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Più donatori e donazioni,
chiamata unica provinciale:
assemblea sul presente e futuro dell’Avis

FERMO - Rossi: "La chiamata unica provinciale è il futuro dell'Avis Provinciale. Donazione non più nominale ma per gruppo sanguigno in base alle necessità"

di Alessandro Giacopetti

Fare il consuntivo dell’anno precedente, consolidare la pratica della chiamata unica provinciale e approvare il nuovo statuto modificato per renderlo coerente con la legge di riforma del terzo settore. Questi in sintesi gli obiettivi raggiunti durante la annuale riunione dell’Avis Provinciale Fermo, svolta sabato 23 marzo, al teatro nuovo a Capodarco.

Con una platea in piedi e un minuto di silenzio in ricordo dei donatori scomparsi nel corso dell’anno 2018 si è aperta l’assemblea annuale che ha visto presenti le delegazioni delle varie sezioni comunali: Altidona, Amandola, Fermo, Monte San Pietrangeli, Montegiorgio, Montegranaro, Monte Urano, Petritoli, Porto San Giorgio, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Torre San Patrizio. A dare la parola al presidente Franco Rossi è stato il suo predecessore nel ruolo, Giovanni Lanciotti, oggi componente della provinciale.

Sul palco del teatro nuovo a Capodarco, proprio il presidente provinciale Franco Rossi, ha sottolineato “l’aumento dei soci nelle varie comunali, corrispondente ad un aumento generale delle donazioni, sia per via di nuovi iscritti che per un maggiore impegno dei donatori abituali. Bene anche la raccolta di plasma. Il totale delle donazioni 2018 di sangue intero è 7812 unità, cui si aggiungono 998 unità di plasma. Ne erano rispettivamente 6478 e 887 nel 2017. Un risultato ottenuto sia grazie ai donatori – ha tenuto a precisare Franco Rossi – sia grazie all’operato di medici, dirigenti e personale addetto all’accoglienza”. Un intervento concluso da Franco Rossi ricordando che “il donatore deve essere umile e avere i principi di rispetto, educazione e sincerità”.

Obiettivo della chiamata unica, è stato detto durante l’assemblea, è abbattere i campanilismi, organizzare la chiamata dei donatori a livello centrale, ottimizzare l’efficienza di una donazione che ora basata sulle necessità di sangue in base al gruppo sanguigno. La chiamata unica è molto importante perché organizza l’afflusso di donatori e il lavoro nei centri di raccolta. Ne sono destinatari i donatori periodici, i nuovi e gli aspiranti, oltre a quelli che sono temporaneamente sospesi. La chiamata unica è il futuro e, dopo una serie di ragionamenti, abbiamo deciso che verrà fatta senza appaltare servizi a società o cooperative esterne. Lo faremo come Avis Provinciale. Importante anche il rispetto della privacy e lo snellimento degli obblighi burocratici da adempiere per lasciare all’Avis la cosa più importante: la sensibilizzazione alla cultura del dono.

Presenti ed intervenuti per un breve saluto anche il sindaco Paolo Calcinaro, che è anche donatore Avis, l’assessore regionale al Bilancio, Fabrizio Cesetti e il consigliere Francesco Giacinti oltre a componenti dell’Area Vasta 4.


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