di Andrea Braconi
“Il fenomeno del consumo di droga non è aumentato, ma sono cambiati la geografia delle sostanze, la fascia d’età e il profilo del consumatore”. A fare una precisazione quanto mai doverosa, soprattutto alla luce di recenti fatti di cronaca, è la dottoressa Gianna Sacchini, direttrice dell’Unità Operativa Complessa Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche dell’Area Vasta 4 di Fermo.
“Le overdose da eroina, di cui molto si è parlato nei giorni scorsi, non dovrebbero accadere se il paziente è in trattamento e se assume una piccola dose di metadone – sottolinea -. Nella maggior parte dei casi le persone che sono vittime di overdose non sono in carico presso i servizi per le dipendenze patologiche. Quindi, le persone in trattamento potrebbero essere coperte da questo rischio”.
Oggi però si trovano sostanze non presenti nelle tabelle ministeriali degli stupefacenti. “Vengono confezionate in maniera artigianale e può accadere che ci siano conseguenze pericolose per un mix letale, che però è difficile da prevenire” tiene a precisare la direttrice.
E i tossicodipendenti, aggiunge, non vanno considerati come categoria, ma come un insieme di persone che stanno male. “Sono persone che fanno fatica ad affrontare il quotidiano, non le cose eccezionali, non sono attrezzati per questo”.
Dalle rilevazioni effettuate dallo stesso Servizio sono emersi alcuni trend interessanti. Intanto il numero di pazienti in carico dal 2000 ad oggi, in media 627 (esclusi gli appoggi) e in linea con le tendenze regionali. E sul totale dei pazienti trattati nel 2018 (esclusi gli appoggi), il 35% risultano essere i casi nuovi.
Quanto ai casi aperti al giorno in media, su un totale di 680 pazienti 500 sono dipendenti da sostanze (di cui 45 detenuti), 100 gli alcoldipendenti, 55 i giocatori di azzardo e 25 gli appoggi. “Gli alcoldipendenti dal 2004, anno dell’avvio dell’ambulatorio, si sono stabilizzati su una media di circa 120 pazienti l’anno fino ad arrivare a 163 nel 2018. I giocatori d’azzardo presi in carico dal 2011 (prima dell’inserimento nei LEA) sono mediamente 60; nel 2018 abbiamo avuto 64 pazienti in cui è incluso un dipendente da Internet. Gli appoggi dal 2013 sono considerati a tutti gli effetti come in carico e assorbono molte prestazioni da parte del personale medico-infermieristico. Le famiglie, alle quali sono state offerte prestazioni di supporto ed assistenza fin dall’avvio del servizio, dal 2017 usufruiscono di un progetto dipartimentale di presa in carico a loro dedicato e vengono rilevate nello specifico: da 41 nel 2017 sono passate a 82 nel 2018”.
Nel 2018 le sostanze primarie per cui sono stati trattati i pazienti sono:
Quanto alle caratteristiche anagrafiche dei pazienti in trattamento, questo il riscontro da parte del personale del Servizio Territoriale Dipendenze Patologiche:
Lo sballo con un click e la rete che crea astinenza: crescono (e cambiano) le dipendenze
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