“Mentre si sta discutendo sull’aumento delle tasse sui biglietti aerei e sulla diminuzione degli sconti fiscali per il carburante dei camion perché inquinano, ogni Stato sta riconsiderando queste contrapposizioni in virtù di un orientamento “green” e di una vocazione assoluta alla tutela ambientale. Nelle piccole realtà territoriali come province, comuni, piccoli paesi, non ancora si diffonde la consapevolezza che non possiamo più permetterci l’inquinamento ed il surriscaldamento che oggi tutti contribuiscono a far crescere a dismisura. In queste scelte coraggiose è insito il beneficio futuro di ogni nazione ed è in queste scelte che si evidenzia la capacità di chi è chiamato ad amministrare il territorio. Ed è in quest’ottica che deve collocarsi la gestione dell’area della Vecchia Stazione di Fermo Santa Lucia”.
Inizi così l’intervento di Italia Nostra Fermo che in merito all’asta dell’area dell’ex Stazione Santa Lucia, attuale deposito Steat, illustra la propria proposta di recupero: ” Molto è stato detto e innumerevoli possono essere le proposte in merito al recupero urbanistico, architettonico e funzionale dell’area occupata dalla Vecchia Stazione, tutte ugualmente valide e degne di approfondimento. Italia Nostra sezione del Fermano suggerisce ora una proposta concreta, ovviamente migliorabile e rivedibile in alcuni suoi punti, ma ben fondata sulla documentazione prodotta dagli enti preposti. In base al punto n. 5 del “Disciplinare d’Asta” aggiornato al 18/07/2019 e pubblicato sul sito del Consiglio Nazionale del Notariato, riguardante appunto la procedura di asta pubblica per la vendita del bene in oggetto, è auspicabile che un intervento forte e concreto da parte dell’Amministrazione Comunale possa bloccare la procedura in corso. Si legge infatti che ‘L’Agenzia del Demanio si riserva, comunque, in ogni momento della procedura e fino alla stipula del contratto, per motivate ragioni, la facoltà di modificare, sospendere e/o non dare ulteriore corso agli atti della Procedura d’Asta e all’Aggiudicazione, senza che gli Offerenti o gli Aggiudicatari possano avanzare alcuna pretesa nei confronti della stessa’. Non potrebbe forse il Comune far valere, nelle sedi opportune, la propria posizione anche se in ritardo? A nostro modesto avviso sì, poiché il sito in vendita, in base al Piano Regolatore Generale vigente, coincide quasi interamente con l’area progetto n.3 per la quale il Comune ha pianificato la presenza di un’area per sedi istituzionali, socio-assistenziali ed amministrative, prefigurando nell’art. 78 delle Norme Tecniche di Attuazione del piano la demolizione di due capannoni di tipo industriale del deposito autobus. Il medesimo articolo sembra prevedere che l’intervento urbanistico debba essere di iniziativa pubblica e solo a richiesta di altro soggetto privato avente titolo. In tal caso il Consiglio Comunale può deliberare di consentire un intervento urbanistico di iniziativa privata. A maggior ragione, è il Comune stesso che nel Piano Regolatore Generale vigente, specifica la natura dei servizi che, ad oggi, possono essere offerti nell’area. Nello specifico si parla di sedi istituzionali, amministrative o di corpi di polizia, di attrezzature socio-assistenziali, di attrezzature per pubblici servizi e attrezzature ecologiche per servizi urbani, di attrezzature per lo spettacolo e la cultura”.
Per Italia Nostra: “Il Comune pertanto ha in mano tutti gli strumenti per poter finalizzare una decisione prendendo una posizione netta nei confronti del Demanio (che in base a quanto presente nel Disciplinare, potrebbe non dare ulteriore corso alla procedura) della STEAT e di altri possibili acquirenti. Il Comune, inoltre, una volta formulata la proposta di acquisto, potrebbe avviare un dialogo con la STEAT per consentire all’azienda l’utilizzo in affitto dell’area per un numero limitato di anni, con la prospettiva di una delocalizzazione pianificata, seria e definitiva. Ciò consentirebbe al Comune stesso di rientrare parzialmente della spesa fatta e, fatto non di poco conto, di evitare che la STEAT (che si è sempre dichiarata interessata a fare la propria offerta) partecipi all’asta e si trovi eventualmente costretta ad esercitare prelazione in presenza di più offerte e che potrebbe causare l’esborso di una cifra ben superiore alla base d’asta. Fino a che punto vale la pena investire in un’area che già oggi fa difficoltà ad accogliere, nelle giornate scolastiche, tutti gli autobus? Con il benestare del Comune, infatti, la città (ed in particolare Via Corridoni) è disseminata di autobus posteggiati sistematicamente lungo le carreggiate stradali. Per concludere, due ulteriori elementi di non particolare rilievo ma che fanno emergere la presenza di una linea di indirizzo ben definita da parte del Comune di Fermo riguardo le possibilità di sviluppo dell’area. La zona infatti, in base agli articoli 33 e 34 del PRG, sembra ricadere nell’ambito di tutela di edifici ad elevato interesse storico-architettonico e ambientale ed in quello di area archeologica. All’interno di tali ambiti di tutela sono espressamente vietati il transito con mezzi motorizzati fuori delle strade statali, provinciali, comunali, vicinali gravate da servitù di pubblico passaggio e private esistenti, la realizzazione di depositi e di stoccaggi di materiali non agricoli e la realizzazione di impianti per la distribuzione dei carburanti. Una volta ottenuta l’area, a questo punto senza vincoli riguardo la realizzazione di opere di valorizzazione del bene da parte del Demanio, il Comune avrebbe tutto il tempo di concordare assieme alla STEAT ed a altri enti pubblici o privati le modalità di recupero dell’area, che potrà avvenire in più fasi successive, con il coinvolgimento di Regione, Provincia, associazioni, fondazioni ed istituti di credito locali. Una visione certo non di breve termine, ma di grande respiro e di fondamentale importanza per la città”.
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