di Andrea Braconi
Quello dei 100 giorni all’esame è un rito che si rinnova anno dopo anno, assumendo anche forme nuove. E anche nel 2019 nel Fermano sono riecheggiate le voci degli studenti che si avvicinano all’ultimo atto della loro esperienza formativa nelle scuole Superiori. E in un immancabile mix di striscioni e colpi di clacson in giro per le varie città, sedi di istituti secondari di secondo grado, la mattinata è scivolata via tra battute, selfie e canti.
Agli studenti è anche giunto l’augurio per gli imminenti esami da parte della presidente della Provincia Moira Canigola e del suo vice Stefano Pompozzi. “Il nostro pensiero è rivolto anche ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e a tutto il personale delle scuole che ogni giorno formano e sostengono i nostri studenti, affinché siano loro di ausilio. Le nuove prove oggetto dell’esame siano affrontate con serenità e spirito costruttivo, senza affanno ed ansia”.
Ma proprio la riforma dell’esame di Stato è stata al centro di una protesta da parte di alcuni giovani. “Come da tradizione questa è una giornata diversa, un giorno di festa perché non andiamo a lezione. Personalmente però – tiene a precisare Jamil El Sadi, frequentante il quinto anno del Liceo Economico Sociale – ho vissuto questi 100 giorni in maniera movimentata: per me, infatti, è stato anche un modo di manifestare contro un esame di Stato cambiato all’ultimo, senza la dovuta preparazione. Queste modifiche possono piacere o meno, non sta a me discuterlo, ma sicuramente sono state comunicate in estremo ritardo, provocando diverse problematiche sia nei confronti dei professori che degli studenti”.
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