di Andrea Braconi
C’era molta attesa intorno alla nomina del primario di chirurgia dell’Ospedale “Murri” di Fermo. Attenzione da parte dell’ambiente sanitario ma non solo, come ha voluto ribadire il direttore dell’Area Vasta 4, Licio Livini, nel presentare il dottor Silvio Guerriero, che prenderà servizio il prossimo primo agosto.
“Con questo passaggio ci presentiamo ai cittadini per ribadire quello che abbiamo fatto finora – ha spiegato Livini -. È stato già siglato il contratto, manca soltanto che prenda servizio avendo già dato il tempo di preavviso di tre mesi, come previsto dalla legge”.
Una presentazione, è il Livini pensiero, per ribadire come l’Area Vasta 4 abbia fatto “un’ottima scelta” e le procedure concorsuali siano state espletate “in un percorso di massima correttezza, trasparenza e legalità”. “Tutte quelle strumentalizzazioni messe ad arte – ha aggiunto – non meritano più di tanta attenzione, se non il fatto che a certe sollecitazioni dobbiamo rispondere con riscontri formali”.
Per Livini il dottor Guerriero arriva in una realtà sanitaria e un territorio che, nonostante tutto, mantengono alto il livello di qualità dei servizi. “Arriva in una chirurgia retta fino alla corso anno dal dottor Corradini, che ringrazio per quanto ha fatto in 14 anni, con professionalità, serietà e senso di appartenenza. Un grazie va anche al dottor Bernetti, che ha retto la situazione in qualità di facente funzione, e a tutto il gruppo dei medici che lavora in Chirurgia”.
Un reparto che conta 30 posti letto e che ha la necessità di rispondere in maniera sempre più professionale a diverse esigenze. “Cercavamo una figura principalmente con una caratterizzazione relativa all’apparato gastroenterico e alle patologie di tipo oncologico, ma anche con esperienze e competenze di vari ambiti. Siamo certi di averla trovata nel dottor Guerriero, che lavora presso l’azienda sanitaria di Belluno, è laureato con 110 e lode alla Federico II di Napoli, specializzato con il massimo delle votazioni e con esperienze in giro per l’Italia e per il mondo. Qui trova un bello staff di colleghi chirurghi già integrati, un buon esempio di lavoro di gruppo”.
“Ringrazio per la fiducia concessa – ha esordito Guerriero, che alle polemiche sulla sua nomina non ha prestato attenzione, come ha precisato -. A Belluno ho trovato una realtà molto propositiva e focalizzata sulle innovazioni. Ho avuto la possibilità di frequentare ambienti specialistici e altri centri importanti. Qui a Fermo ho conosciuto l’equipe, giovane motivata e desiderosa di fare un percorso di crescita insieme. La forza di un reparto nasce da un gruppo coeso e con un obiettivo comune: il mio è implementare la chirurgia laparoscopica e integrare la chirurgia in una serie di percorsi diagnostico terapeutici di studio del paziente e su misura per lui”.
E come ribadito all’unisono, il Murri offrirà al neo primario un’equipe affiatata che, come sottolineato dalla dottoressa Fiorenza Padovani, in quest’ultimo anno ha continuato a lavorare con un impegno notevole. “Questa Area Vasta ha un bacino di utenza di circa 170.000 utenti a cui vanno garantite le cure. Il ruolo del nostro ospedale non è minore ma diverso dagli altri, con un peso e un’importanza uguale a quello delle altre province”.
Responsabile della gestione del rischio e della sicurezza delle cure, il dirigente Andrea Vesprini ha parlato della chirurgia come di un pilastro fondamentale. “La chirurgia attuale va verso un approccio mino invasivo, esattamente come ci ha ribadito Guerriero. Noi abbiamo creato un gruppo disciplinare per presentare un percorso di presa in carico e il paziente ha tutto già codificato, un lavoro portato in Asur dal quale uscirà un documento che verrà determinato e messo in pratica”.
Alla presentazione non ha potuto prendere parte il dottor Stefano Dallari, direttore del Dipartimento chirurgico, perché impegnato in sala operatoria, ma che ha comunque voluto inviare un messaggio a Guerriero, rinnovando la grande stima e la collaborazione reciproca. “I rapporti tra direttori delle unità operative complesse sempre stati ottimi e sarà sempre così. Accogliamo il dottor Guerriero con grande cordialità e faremo di tutto per agevolargli una rapida e fruttuosa integrazione”.
A fare il punto sul reparto – che conta 12 chirurghi (“Ma ne servirebbero un paio in più”) e circa 40 infermieri – è il dottor Bernetti. “Abbiamo cercato di mantenere i numeri richiesti dal Piano nazionale esiti, numeri che nel 2018 nelle varie categorie di intervento (tumori colon, stomaco, colicisti) sono rimasti tutti. Dobbiamo migliorare nella laparoscopica del colon e ci aspettiamo un incremento di questa attività mini invasiva. La base è buona, anche dal punto di vista della squadra. Aggiungo che, rispetto a quanto affermato da Vesprini, quella dei percorsi è una cosa importante: oggi non esiste una patologia generica, il paziente deve sentirsi in carico in una struttura dove tutti i medici girano intorno a lui”.
A chiudere nuovamente il direttore Livini, che ha spiegato come l’obiettivo rimanga quello di limitare o invertire la mobilità passiva. “Circa il 45% dei ricoveri se ne va da un’atra parte. Visto che il dottor Guerriero ha esperienze anche sulla robotica, queste metodiche più moderne possono essere di aiuto per cercare di recuperare rispetto allo storico ed essere in linea con i tempi. Quanto alle donazioni, altro tema importante, in questo territorio dobbiamo essere meno timidi, perché quando abbiamo chiesto qualcosa abbiamo riportato. E qui c’è ancora qualche imprenditore che ha la possibilità di aiutarci”.
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