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Un ecotomografo per Neurologia:
la Fondazione Carifermo
sempre vicina al Murri (VIDEO)

FERMO - Alla presentazione della nuova strumentazione il presidente Alberto Palma, il direttore Licio Livini e il primario Mario Signorino

di Andrea Braconi

Il 29 agosto sei nuovi cardiomonitor per la Medicina generale. Il 19 settembre un ecotomografo per la Neurologia. In sole tre settimane la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo ha donato all’Ospedale “Murri” strumentazioni fondamentali per far operare al meglio i rispettivi reparti (e non solo), dimostrando ancora una volta una spiccata sensibilità nei confronti del mondo sanitario fermano e dei pazienti che sono costretti, per vari motivi, ad accedere ai vari servizi.

“La Fondazione ha mantenuto la sanità tra gli ambiti di intervento e ha fatto la scelta strategica di stare vicino a questo plesso ospedaliero” ha ribadito il presidente Alberto Palma. “Le esigenze ogni tanto vengono manifestate, nei limiti del possibile vengono considerate e anche accolte. Stavolta tocca alla Neurologia, un reparto importante che per questo tipo di strumentazione aveva necessità di appoggiarsi ad altri reparti. È un dono per loro, ma anche un sollievo per gli altri. Ci fa piacere essere utili e questo non sarà l’ultimo intervento per quest’anno. Nella speranza di avere un nuovo ospedale, al momento riteniamo opportuno far funzionare quello che già c’è”.

Affiancato da diversi primari del “Murri”, accorsi per salutare il responsabile di Neurologia Mario Signorino prossimo alla pensione, il direttore Licio Livini ha tenuto a ringraziare la Fondazione per l’ennesima dimostrazione di vicinanza. “Oramai con la Carifermo ci vediamo spesso, ogni volta che viene sollecitata risponde – ha spiegato Livini -. Per quello che è la medicina oggi siamo arrivati a dei settori specifici, a personalizzare le terapie e in questo percorso le macchine ci danno una mano sostanziale. Le tecnologie ci hanno aiutato tanto, ma non dobbiamo perdere di vista quello che è il paziente. Dietro le macchine ci sono le persone, sia perché le macchine le fanno le persone, sia perché le macchine le governano le persone. E credo che questo valore delle persone vada risottolineato. E anche dietro alla sensibilità di chi ci vuole bene, dietro alla sensibilità degli enti ci sono le persone. Quindi, grazie presidente perché tu sei una di queste” ha detto rivolgendosi all’avvocato Palma.

E all’ecotomografo donato, che si va ad aggiungere alla dotazione tecnologica del reparto, ha fatto riferimento proprio Signorino, al quale colleghi e membri della sua equipe hanno tributato un meritato applauso per l’impegno e la professionalità dimostrati in questi anni. “Un ringraziamento all’avvocato Palma e alla Fondazione perché questa apparecchiatura era per noi fondamentale, era un pezzo mancante nella nostra dotazione strumentale. Avere la disponibilità di apparecchiatura diagnostica così importante per noi significa potenziare enormemente le nostre capacità. Devo anche ringraziarlo per essere stato come al solito estremamente generoso, non ponendo limiti al potenziamento della macchina per renderla idonea a lavorare bene per molti anni, con tutti i collegamenti possibili con altre metodiche. Ci sono sicuramente dei punti di avanguardia in questa macchina che sono stati accolti senza alcun problema”.

Una Fondazione che è sempre stata al servizio della popolazione e dell’ospedale con grande sensibilità, ha ribadito Signorino. “Questa per me è l’ultima occasione nella veste di direttore dell’Unità Operativa di Neurologia, visto che tra un paio di giorni lascerò il servizio attivo, anche se continuerò a lavorare con altre modalità. In queste occasioni si ripensa al passato, a quello che si è fatto. Devo dire che ho preferito fare questo commiato in un’occasione in cui festeggiamo l’arrivo di una macchina. E credo che capiti a pochi direttori andare via lasciando dotazioni strumentali recenti, che è un aiuto in più per il nostro organico che ha sempre dovuto arrancare per poter fare tutte le attività richieste”.

Ma di strada, ha sottolineato, ne è stata fatta tanta dal suo arrivo. “Abbiamo aumentato notevolmente la dotazione dei letti, abbiamo acquisito delle strutture importanti come la Stroke Unit, abbiamo potenziato gli organici. Quindi, personalmente sono contento, anche se tutte le critiche posso arrivare e sono accettate. Mi congedo da voi con la soddisfazione di veder crescere il reparto. Faccio l’augurio ai miei di poter lavorare ancora meglio, di poter continuare in questo percorso. Ringrazio il direttore Livini che in questa fase ci è stato molto vicino e ha accolto queste mie richieste pressanti di aiuto sul versante degli uomini, così come la Fondazione sul fronte delle strumentazioni. Spero che il percorso sia completato tra pochi giorni con la ripresa dell’attività in servizio delle psicologhe che costituiscono una parte dell’attività importante di questo reparto”.

Prima del commiato, Signorino ha ricordato ai vertici dell’Area Vasta 4 e al personale medico presente come rimangano due i pilastri fondamentali della Neurologia. “Il primo è quello dell’emergenza urgenza, dove siamo fondamentali: i ricoveri giustificano secondo alcune statistiche circa il 30% degli accessi al Pronto Soccorso. L’altra gamba è rappresentata dalle malattie degenerative che sono in costante aumento e l’ospedale deve essere in grado di affrontare bene questi elementi”.

A spiegare l’utilità della strumentazione il dottor Patrizio Cardinali, che potrebbe ricevere l’incarico di facente funzione in attesa della nomina del nuovo primario. Presente anche la coordinatrice della Neurologia, Romina Morelli. “Per quello che riguarda il nostro reparto – le parole di Cardinali – questo tipo di diagnostica viene fatta prevalentemente per pazienti che hanno malattie cerebro cardiovascolari, un ictus cerebrale o un attacco ischemico transitorio. Per questo motivo è importante valutare se c’è una stenosi a livello delle carotidi che giustifica l’ictus, ma che può anche indirizzare ad eventuali trattamenti chirurgici o endovascolari. Si fa uno screening importante e consideriamo che le linee guida nazionali dicono che l’ecodoppler alle carotidi in un paziente colpito da ictus andrebbe fatto entro le 72 ore, ma se non hai la macchina è difficile stare dietro agli standard. Quindi, avere una macchina disponibile ci farà crescere; anche altri medici oltre Forconesi impareranno ad utilizzarla”.

Annualmente, ha precisato lo stesso Fabrizio Forconesi, sono 200 gli ecodopler dei pazienti ricoverati solo in Neurologia. “Sono numeri importanti, portati avanti sempre con apparecchi che altri ci prestavano. E da questa cifra lasciamo fuori gli ecodoppler nell’ambulatorio che facciamo il venerdì con un apparecchio interdivisionale e quelli che facciamo in urgenza in Pronto Soccorso, utilizzando la loro apparecchiatura. Parliamo di apparecchi non settati per le carotidi e quindi con tutte le riserve del caso. Ecco perché avere ricevuto questa strumentazione è un ottimo risultato, una cosa che aspettavamo da tanto tempo”.

 


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