di Paolo Gaudenzi
FERMO – Un appuntamento ormai consolidato nella tradizione, giunto alla sesta edizione (riprendendo dopo due anni di sospensione a causa delle problematiche legate al recente sisma).
Come ogni anno da oltre un lustro, dunque, la Federazione Italiana Giuoco Calcio, incarnata dalle figure istituzionali della provincia di Fermo con in testa il delegato, professor Giuseppe Malaspina, si è rifatta promotrice della “Pasqua del Calcio Fermano“: un momento di raccoglimento e preghiera che, come tipico, prevede l’ammassamento di dirigenti e sportivi in piazza del Popolo prima dell’ascesa sul colle del Duomo, per la Santa Messa delle 19.00.
Quadri dirigenziali e calciatori, con questi divisi per ambiti d’età, hanno così colorato il cuore di Fermo a partire dalle 18.00 di ieri. I teneri campioncini in erba afferenti alle scuole calcio (Piccoli Amici, Primi Calci e Pulcini) uniti ai colleghi più esperti dei settori giovanili (categorie Esordienti, Giovanissimi, Allievi e Juniores) operanti in provincia, accompagnati da genitori, tecnici e figure apicali dei rispettivi sodalizi si sono poi posizionati sui banchi del Girfalco per la funzione religiosa celebrata da Monsignor Rocco Pennacchio.
Piena la soddisfazione di Malaspina, che prima di lasciare spazio alla celebrazione del rito liturgico al clericale, ha ricordato dal pulpito come, quella calcistica, sia l’aggregazione provinciale sportiva più numerosa con gli oltre 2600 tesserati a somma tra vivai e dilettanti over, per un movimento che oggi coinvolge anche numerosi ragazzi stranieri.
Durante l’omelia Monsignor Pennacchio, soddisfatto della nutrita partecipazione, ha paragonato la passione, morte e resurrezione di Gesù alla passione che ogni calciatore è chiamato a mettere nell’ impegno durante gli allenamenti, nella “morte” considerata sacrificio verso i compagni di squadra e nella resurrezione quando, girando la pagina da un periodo prestazionale negativo, si torna a fare gol (obiettivo singolo) o a vincere una partita (ritrovato traguardo di gruppo). La Santa Messa si è chiusa con un fragoroso quanto spontaneo applauso dei calciatori rivolto al Vescovo, che da par suo ha ricambiato salutando i presenti.
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