di Andrea Braconi
Medicina Fisica e Riabilitativa, Urologia e Ginecologia: tre Unità Operative Complesse dell’Area Vasta 4 (e l’Ufficio Relazioni con il Pubblico) insieme per sensibilizzare la popolazione sull’incontinenza urinaria, patologia che in Italia colpisce tra l’1,5 ed il 5% degli uomini e tra il 10 e il 30% delle donne.
Il programma delle iniziative gratuite di prevenzione, stilato per venerdì 28 giugno in occasione della Giornata Nazionale dell’Incontinenza, vede per Medicina Fisica e Riabilitativa una serie di incontri di gruppo (sia teorici che pratici) al Distretto di Porto San Giorgio dalle ore 9 alle 14, per una durata di un’ora ognuno, mentre Urologia e Ginecologia faranno visite direttamente all’Ospedale “Murri”, entrambe con orario 15-19. Tutte le prenotazioni saranno aperte a partire da mercoledì 19 giugno.
La patologia, è stato spiegato in occasione della presentazione alla stampa, viene oggi contrastata con terapie molto efficaci (da quelle mediche alle fisioterapiche, per chiudere quando necessario con quelle chirurgiche) e interessa tutti, anche donne anche in età molto giovane e prima di parti e gravidanze, anche se la fase prevalente resta quella dalla menopausa in poi; tocca anche i bambini oltre i 3 anni, quando cioè dovrebbero aver sviluppato la propria continenza, con 1 su 10 che invece soffre ancora di enuresi a causa della propria incapacità di controllo; c’è poi una fascia di popolazione più delicata, legata a malattie importanti come sclerosi multipla e Parkinson.
Per il direttore dell’Area Vasta 4, Licio Livini, quello del 28 giugno è un esempio importante di lavoro integrato. “Parliamo di un’attività di prevenzione fatta da più servizi e quindi torniamo sul tema della multiprofessionalità. Inoltre, riprendiamo anche alcuni concetti come la medicina centrata sul paziente, sulla quale mi chiedo se sia più un slogan o una metafora imperfetta”. Perché per Livini nel rapporto tra medico e paziente deve esserci un equilibrio. “Nessuno deve avere la prevalenza, si deve rimanere in questo equilibrio in una mutua relazione dove in mezzo vanno aspetti sociali ed economici, la vita vissuta a domicilio e fuori dall’ospedale. E in questo rapporto ci deve essere un bel coinvolgimento, con il medico che ha l’obbligo di alfabetizzare il paziente rispetto a determinate situazioni. È giusto che chi curiamo debba sapere cosa facciamo”.
Mahmoud Yehia, direttore di Urologia, ha rimarcato come la prima terapia sia quella comportamentale. “L’Area Vasta 4 ha voluto mettere in campo i suoi professionisti, che saranno a disposizione di uomini e donne per spiegare cos’è l’incontinenza e per rispondere a tutte le perplessità”.
Assente il primario di Ginecologia e Ostetricia, Alberto Maria Scartozzi, per un impegno in sala operatoria, a farne le veci è stata la dirigente medico Nardi. “Noi abbiamo un ambulatorio per la patologia del pavimento pelvico e il 28 faremo visite gratuite e consulti. La bellezza sta nel fatto che molto spesso le pazienti non parlano della loro problematica, un po’ per vergogna e anche perché impatta notevolmente la qualità della vita. Ma parlarne è una buona iniziativa. In tutte le linee guida la prima fase è quella della prevenzione, poi c’è la riabilitazione e quella chirurgica arriva solo per ultima. Lavorare sulla prevenzione significa anche evitare che le persone arrivino qui da noi soltanto in stato avanzato”.
Ad interessarsi da anni del pavimento pelvico è la dottoressa Romana Attorresi, primario di Riabilitazione. “È importante lavorare in equipe, come ha spiegato il direttore Livini. Ed è importante anche dire che non parliamo di incontinenza urinaria e basta, ma di un paziente con le sue caratteristiche e le sue patologie. Per questo serve una valutazione globale. In Italia sono circa 5 milioni le persone che ne soffrono e 3 milioni sono donne”. Dati che però, secondo la Attorresi, sono inficiati dal fatto che la gente non ne parla. “Molto dipende dalla collaborazione del paziente, da quanto sente la problematica e poi ne riferisce. A Porto San Giorgio abbiamo un ambulatorio aperto per due giornate e dedicato alla visita fisiatrica del piano perineale. In questi anni ho visitato tante persone, soprattutto donne; persone che ho visto negli anni passati ma che poi sono tornate non avendo seguito il percorso che avevo consigliato. Per questo è importante parlarne, solo così si può lavorare con la prevenzione”.
Un concetto ripreso anche da Yehia, che ha voluto evidenziare come il percorso sia lungo ma come alle persone piacciano soluzioni immediate. “Così è difficile la gestione e quindi spiegheremo che chi soffre di questo problema intanto non si deve vergognare (la scienza ha fatto passi in avanti importanti) e che non si deve pensare solo alla chirurgia”.
Attorresi ha precisato come sia fondamentale anche un lavoro su stili di vita, abitudini e comportamenti. “È bello sapere che riusciamo attraverso la nostra presenza a informare e quindi anche ad educare la gente. Spesso la persona non ne parla per vergogna e si creano dei problemi nella rete personale, con difficoltà da un punto di vista sessuale e persino sociale. Anche per il paziente anziano è importante sapere che esiste questa problematica ma deve saperlo soprattutto la famiglia. La difficoltà motoria, per fare un esempio, rende difficile raggiungere una toilette ed arrivare in tempo per evacuare. Così possiamo informare la famiglia ad avvicinarsi e a modificare a volte ambienti di vita o stimolare le persone ad una maggiore autonomia”.
Riguardo agli incontri programmati, i gruppi saranno di 10 persone, divise tra uomini e donne. “Faremo una serie di esercizi in gruppo sul tappetino e indicheremo i comportamenti giusti e insegneremo a mantenere forte e sano il muscolo del pavimento pelvico. Le donne sono quasi abituate a pensare e a sopportare questo disturbo, mentre per l’uomo specie dopo un’operazione non è facile accettare questa problematica”.
“Dal punto di vista urologico – ha aggiunto la dottoressa Tombolini, urologa dell’equipe di Yehia – quella maschile è più nascosta e se ne sente parlare meno. Spero che questa sia l’occasione per fare sensibilizzazione ed iniziare un percorso di maggiore attenzione e informazione per chi sarà lì quel giorno e magari, se necessario, un percorso di diagnosi e terapia”.
Nel ricordare il ruolo fondamentale dell’Urp per le prenotazioni ai servizi offerti il 28 giugno (ufficio da contattare al numero 0734.6252800 dal lunedì al venerdì in orario 8.30-16.30) il direttore Livini ha invitato i responsabili dei vari reparti a ragionare in caso di richieste molto elevate su una seconda giornata dedicata alla prevenzione.
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