“Dopo l’inerzia del Comune di Fermo, che non si è avvalso del ‘diritto di opzione’ per l’acquisto del complesso dell’ex stazione Santa Lucia, la volontà manifestata dal presidente della STEAT Alessandrini di voler esercitare il ‘diritto di prelazione’ nell’asta già fissata per metà ottobre certamente rassicura i cittadini fermani sul fatto che almeno quel patrimonio così importante per storia e collocazione non finisca nelle mani di qualche privato. Da qui però ad affermare che la dislocazione di quel deposito sia la soluzione migliore per il bene della città, già oggi e in prospettiva, ce ne passa davvero! ” Massimo Rossi, capogruppo consiliare “Fermo Migliore” e Maria Giulia Torresi, capogruppo consiliare “L’Altra Fermo” tornano sulla vicenda relativa all’alienazione dell’ex stazione Santa Lucia.
“Da decenni la città discute appassionatamente sull’importanza di quel sito – scrivono Rossi e Torresi in una nota – immagina la sua riqualificazione in spazi e servizi funzionali ai bisogni e alle aspettative di una popolazione scolastica, crescente che popola gli immobili circostanti (a breve raggiungerà la bellezza di 2500 unità) e che costituisce storicamente uno degli elementi che caratterizzano orgogliosamente Fermo come città di studi.
Nessuno immagina che la riconversione possa avvenire da un giorno all’altro, ma la scelta di consolidare l’attuale destinazione, con la ristrutturazione degli immobili per farne uffici e servizi per il trasporto pubblico, ottenendo “in cambio” il restauro dei fabbricati storici appare una vera e propria ‘iattura’. E se è vero che, come dice il presidente STEAT Alessandrini, molti dei ‘suoi’ autobus sono attualmente alimentati a metano, è altrettanto vero che l’inquinamento di quel luogo è certamente incrementato dall’impatto dell’uscita e dal rientro di decine e decine di pullman e di pulmini, in quel tratto di strada già abbondantemente congestionato e lo sarà in modo crescente dopo l’apertura della nuova scuola media per 700 alunni. Così come, in relazione al deposito di carburante a ridosso di vari edifici scolastici, l’esistenza purtroppo di altre situazioni analoghe non giustifica ne giustifica la permanenza quando si intravvede finalmente la possibilità di eliminare il problema alla radice”.
Rossi e Torresi proseguono: “Ciò che Alessandrini probabilmente non ha avuto modo di riferire in occasione dell’incontro con la stampa, è invece quello che nei giorni scorsi lo stesso presidente riferì personalmente agli scriventi; cioè dei passi già intrapresi dalla Società allo scopo di individuare un altro possibile sito, meno congestionato ma nel contempo poco distante dal centro urbano, dove dislocare in modo più funzionale il futuro nuovo deposito degli autobus. Passi che avevano già portato ad individuare una possibile area da acquisire nei pressi del complesso degli impianti sportivi della città. L’intenzione ‘uscire dalla partita’ sino ad ora manifestata dal Sindaco Calcinaro, certo, costringe la STEAT ad abbandonare tali ipotesi virtuose per ‘metterci una pezza’ ma molti consiglieri comunali, come noi, ritengono che la strada sia ancora aperta per far tornare il Comune sui suoi passi. Basterebbe ad esempio stipulare un accordo con la STEAT, con impegni reciproci in relazione ai tempi ed alle modalità di un graduale e concordato percorso di delocalizzazione del deposito, per poi partecipare all’asta con un’offerta concordata, riservando l’eventualità dell’esercizio del diritto di prelazione da parte della società dei trasporti solo nel caso di inserimento nell’incanto di soggetti privati con offerte superiori”.
I due consiglieri concludono: “E’ per queste ragioni che abbiamo chiesto la convocazione urgente di una specifica seduta del Consiglio Comunale, preceduta da un’apposita commissione consigliare. L’auspicio è che il Sindaco e la Presidente del Consiglio non vogliano svilire ulteriormente il ruolo dei consiglieri comunali, su una scelta strategica di specifica competenza del Civico Consesso, con una trattazione formale e sciatta magari in coda ad una seduta di routine convocata oltre il limite dei termini stabiliti dalle norme”.
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