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di Andrea Braconi
Con le interviste al dottor Alberto Scartozzi, primario di Ginecologia, e alla dottoressa Angela Pasculli si chiude il ciclo di incontri radiofonici sulla menopausa, organizzati in collaborazione tra Radio Fermo Uno e Area Vasta 4. E proprio in occasione della Giornata mondiale di questo “evento fisiologico” (come ribadito da entrambi) che cade il 18 di ottobre, dai microfoni della storica emittente si è tornati a parlare di questo delicato tema. “La menopausa è un momento naturale della vita della donna, non bisogna demoralizzarsi perché è un passaggio della vita come tanti altri” hanno ribadito i due specialisti.
Secondo la definizione più diffusa, ha spiegato Scartozzi, la menopausa inizia con la fine dei cicli mestruali e con la perdita fisiologica della funzionalità delle ovaie. “La diagnosi definitiva di menopausa si fa quando, per almeno 12 mesi, c’è una mancanza di mestruazioni. Bisogna chiarire che la diagnosi è clinica e si fa non con esami del sangue ma con l’osservazione della mancanza del ciclo per almeno 12 mesi. Non esiste un esame per capire che si andrà in menopausa il 15 febbraio 2020” ha ironizzato il primario.
L’età media stabilita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è di 50 anni ma spesso questa non è corrispondente alla realtà dei fatti. “In genere si va in menopausa quando ci è andata la propria mamma o addirittura c’è una forte correlazione con la nonna paterna. C’è una credenza da sfatare ed è che se si è avuta una prima mestruazione precoce si va in menopausa prima”.
Scartozzi ha evidenziato, inoltre, come la menopausa precoce avvenga prima dei 40 anni. “Ci può essere una menopausa naturale o iatrogena, cioè indotta da fatti medici che possono essere chirurgici come l’asportazione di entrambe le ovaie. La perimenopausa è un periodo che dura circa 3 anni, caratterizzato da irregolarità mestruali fino alla cessazione definitiva della mestruazione. La postmenopausa, invece, segue la menopausa vera e propria”.
Ma chi sono queste donne che fra i 45 e i 55 anni vanno in menopausa? “Sono donne diverse tra loro, ognuna con il suo vissuto – ha affermato la dottoressa Pasculli -. Sono tra le prime generazioni che hanno fatto meno figli e hanno una vita molto intensa. Diversamente dalle loro nonne hanno un’aspettativa di vita più lunga, quindi possono passare anche 30 anni in menopausa”.
Nonostante sia un periodo così lungo e rilevante, rimane ancora oggi un tabù. “Invece se ne dovrebbe parlare di più. È un periodo di transizione che fa paura proprio perché non lo si conosce. Secondo un sondaggio il 65% delle donne lo vive in maniera negativa, soprattutto per via dei vari disturbi. Invece è importante informarsi e avere conoscenza dei trattamenti”.
Tra questi c’è la terapia ormonale sostitutiva, rispetto alla quale persiste una scarsa conoscenza e una paura legata ai diversi riscontri di carcinomi alla mammella. “Esistono anche terapie non ormonali, come prodotti naturali, o terapie locali con una base estrogenica con pochissimi effetti collaterali. Ma purtroppo non si conosco le possibilità terapeutiche”.
Altro interrogativo che attanaglia l’universo femminile è l’aumento del rischio di patologie. “Dopo i 50 anni aumenta in entrambi i sessi – ha rassicurato Scartozzi -. Certo, nella donna diminuendo la protezione estrogenica aumenta il rischio di malattie cardiovascolari, ma non è che la menopausa è la causa di tutti i mali. Purtroppo dopo quell’età vengono fuori altri fattori, ma non è curando la menopausa che risolviamo tutto”.
Scartozzi ha ripreso l’argomento della terapia ormonale sostitutiva: “Bisogna stare attenti: la terapia va cucita come un vestito, in base alle esigenze della donna. La terapia estrogenica è indicata solo in alcune situazioni, ad esempio per quelle che vanno in menopausa precoce”.
“La donna vive male questo periodo, lo percepisce come una fine quando invece va vissuto come un momento di passaggio – ha concluso Pasculli -. La prima cosa da fare è sicuramente rompere il silenzio; la seconda è accettare che un cambiamento c’è, con trasformazioni di corpo e mente da inquadrare in una nuova cornice”.
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