvedimento analizzati: l’adeguamento alla direttiva alluvione, la gestione delle aree oggetto di concessione demaniale e le strutture a difesa della costa. C’erano operatori balneari di tutto il Fermano, associazioni di categoria, da Confcommercio a Cna, amministratori locali, a partire dai sindaci di Porto Sant’Elpidio e Pedaso Nazareno Franchellucci e Vincenzo Berdini.
Com’era prevedibile, è soprattutto il tema delle opere di protezione del litorale a riservare gli aspetti più interessanti, argomento che sta a cuore in primis ai balneari elpidiensi, che attendono con impazienza certezze sulla realizzazione delle scogliere emerse. I tecnici della Regione, a partire dall’ing. Giorgio Filomena, non hanno lasciato molto spazio alle illusioni, precisando che ad oggi non è previsto alcun finanziamento per l’opera. La stima dei costi presente nel piano regionale ammonta complessivamente a 288 milioni di euro per 37 interventi puntuali di difesa del litorale. Di questi, 60 milioni hanno già copertura economica certa, 140 una copertura ipotizzata (programmazione fondi Por Fesr, interventi della Rete ferroviaria italiana, Fondi sviluppo e coesione ed altri canali di finanziamento), 88 milioni sono ad oggi senza nessuna copertura.
Il comune di Porto Sant’Elpidio vuole fare la sua parte per velocizzare e, ha annunciato il sindaco Nazareno Franchellucci, “invieremo delle osservazioni alla Regione in vista dell’approvazione definitiva del Piano di difesa della costa, chiedendo che l’intervento su Porto Sant’Elpidio sia considerato prioritario. Subito dopo l’ok definitivo al piano, che prevede la possibilità delle scogliere emerse, il Comune si sobbarcherà i costi di progettazione dell’opera. Non viviamo nel mondo dei sogni, nessuno si aspetta 15 o 17 milioni di euro subito, ma ci auguriamo che dal 2020 possa iniziare la realizzazione. Il Comune da solo queste risorse non potrà mai averle”.
Si leva contro le scogliere emerse la voce del prof. Carlo Bisci, dell’università di Camerino: “L’intervento che propone il Sindaco è sbagliato e costa il quadruplo di quello che servirebbe. Se guardiamo l’evoluzione della costa, noteremo che Porto Sant’Elpidio è storicamente stabile, ma è andata in erosione subito a nord dei due pennelli realizzati negli anni scorsi, quello alla foce del Tenna e all’altezza della Playa de Cococciò. Basterebbe abbattere queste strutture per restituire il normale transito di sedimenti da sud a nord, senza provocare ulteriori danni. Un lavoro più veloce, economico, ecologico, semplice”.
Presente il consigliere regionale Francesco Giacinti, che ipotizza una soluzione alternativa: “Mi auguro che si possa riversare parte dei fondi per la progettazione europea per la protezione della costa. Un’idea ancora in fase di studio, di cui ho parlato col presidente Ceriscioli, è che sia direttamente la Regione a realizzare le scogliere, dotandosi di un pontone (una piattaforma galleggiante, ndr) strumento per approvvigionarsi dei massi che servono per quest’opera. Potremmo prendere le pietre dalle nostre cave, penso in particolare a quella della Gola rossa, che a quanto pare ha caratteristiche particolarmente indicate. In questo modo saremmo nelle condizioni di abbattere notevolmente i costi per questa infrastruttura”.
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