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Il binomio oncologia-nutrizione
“Mangiare bene per prevenire i tumori”
80 ricette per i pazienti del Murri

FERMO – Anche il primario Renato Bisonni alla presentazione del libro “Cucina perché ti vuoi bene” delle autrici Edy Virgili e Tiziana Vitale

di Andrea Braconi

Antipasti, primi, secondi, contorni, frutta e persino piatti delle feste: c’è tutto (tranne la carne rossa) nel libro “Cucina perché ti vuoi bene”, ideato da Edy Virgili, nutrizionista di lungo corso, e Tiziana Vitale, consulente di cucina salutare, edito dalla Zefiro Edizioni.

Alla presentazione, inserita nella programmazione di “Fermo e Pasta”, è voluto intervenire Renato Bisonni, primario del reparto di Oncologia dell’Ospedale “Murri” di Fermo che grazie al Rotary è riuscito a distribuire gratuitamente ai pazienti 500 copie della pubblicazione.

“Il nostro è stato un incontro molto felice – ha detto rivolgendosi alle due autrici -. Nel nostro ambito riguardo all’alimentazione si va dal ‘Fai come ti pare’ al ‘Ne ha uccisi più la farina che le pallottole’, quando invece ci sono tantissime variabili da considerare”.

Un progetto di grande valenza, quindi, in una realtà che come livello di attività è seconda soltanto al Torrette di Ancona. “Ma cosa posso mangiare? chiedono i malati. Oppure c’è la moglie che dice ‘Adesso cosa gli preparo? Non posso però essere io a consigliare la ricetta giusta e per questo ho trovato il libro equilibrato, pieno di buon senso, oltre che uno strumento utile per chi è in cerca di una risposta. Nell’oncologia, lo voglio ricordare, ci sono molti aspetti non di tipo medico, come quello psicologico, ma che sono comunque determinanti”.

E proprio sul “buon senso di essere stato scritto sulla base delle evidenze scientifiche” ha aperto il suo intervento Virgili. “Ho visto tanti libri che promettevano guarigioni miracolose, quando invece si tratta di fandonie. Si possono dire tante cose su questo argomento, ma ci sono 40 anni e più di pubblicazioni. Non possiamo scrivere ciò che vogliamo, perché il paziente si attacca a qualsiasi cosa pur di guarire”.

C’è anche l’aspetto preventivo, che tocca direttamente tutti. “L’alimentazione in alcuni casi è correlata fino al 50-60% alla manifestazione di tumori, come per quanto riguarda il colon dove si arriva al 70%. Per questo dobbiamo mangiare bene per prevenire”.

Una passione, quella per la nutrizione oncologia, che per Virgili nasce da una situazione in famiglia e che l’ha portata a studiare di tutto e di più, come ha affermato. “Quello che ho studiato volevo anche passarlo agli altri, perché tutti abbiamo il diritto di provare a guarire”.

Da qui, quindi, è nata la volontà di fornire uno strumento utile ai pazienti oncologici, ma anche ideale per mangiare bene con la famiglia. “Non bisogna confondere l’alimentazione in prevenzione con quella durante la malattia – ha precisato Vitale – e non si può prescindere da un approccio nutrizionale con un esperto. Chi non ha una formazione adeguata non può dare il giusto consiglio”.

Ottanta le ricette, semplicissime da preparare e soprattutto buone. “Mangiare sano e buon gusto si può, basta solo sapere come” hanno rimarcato all’unisono le due autrici.

Un libro scritto con un linguaggio che parla al paziente, come spiegato dall’editore Carlo Pagliacci, che ha subito creduto nel progetto. “Quando capita di fare dei libri che incidono sulla vita delle persone, il nostro mestiere acquista valore”.

“La parte psicologica è da curare e spesso chi non si vuole bene non si cucina – ha proseguito Virgili -. Serve ritrovare l’amore per se stessi e l’alimentazione è strettamente correlata con la psiche. Per questo considero il titolo bellissimo, come la finalità di raccogliere fondi dalla sua vendita e di non farne un business”.

Al pubblico è arrivato, e piuttosto nitidamente, l’invito a fare bene la spesa. “Non è tutto uguale, a partire dalla pasta. Mi raccomando sulla qualità del cibo, cercate di acquistare il più possibile prodotti che contengono meno tossine e sono ricchi di sostanze buone, come gli antiossidanti. Anche il metodo di cottura è importante: un cibo buonissimo può diventare tossico, ad esempio quando bruciamo una zucchina. E determinanti sono gli strumenti di cottura, con l’alluminio che di certo non aiuta”.

Interessante, per i presenti, capire anche come i malati dell’Oncologia fermana hanno accolto il dono. “Gli operatori sono stati tutti contenti, hanno letto e condiviso il progetto – ha evidenziato Bisonni -. I pazienti subito fanno una domanda e hanno una risposta, quindi non possono che essere felici. Qualcuno però ha evidenziato come trovare alcuni alimenti non fosse così semplice. Edy parla di chilometro zero e anch’io da anni mi muovo in questo modo. Certo, è un po’ più difficile ma con un’attenzione particolare è possibile farlo”.

“Intanto già cambiare il 50% è un ottima cosa – ha ribadito Virgili -. Siamo fortunati perché in queste zone ne troviamo dappertutto di questi prodotti. C’è un adattarsi piano piano, cambiare l’occhio quando si va a fare la spesa: tutti i supermercati oramai hanno grani antichi, farro, kamut. Io preferisco il senatore cappelli, la jervicella, ma intanto ci adattiamo piano piano ad una nuova alimentazione. Ci si abitua a comperare cose diverse che, una volta assaggiate, ci fanno rendere conto di come abbiano un sapore più vero. Quindi, perché devo comprare pasta industriale che viene dal Canada, quando qui abbiamo prodotti di un’eccellenza estrema?”.

Dopo aver spiegato come tra i peggiori “veleni” ci sia lo zucchero, Virgili ha tenuto a rimarcare come con la demonizzazione del cibo arrivino pazienti sottopeso in situazioni critiche. “Non è questo però il problema. Anche i vegani si ammalano di cancro, quindi leviamoci dalla testa che togliere i cibi sia in qualche modo preventivo. Non esiste una regola universale, c’è il buon senso di mangiare sano e di ritornare a cucinare, abbandonando le cose pronte. Si pensa di far crescere i figli con merendine e cotolette pronte, con bambini che non sanno neanche come è fatto un pollo. Non si può andare avanti in questo modo, dobbiamo farci un esame di coscienza”.

E in presenza di un lungo elenco di ingredienti che caratterizzano un prodotto, ha aggiunto Vitale, meglio lasciarlo sugli scaffali e non acquistarlo. “La nostra priorità deve essere nutrirsi bene, poi arriva tutto il resto. Togliamo il tempo a qualcos’altro ma non al trattare bene il nostro corpo. Cerchiamo di stare attenti e di avere un’inversione di tendenza. O adesso o mai più”.

Il biologico non è una moda o uno sfizio, ma una necessità” ha concluso Virgili tra gli applausi dei presenti.


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