“Il Sindaco non provi a svicolare da quanto accaduto cercando di portare la discussione su ‘privato si o no’, perché non è questo il tema all’ordine del giorno. Nessuno delle opposizioni ha mai inteso demonizzare i privati (ma semmai richiamare ad un rapporto sano con essi) e questo non è il punto politico che è rappresentato dal fatto che l’intera gestione della vicenda della vendita della c.d. area Steat è stato un susseguirsi di errori e di miopia politico-amministrativa tanto si era convinti, Sindaco e Presidente della Steat nonché Segretario provinciale del PD, di poter ‘governare’ l’asta pubblica, secondo l’errato paradigma del: tanto se non sarà del Comune, la proprietà sarà comunque della società pubblica Steat. Vero che è ancora possibile, ma a che prezzo?”
Il consigliere comunale di LeU Sonia Marrozzini entra nel merito del dibattito politico nato dall’esito dell’asta per l’acquisizione dell’area ex stazione Santa Lucia. Lo fa criticando aspramente le scelte del primo cittadino e della maggioranza. “Ci voleva il Sindaco di Piazza Pulita per spazzare via in tre mosse il tenace lavoro delle giunte precedenti, di centro destra e di centro sinistra – spiega la Marrozzini – teso a riportare alla Città l’area della ex stazione Santa Lucia, da tutti unanimemente ritenuta strategica, per la sua conformazione pianeggiante, la sua collocazione e la sua storia. La prima con l’adozione della delibera di giunta n. 338/17, e la revoca della volontà di acquisire in proprietà gli edifici presenti nell’Area dell’ex Stazione AFA, con le modalità espresse dalla Giunta Brambatti con delibera n. 284/2014, ossia senza dover sborsare un euro ma potendo contenere il minor trasferimento dallo Stato con l’introito dell’indennità versata da Steat Spa per l’uso degli immobili (con ciò esautorando l’area dagli appetibili volumi in essa presenti), il tutto adducendo ‘l’incapacità di esprimere progettualità strategiche e valorizzanti dell’area’. La seconda facendo spirare il termine per l’esercizio dell’opzione di acquisto al prezzo poi indicato nella base d’asta, dando così l’avvio alla procedura dell’asta pubblica, procedura non modificabile né dilazionabile in alcun modo. Infine attraverso la decisione di non partecipare all’asta e mortificando il Consiglio Comunale ed i Consiglieri, oltre che dell’intera Città”.
Sonia Marrozzini non usa mezzi termini: “Infatti, a fronte della tanto sbandierata condivisione e partecipazione, la sorte di questa importante area cittadina è stata sottaciuta dal Sindaco che sul punto ha sostanzialmente deciso da solo e forse con alcuni contraddittori privilegiati, senza informare nessuna forza consiliare di Fermo, sebbene di tempo ce ne fosse in quantità. Come qualificare politicamente la condotta del primo cittadino che prima ha deciso che a Fermo non doveva interessare l’area Steat, evidentemente per accordi politici assunti in precedenza, e poi, una volta che la notizia è stata resa pubblica, grazie al consigliere Malvatani, ha tentato di correre ai ripari, aprendo alle minoranze sulla mozione e facendo votare l’emendamento con cui si dava mandato al Comune di trattare con Steat Spa, in caso di aggiudicazione, un riacquisto parziale dell’area? Si resta davvero basiti di fronte a tanta improvvisazione. E pensare poi che da quel voto unanime, fino all’asta di ieri, con l’esito che tutti conosciamo, nessun contatto vi è stato, alcun confronto e nessuna informazione. Non si è avuta nemmeno la decenza politica di convocare una commissione congiunta, bilancio ed urbanistica, per mettere a conoscenza i consiglieri sulle azioni del Sindaco conseguenti alla mozione votata all’unanimità, e pure anche qui di tempo ce n’era”.
Da qui gli interrogativi della consigliera Marrozzini: “Cosa abbia fatto in questi 15 giorni l’Amministrazione, oltre a cullarsi nell’idea che tanto la Steat Spa sarebbe stata protagonista dell’aggiudicazione dell’area per poi scendere a patti con il Comune, resta un oscuro mistero nel quale l’unica cosa chiara è l’incapacità dimostrata da chi ci governa a gestire passaggi delicati e di prospettiva per la città, oltre al fatto che le scelte importanti appaiono di esclusivo appannaggio del Sindaco il quale sembra immune da pratiche democratiche di confronto preventivo, non solo e non tanto con le minoranze, sarebbe chiedere troppo, ma anche con quelle personalità e quei profili di competenza che pure sarebbero presenti nella stessa maggioranza”.
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