di Simone Corazza
Ragazzi, anzi meglio, ragazzini, bambini, già espertissimi nel muoversi in rete. Ma troppo spesso non consapevoli dei rischi che il web riserva. E genitori altrettanto spesso non opportunamente al passo con la velocità di apprendimento informatico dei loro figli. Come sanare il gap? Come cercare di riportare alla normalità e, soprattutto, alla serenità ‘informatica’ grandi e piccini? A queste e a molte altre domande ieri i carabinieri hanno cercato di dare una risposta. Il comandante della compagnia di Fermo, il maggiore Roland Peluso, e il comandante del Radiomobile, il maresciallo Paolo De Angelis hanno incontrato prima gli studenti della terza media dell’Isc Betti e poi, nel pomeriggio, i genitori alla sala dei Ritratti, incontro a cui ha preso parte anche il sindaco Paolo Calcinaro.
Confronti diretti, con il linguaggio adeguato a seconda delle generazioni, quelli a cui hanno preso parte i militari dell’Arma spaziando dall’uso consapevole dei social network, arrivando anche e giustamente a parlare dei reati che si possono consapevolmente o meno, compiere e subìre in rete, a quello non meno insidioso dei giochi virtuali o dei videogiochi, dalle ore che i ragazzini trascorrono davanti a uno schermo, a quelle che i genitori ‘concedono’. Dai danni psicologici a quelli fisici. Dall’importanza del dialogo tra genitori stessi e figli, al discorso più ampio del rapporto intergenerazionale, sempre più complesso e articolato. E, inevitabilmente, l’importanza di riscoprire il tempo all’aria aperta. Anche questo, per l’Arma, significa essere al servizio del cittadino. Anzi, in simili casi, dinanzi ai più piccoli, al cittadino con la c maiuscola.
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