di Andrea Braconi
Da diverse settimane ai microfoni di Radio Fermo Uno si stanno alternando gli specialisti dell’Area Vasta 4. L’iniziativa nasce in collaborazione con l’azienda guidata dal direttore Licio Livini proprio per fornire informazioni più dettagliate al pubblico su diversi temi. A giocare un ruolo centrale in questa settimana, nella quale cade la Giornata mondiale della menopausa, sono state diverse dottoresse: tra queste Antonella Farina dell’Unità operativa di Medicina Interna Ambulatorio Reumatologico, che affronta l’argomento delle malattie reumatiche in una fase molto delicata per la donna.
Malattie reumatiche che colpiscono maggiormente proprio la sfera femminile. “Nei nostri ambulatori l’80% sono donne. Sono malattie autoimmuni, con la deprivazione di estrogeni in menopausa che hanno un ruolo determinante. Quelle reumatiche sono malattie che compaiono spesso quando la donna va in menopausa, è uno dei picchi maggiori che abbiamo riscontrato”.
Le patologie sono circa 150, coinvolgono più di 5 milioni di italiani e la più comune, spiega la dottoressa Farina, è l’artrosi. “I sintomi più classici con questo esordio di patologie sono al risveglio il gonfiore mani e una certa rigidità. Possono esserci anche piccole tumefazioni alle piccole articolazioni delle mani. Alcune donne riferiscono anche di avere un aumento della sindrome del tunnel carpale, con un formicolio alle dita. Ma è un processo degenerativo che colpisce anche gli uomini”.
Altra patologia molto presente tra le donne è quella dell’artrite reumatoide, che colpisce soprattutto le articolazioni tra il polso e le dita. “È importante fare una diagnosi precoce per cercare di identificare il problema e fare subito una terapia adeguata, per evitare di arrivare alle invalidità che un tempo eravamo abituati ad avere nei nostri laboratori”.
Nelle Marche, sottolinea, è diffusissima la psoriasi. “Talvolta questa lesione nasconde la possibilità di avere una vera e propria artrite. Anche il gonfiore di un dito è una tipica manifestazione clinica di un paziente che ha una psoriasi”.
Al Murri è prassi fare ambulatori integrati, considerando anche come a volte il paziente esordisce con una manifestazione gastrointestinale. “C’è spesso la necessità di una collaborazione tra diversi specialisti, come avviene con i dottori Macarri e Piergallini. Il paziente deve essere valutato a 360 gradi, perché la terapia che deve essere impostata va condivisa in base alle sue caratteristiche cliniche e quindi in base all’organo colpito, che sia apparato gastrointestinale, apparato locomotore o cute”.
Alcune patologie che fanno parte di queste 150 interessano più il connettivo come il lupus eritematoso sistemico, malattia cronica di natura autoimmune che colpisce soprattutto il sesso femminile. “Il problema principale è l’invalidità che queste patologie possono recare. E perdendo la propria autonomia (sia lavorativa che in ambito familiare) viene a cadere il proprio ruolo”.
Lo scopo per cui vengono fatte diagnosi precoci e terapie, quindi, è proprio evitare invalidità. “In questo il medico di base ha una funzione centrale, perché deve aiutare il paziente a fare gli esami di primo livello; se la situazione persiste lo invia allo specialista per avere una visione più completa e capire se siamo di fronte ad una malattia reumatica o meno, con la necessità di una terapia adeguata. Bisogna educare il paziente su cosa significhi avere una malattia reumatica e, quindi, una patologia cronica: occorre saper convivere con questa malattia con momenti di benessere e fasi di recrudescenza e riacutizzazione. Serve conoscere la malattia per gestirla meglio e per questo è fondamentale avere questo tipo di rapporto con lo specialista”.
Terapia che per la Farina nel tempo viene sartorializzata. “Fondamentale però – ammonisce – è fare la terapia, senza smetterla in corso d’opera”.
Anche la fibromialgia fa parte delle malattie reumatiche e vede protagoniste donne che hanno dolori muscolari diffusi, nonostante gli esami di laboratorio siano completamente negativi.
Ma in generale, precisa la dottoressa, la terapia è cambiata e i nuovi farmaci hanno letteralmente rivoluzionato la sfera delle malattie reumatiche. “Dal 1998 i farmaci biotecnologici hanno rivoluzionato la vita dei pazienti e la storia naturale della malattia, farmaci che possono essere dati sia in vena, sia sotto cute e che bloccano l’infiammazione. Così il paziente ha una qualità di vita notevolmente migliorata e il più possibile normale per poter svolgere le azioni quotidiane e lavorative, senza dolore e senza impiegare un tempo superiore al necessario”.
Diversi sono anche gli integratori che permettono di fare una terapia per ridurre il processo degenerativo artrosico, così come per cercare di giocare d’anticipo nelle patologie reumatiche un elemento fondamentale è mantenere una certa attività fisica, che permette di non aumentare eccessivamente di peso e di rinforzare l’apparato muscolo scheletrico. “Occorre anche evitare il fumo e avere un’alimentazione ricca di verdure e frutta. Sono piccole regole, molto semplici da seguire, per evitare di andare incontro a patologie reumatiche”.
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