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Di Ruscio al vetriolo sulla tassa di bonifica: “Assurdo, i cittadini pagano
due volte lo stesso servizio”

FERMO - L'ex sindaco attacca Regione Marche e Consorzio: "La tassa di bonifica non è dovuta, lo sostengo da anni; ora c'è anche l'obbligo ai Comuni di convenzionarsi al Consorzio, con costi maggiori che pagheranno tutti i cittadini"

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. L’ex sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio cita Albert Einstein per aprire una riflessione sulla gestione della bonifica, settore su cui da qualche anno sollecità un cambiamento da parte di Regione Marche e Consorzio competente.

Di Ruscio parte da due recenti notizie. La prima è il finanziamento regionale, ricevuto dal comune di Porto San Giorgio, per ripulire l’alveo e la messa in sicurezza del Fosso Vallescura al fine di eliminare i rischi idrogeologici. “Se la manutenzione viene effettuata con fondi regionali, per quale motivo i proprietari dei terreni limitrofi debbono pagare la tassa di bonifica? – si chiede Di Ruscio – E’ vero, come diciamo da anni, che i contribuenti pagano due volte lo stesso servizio, una volta con la tassazione generale e la seconda con quell’illegittimo balzello. Solo nel nostro maldestro Paese si paga due volte un servizio. Più in generale vale la nostra osservazione, derivata da una attenta disamina delle leggi nazionali e regionali degli ultimi 30 anni, che oggi il Consorzio di Bonifica non è più legittimato a imporre la tassa di bonifica perché la competenza idraulica è della Regione Marche e se questa ha voluto delegare una parte dell’attività al Consorzio di Bonifica, allora dovrebbe anche fornire le risorse finanziarie derivanti dalla delega stessa e non imporre nuove tasse attraverso il Consorzio. Quindi ben fa la Regione a finanziare l’intervento di fosso Vallescura così come interviene ogni anno nelle zone montane, ma per questo deve anche vigilare sull’attività del Consorzio, facendo eliminare il balzello”.

Di Ruscio nota anche la modifica, sempre da parte della Regione, della legge 13/2013 sulla Bonifica “obbligando i gestori delle risorse idriche delle Marche a convenzionarsi con il Consorzio di Bonifica per lo scarico delle acque, si parla di un incremento dei costi dei gestori superiore a 1,5 milioni di euro che ci troveremo sulla bolletta idrica. Una nuova tassa occulta!”

Per chiudere, secondo Di Ruscio, “non solo la Regione non fa nulla per eliminare la tassa di bonifica, illegittima come affermato da sentenze della magistratura, ma c’è l’intenzione di imporre oltre alla doppia tassazione anche la terza tassazione per lo stesso servizio, che troveremo sulla bolletta idrica. In questo modo anche tutti gli immobili urbani pagheranno la tassa, non direttamente al Consorzio, ma occultata sulla bolletta idrica.  Sembra assurdo e paradossale, ma è la verità. Non parliamo più di politica a servizio del cittadino ma del cittadino-suddito vessato ed a servizio della politica”.

Di Ruscio ricorda anche che il Consorzio di bonifica ha inviato ai Comuni delle Marche e altri enti “la bozza del Piano generale di bonifica. Forse manca l’idea di cosa sia, ma nel nuovo anno ne sapremo di più. Regione e Consorzio, contrariamente a quanto afferma Albert Einstein, perseverano nell’errore. Basta riflettere sul fatto che gli amministratori del Consorzio non solo non rispettano le sentenze, le appellano e rimettono il ruolo anche nell’anno successivo, come se nulla fosse successo. Sono convinto che se il cambiamento non lo faranno loro, lo faranno gli elettori-contribuenti nel 2020. Intanto auguri di buon 2019 con un’altra tassa da festeggiare”


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