“La pazienza è la compagna della saggezza. Così recitava un aforisma di Sant’Agostino… per l’appunto un santo… non ci sono parole più semplici ed immediate per spiegare l’idea di tolleranza, quell’olio che fa scivolare con più facilità le contrapposizioni che si vengono a creare tra persone diverse, tra culture diverse, tra ideologie e pensieri diversi. Ultimamente la provincia di Fermo e, ovviamente, la Questura, sono state messe a dura prova sotto ogni aspetto. Crisi economica, terremoto, fatti criminosi violenti, accoglienza sfrenata. Ma questo popolo silenzioso e laborioso di cittadini e poliziotti, ha ‘accettato’, sopportato e superato ogni sfida che gli è stata posta davanti, riportando ferite talvolta indelebili“. E’ l’incipit della nota del Sap, sindacato autonomo di polizia che, con il suo segretario provinciale Alessandro Patacconi e il provinciale aggiunto Costantino Alessandri, interviene sui fatti di giovedì, quando un uomo ha seminato il panico a Fermo, con in mano una roncola. Un grido, un allarme, una richiesta accorata, quelli che arrivano dal sindacato di polizia che oggi parla col cuore spezzato a causa della tragedia che ha colpito la Polizia costretta a piangere due agenti uccisi da un criminale a Trieste.
“Altri fatti di sangue si sono poi susseguiti, rapine finite in tragedia, sparatorie, innocenti che – tornano nel Fermano quelli del Sap – hanno pagato e continuano a pagare anche con la vita, ma qualcuno, ogni volta, ripete la solita frasetta: “…questo è un territorio tranquillo…i problemi sono altrove”. Sicuramente le vittime dei “tranquilli” rapinatori, aggressori, sparatori non la pensano in questa maniera. Ciò che è successo giovedì all’ora di pranzo in zona centrale, a ridosso dei maggiori poli scolastici e in concomitanza con il termine delle lezioni, solo per pura fortuna, non è diventata l’ennesima tragedia da prima pagina. Per fortuna si, ma soprattutto per merito dell’immediato intervento degli uomini e delle donne della questura e Stradale di Fermo, non ci è scappato il morto. Sempre loro, quello ‘sparuto drappello’ di angeli in divisa che nonostante la carenza di mezzi e di organico, continua a lottare non senza sacrifici, contro una criminalità sempre più radicata e senza scrupoli.
Grazie alle pattuglie intervenute e all’ottimo lavoro dell’addetto al 113 che ha gestito le richieste d’aiuto in maniera impeccabile, è stato possibile rintracciare e bloccare il folle che, per più di un’ora, ha seminato il panico nella nostra città. C’è da dire che anche il giorno prima, una sola volante di questo Upgsp, è stata chiamata ad intervenire a Lido Tre Archi, dove era stato segnalato un cittadino magrebino violento che ‘armato di Rottweiler’, stava creando disordini in quel quartiere. Gli operatori della Questura, hanno faticato non poco per riportare l’uomo alla calma, peraltro sotto la minaccia del grosso molossoide. Noi come sindacato di Polizia, è già da prima dell’istituzione della questura stessa, che chiediamo con forza e a tutti i livelli maggior attenzione per questo territorio che, nonostante abbia dimostrato di avere serie criticità per quanto riguarda l’ordine e la sicurezza pubblica, non è mai stato preso in considerazione come merita.
Rispetto a realtà simili per estensione e popolazione, il Fermano soffre di fenomeni criminosi, concentrati per la maggior parte lungo la costa, radicati e difficili da combattere, specie con le esigue forze e mezzi a disposizione delle forze dell’ordine fermane. Stiamo combattendo una battaglia dura e complicata. I nostri appelli sono caduti finora nel vuoto. Nonostante il serio impegno dell’attuale prefetto e del questore, che si sono fatti portavoce in più occasioni, presso i più alti livelli amministrativi e politici e, a dispetto delle tante promesse ricevute, fino ad oggi non ci è stata data la giusta attenzione. Non vorremmo essere ripetitivi, ma siamo ben lontani dai 168 poliziotti previsti dalle tabelle ministeriali per la questura di Fermo (e non parliamo nemmeno della Sezione Stradale). Invece di aumentare di numero, stiamo diminuendo. È di due giorni fa infatti, la notizia che due vice sovrintendenti, arrivati a Fermo da pochi mesi, verranno nuovamente trasferiti nelle rispettive province di appartenenza, giustamente per loro, ma male per noi in quanto non è previsto rimpiazzo. A noi certe scelte dell’amministrazione centrale, sembrano prive di logica. Il Sap fermano, continuerà la propria battaglia, ci dispiace dirlo, solitaria, per ricevere dai vertici della Polizia, una risposta concreta ed esaustiva.
Non ci basta sentirci dire che entro il 2020 arriveranno 20 poliziotti. Sono pochi. A differenza di altri che remavano contro l’istituzione della questura di Fermo, e continuano tuttora a dire che non doveva essere istituita, noi ci crediamo fermamente, crediamo che questo territorio meriti di più e crediamo che i poliziotti e le poliziotte fermane meritino qualcosa di più di inutili promesse da marinaio sentite fin ora. Noi teniamo alle sorti del nostro territorio e al benessere dei colleghi e, per questo, chiederemo a breve un nuovo incontro con i vertici del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, volto a chiarire una volta per tutte, quali siano le vere intenzioni del ministero. L’olio della tolleranza non è eterno e la storia ci insegna che dopo l’ennesimo fatto di sangue, o si impara la lezione e ci si impegna affinché non capiti più, o le reazioni emotive delle menti più sofferenti e deboli, rischiano di portare altro dolore. Fermo ha una storia importante e gloriosa alle spalle e noi tutti abbiamo l’obbligo di lottare affinché questo splendido territorio non venga ridotto a terra di conquista per criminali e balordi vari”.
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