di Andrea Braconi
foto e video di Simone Corazza
La crescita costante di Gastroenterologia? “Il merito è di tutti: personale medico, coordinatori, Oss, personale infermieristico, fino all’Area Vasta 4 che ci ha sempre sostenuto”. Ne è convinto Giampiero Macarri, primario del reparto dell’Ospedale “Murri” di Fermo che quest’anno arriva al traguardo dei 10 anni (per il video completo in reparto cliccare qui).
Una ricorrenza importante, che verrà celebrata al Teatro dell’Aquila con due pomeriggi all’insegna del confronto e di un bilancio frutto dell’impegno di tante figure che in quel reparto hanno lavorato e continuano ad impegnarsi. Persone che Macarri ha voluto tutte accanto a sé. “Abbiamo deciso di fare una sorta di rimpatriata, coinvolgendo tutti quelli che sono venuti qui nell’arco di 10 anni” spiega.
Se giovedì 20 dicembre la prima sessione di #fmgastro (questo il titolo scelto dal primario) sarà dedicata alle malattie bilio pancreatiche, il venerdì si toccherà il tema delle patologie infiammatorie croniche intestinali. “La novità è che quest’anno, in questo congresso che facciamo sistematicamente, abbiamo coinvolto anche i medici di medicina generale, gli infermieri, medici che con noi hanno fatto un po’ di training ed il personale Oss. Saranno due pomeriggi sugli argomenti tematici che per noi sono più caratterizzanti”.
Dottor Macarri, che bilancio tracciamo di questi primi 10 anni?
“Decisamente positivo, c’è stata una crescita progressiva della quale parlerò nella mia presentazione. Una crescita culturale e anche da un punto di vista organizzativo e strutturale. Siamo partiti con 4 posti letto e adesso ne abbiamo 13. Il numero degli esami è arrivato a 7.300. Prima c’erano 2 sale endoscopiche, oggi ce ne sono 3. Prima c’era un certo numero di medici, adesso siamo di più. C’è stata l’introduzione di nuove tecniche. E poi l’inaugurazione delle Ibd Unit (Inflammatory Bowel Disease, ndr), (leggi l’articolo), che è stata una crescita da un punto di vista organizzativo sul modo di gestire il paziente a 360 gradi e che ha richiesto un grosso lavoro interno. Inoltre, abbiamo un laboratorio dedicato alle malattie pancreatiche. Nonostante la fase che stiamo vivendo e compatibilmente con le risorse disponibili, c’è stato sicuramente un appoggio dell’azienda e delle istituzioni . E c’è stata vicina l’università.”
Giovedì parlerà anche delle nuove sfide?
“Non ci fermiamo. Essendo questo un gruppo di giovani medici, che hanno l’entusiasmo non solo di apprendere ma di andare avanti, ci sono delle sfide che dobbiamo e possiamo assolutamente accogliere e sulle quali puntare. La forza di questa realtà è la forza del gruppo, l’ho sempre detto in maniera convinta.”.
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