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Piano della Costa, via libera
in consiglio: la maggioranza esulta,
dure critiche dall’opposizione

PIANO - Approvato nella seduta odierna del consiglio regionale il Piano di gestione integrata delle zone costiere

Nella seduta odierna, il consiglio regionale ha approvato il Piano di gestione integrata delle zone costiere. E come era prevedibile, all’esultanza delle forze di maggioranza, l’opposizione risponde con aspre critiche.

Angelo Sciapichetti

“Il Piano è un grande atto, frutto della concertazione con sindaci, associazioni, operatori e  cittadini dopo decine e decine di incontri – afferma l’assessore all’Ambiente, Angelo Sciapichetti esprimendo soddisfazione per il via libera in Consiglio regionale al Piano di gestione integrata delle zone costiere – Si è arrivati alla stesura di un lavoro complesso e lungo. Il piano riesce a trovare il giusto equilibrio tra difesa dell’ambiente e attività turistico commerciali che si svolgono lungo la costa. Davvero un grande lavoro”.

“Il piano prevede una serie di interventi a tutela dell’ambiente e a salvaguardia della costa da fenomeni erosivi, garantisce la funzionalità delle attività esistenti e incentiva le strutture per puntare sul turismo sostenibile di qualità. La costa marchigiana è di 176 chilometri, il piano prevede investimenti per 288 milioni per la realizzazione in dieci anni di 37 nuovi interventi strutturali e altri di natura sperimentale”.

Fabio Urbinati

Soddisfazione anche nelle parole del capogruppo di Italia Viva, Fabio Urbinati. “L’attuazione sono stimati investimenti per 288 milioni di euro che serviranno alla realizzazione di 37 interventi strutturali in dieci anniDopo un lavoro durato quasi tre anni – sottolinea l’esponente renziano in una nota stampa – giunge al traguardo questo importantissimo atto di programmazione. I recenti fenomeni atmosferici hanno messo in evidenza come i cambiamenti climatici stiano modificando la natura del nostro territorio. Quindi la programmazione della costa, come le altre pianificazioni sulle infrastrutture, rivestono un valore ancora più importante. Previsti numerosi interventi per quanto riguarda la Riviera delle Palme. Opere molto rilevanti – prosegue nella sua nota, Urbinati – come la realizzazione di scogliere emerse e il ripascimento del litorale di Grottammare”. In particolare il Piano prevede la realizzazione di una batteria di scogliere per un varco di circa 150 metri, tra le barriere esistenti a nord e il pennello in sinistra idraulica della foce. “Serviranno anche a mettere in sicurezza la ‘Balconata verde sul mare’, il nuovo bellissimo spazio realizzato dal comune di Grottammare e divenuto uno dei luoghi, usufruibili al pubblico, più suggestivi della riviera adriatica. Particolarmente attesa la programmazione di scogliere e il ripascimento di 300 mila metri cubi lungo tutto il litorale della riserva naturale della Sentina. Previste opere – spiega il capogruppo Italia Viva – che si svilupperanno lungo 1,78 chilometri. Vista la delicatezza e il valore ambientale della zona, per questo intervento è stata posta molta attenzione, partendo dagli studi effettuati dall’Ispra nel 2009 che considerò diversi scenari d’azione”. Si tratta di un investimento per circa 11 milioni di euro. “Una cifra pari a quella impegnata – conclude Urbinati – per la realizzazione del pennello sull’Albula che, oltre ad averci regalato un bellissimo sipario come il giardino “Nottata di luna”, si è rivelato indispensabile per la difesa di un tratto importante del centro turistico di San Benedetto”.

Jessica Marcozzi e Piero Celani

Di tutt’altro avviso i consiglieri regionali FI, Piero Celani e Jessica Marcozzi che attaccano: “E’ anacronistico, pieno di no e divieti. Non centra il vero problema, l’erosione, e considera l’ambiente come un bene da mummificare”, l’affondo dei due esponenti azzurri. “Non creerà nessun tipo di sviluppo o investimenti. Anzi, rischia di favorire solo danni e abusi. Il Piano della Costa portato in Assemblea dall’Amministrazione regionale è basato su una filosofia arcaica che guarda all’ambiente solo come un bene da mummificare e non un’opportunità da valorizzare per il rilancio della regione. Non centra minimamente il maggior problema, ossia l’erosione, non fornisce alcuna facilitazione ai balneari per ammodernare le loro strutture ed è affastellato di no e divieti. Un esempio? Vieta, lungo tutta la costa, la realizzazione di locali interrati o seminterrati. Questo comporterà che le strutture esistenti verranno depauperate di porzioni da destinare a locali di servizio che, invece, potevano essere ricavati negli interrati. E ciò potrebbe anche spingere qualcuno a commettere degli abusi edilizi. Invece di aggrovigliarsi in simili assurdità, avrebbero fatto meglio a pensare a un piano organico di difesa della costa suffragato da uno studio sui cambiamenti idrodinamici delle correnti, un unitario programma di difesa di tutto il litorale marchigiano chiedendo anche il contributo del Governo per arrivare a 5/600 milioni di fondi per interventi strutturali. Invece si limitano a contributi a macchia di leopardo con circa 170 milioni di fondi che non risolvono nulla, anzi rischiano di creare ancora più squilibri e danni poiché, con aree più difese dall’erosione, le mareggiate colpiranno con ancor maggior forza quelle meno tutelate”.

Peppe Giorgini

Critico anche il consigliere regionale pentastellato Peppe Giorgini: “Si creeranno figli e figliastri fra gli operatori economici»
Il consigliere regionale pentastellato contesta aspramente alcune norme introdotte nell’atto votato dall’Assemblea Legislativa, definendole “ingiuste”.”Rischiano di alimentare disparità fra ristoratori all’interno e all’esterno dell’area demaniale e fra stabilimenti balneari vecchi e nuovi. Si dà infatti il via libera a ulteriore consumo del suolo per le nuove attività, con compensazione di suolo netto pari a zero, mentre per le attività esistenti (circa il 99%) questa compensazione di suolo non è prevista”. “Il Piano di difesa della costa è stato approvato in consiglio regionale. Bocciati tutti gli emendamenti presentati in aula dal Movimento 5 Stelle con l’obiettivo di migliorarlo. Sono state introdotte norme che creeranno grosse disparità fra ristoranti lungo la costa e stabilimenti balneari di nuova costruzione con quelli esistenti», commenta l’esponente dell’Assemblea Legislativa, con riferimento agli interventi previsti per questa tipologia di locali e attività”.

“Abbiamo 180 chilometri di costa. Di questi, 113 chilometri sono occupati da spiagge – il punto di Giorgini in un comunicato stampa – Il 62% della nostra costa è fortemente urbanizzato, ben 910 le concessioni balneari date dalla Regione e 87 le concessioni di campeggi e complessi turistici. Appena 26 i chilometri non edificati in quanto rientranti nei parchi del Conero e del San Bartolo. La sensazione è che non si sia tenuto pienamente conto di questa situazione. Si era partiti con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo e invece si darà la possibilità agli stabilimenti esistenti di realizzare strutture permanenti, denominate ‘di facile sgombero’, che non dovranno essere smontate al termine della stagione. Si permette una sleale concorrenza dodici mesi l’anno ai ristoranti situati a pochi metri, ma fuori dall’area demaniale. La Corte Costituzionale afferma, fra l’altro, con la sentenza 180/2010 che “la norma determina una ingiustificata compressione dell’assetto concorrenziale del mercato della gestione del demanio marittimo invadendo una competenza riservata allo Stato (…), favorendo i vecchi concessionari a scapito degli aspiranti nuovi”. Va ricordato anche che gli stabilimenti balneari, con riferimento particolare a quelli che prevedono somministrazione di cibo e bevande, pagano concessioni ben più basse rispetto agli affitti dei locali ‘su strada’, che hanno pure un altro problema da fronteggiare: la difficoltà, se non l’impossibilità, ad ampliare la propria superficie. Si prefigura, insomma,  una concorrenza sleale. Non solo – precisa il consigliere pentastellato – Si creano disparità anche fra i vecchi stabilimenti, che non hanno obblighi di compensazione di suolo, e i nuovi, che dovranno sottostare a vincoli ben più stringenti. Va detto, fra l’altro, che questi ultimi saranno pochissimi, considerato che non c’è davvero più spazio sulle nostre spiagge. Queste norme, a mio parere, sono ingiuste. Si creano figli e figliastri. Di positivo c’è che nel piano è stata inserita una mia mozione, approvata all’unanimità dall’Assemblea Legislativa, nella quale si prevede l’uso prioritario degli ecodragaggi e la creazione di una Banca delle Sabbie sia per combattere le casse di colmata e le discariche del mare, fuori le tre miglia, sia per essere sempre pronti ad agire nei ripascimenti delle spiagge erose”.

Romina Pergolesi

Sul concetto di ‘figli e figliastri’ ieri, a poche ore dall’approvazione, era intervenuta anche la consigliera del M5S, Romina Pergolesi: “Alcune norme rischiano di creare disparità fra ristoranti lungo la costa e stabilimenti balneari fronte mare. Agli stabilimenti balneari esistenti situati nell’area demaniale, sulla spiaggia, insomma, o a ridosso di essa – le parole della consigliera pentastellata in un comunicato diffuso ieri – sarà consentito ampliare gli spazi con strutture stagionali, semi-stagionali o di facile sgombero. Un’opportunità che i ristoranti situati a pochi metri, in genere dall’altra parte della strada, non sempre hanno, essendo su area privata. Fra l’altro, i canoni d’affitto pagati dagli stabilimenti balneari sono considerevolmente più bassi rispetto alle locazioni delle analoghe attività nelle vicinanze, nonostante vi sia appena qualche metro di distanza fra loro. C’è il forte rischio, a nostro parere, che si creino disparità, producendo pertanto una concorrenza ‘sleale’, anche perché le strutture di facile sgombero possono comunque restare aperte tutto l’anno. Mi auguro – conclude la Pergolesi – che i ristoratori che operano in prossimità dell’area demaniale, ma non all’interno di essa, siano stati informati”.


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