di Pierpaolo Pierleoni (foto e video di Simone Corazza)
Una tradizione che si rinnova da ben 57 anni, una vetrina della meglio gioventù delle scuole, degli studenti capaci di distinguersi per impegno, profitto, capacità. Ben 115 gli alunni delle scuole medie e superiori, premiati questa mattina al Teatro dell’Aquila dalla Fondazione Carifermo, che uno dopo l’altro sono saliti sul palco per ricevere l’ambito riconoscimento. Un premio che tocca scuole abruzzesi e marchigiane, 57 scuole secondarie di primo grado, altrettante di secondo grado ed il Conservatorio Pergolesi di Fermo. Numerose le autorità in sala, dal prefetto Vincenza Filippi al vicario dell’arcidiocesi di Fermo mons. Pietro Orazi, il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, quello di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci e di Montegranaro, Ediana Mancini.
“Carifermo – ha ricordato il presidente della fondazione Alberto Palma, in apertura – intraprese questra tradizione quando non c’era ancora la distinzione tra cassa di risparmio e fondazione. La presenza della banca è un valore per il territorio ed un riferimento, capace di mantenere ottime performance di attività e profitto. I premiati simboleggiano le migliori qualità dei nostri ragazzi”.
Emozionante, carica di significato, la testimonianza di Yuri Chechi, il ‘signore degli anelli’, che ha raccontato con vita, traguardi, imprese e sconfitte. “Il successo è raggiungere il proprio obiettivo. Non esiste nulla di più appagante. Io l’ho capito già da bambino. E’ essenziale trovare qualcosa che vi appassioni e vi motivi. Ho provato tanti sport, finché tentai la ginnastica artistica, praticata da mia sorella. Poi provai con la ginnastica artistica, la praticava mia sorella. In quel momento capii che la mia ricerca era terminata. Avevo trovato il mio sogno. Già in quarta elementare scrivevo in un tema che il mio obiettivo era vincere le Olimpiadi. Non è stato facile, mi sono dovuto trasferire a soli 14 anni per frequentare un centro di allenamento più attrezzato, lì preparammo un progetto per arrivare, ad 8 anni di distanza, a raggiungere quell’obiettivo. E’ stata dura conciliare l’allenamento con la scuola, ma se si vuole, si riesce”.
Un percorso fatto di infortuni e cambiamenti, come ricordato dal campione. “Ero molto portato per il corpo libero. Pensavo fosse quello il mio destino. Mi qualificai per i giochi olimpici di Seul 1988, lavorai per arrivare pronto a Barcellona 1992. Sei giorni prima di partire, in allenamento, mi ruppi il tendine d’achille. Quel momento mi ha fatto capire che nel percorso possono arrivare grandi ostacoli. Puoi rinunciare, o trasformare il problema in soluzione. Spostai l’obiettivo. Mi concentrai sugli anelli. Dovevo allenarmi di più, mi riusciva meno naturale del corpo libero. Credo che tra talento e lavoro, il 70% del risultato venga dal lavoro. Ogni giorno finivo il mio programma e nel 1993 vinsi il mio primo titolo mondiale. Mi piace credere che quell’infortunio non sia stata sfortuna. Semplicemente avevo individuato il percorso sbagliato”. Era l’inizio di una carriera leggendaria, culminata con l’oro olimpico di Atlanta. “Prima di salire in pedana per l’esercizio – ha ricordato Chechi – il mio allenatore mi disse che non potevo aver paura. ‘Yuri, non esiste un solo motivo per cui tu possa fallire. Non puoi sbagliare perchè hai fatto tutto per essere pronto per questo momento’. Questa convinzione mi ha fatto scegliere di non avere paura. Raggiungere il proprio sogno è una sensazione meravigliosa, una liberazione”.
Il racconto di Chechi prosegue, fino al quinto titolo mondiale, l’errore di “non aver avuto l’umiltà di continuare ad allenarmi al massimo”, fino al nuovo infortunio, la rottura del tendine brachiale, la sentenza del medico che gli disse “non potrai più gareggiare”, l’orgoglio di farcela comunque. “Decisi di gareggiare un’ultima volta, alle Olimpiadi di Atene 2004. La sconfitta fa parte del percorso, o vinci o impari, ma io volevo vincere e vincere ha senso solo se si rispettano le regole, se si compete ad armi pari. C’è tanto bisogno di merito nella nostra società. Mi alenai al massimo, ma il mio braccio, quando i carichi di lavoro aumentavano, non ce la faceva più. Conquistai comunque il bronzo. Quella resta una sconfitta, io non ho vinto, il mio esercizio non fu perfetto. Ma quella medaglia vale di più dell’oro di Atlanta. Nel 1996 c’era un atleta al massimo, ad Atene c’era un uomo, con le sue debolezze e paure. Il riconoscimento più grande? Mi chiamò il prof. Perugia, il medico che mi aveva operato. Mi disse: grazie a te ho imparato che anche le cose che riteniamo impossibili si possono trasformare in possibili, ti ringrazio per la lezione. Il messaggio che vi lascio, ragazzi, è questo: alzate l’asticella. Se avrete l’onestà di avercela messa davvero tutta, sarete più forti. Potrete non raggiungere l’obiettivo una o più volte, ma alla fine arriverete”.
Un legame forte, quello che lega il ginnasta alle Marche. “Amo questa terra e le debbo molto. Mi allenavo a Porto San Giorgio, alla palestra Baldassarri, poi a Fermo quando venne realizzato il Centro federale. E’ una terra straordinaria a cui sarò sempre legato”.
Poi, il palcoscenico è per i ragazzi. Uno dopo l’altro, i premiati sono saliti sul palco per ricevere il riconoscimento. A consegnare le Pagelle d’oro, il prefetto Filippi, il presidente di Carifermo Amedeo Grilli, quello della Fondazione, Alberto Palma, il sindaco Paolo Calcinaro (e a seguire quello di Porto Sant’Elpidio Franchellucci), la presidente della provincia Moira Canigola, mons.Orazi per l’Arcidiocesi. Questo l’elenco completo dei 115 studenti eccellenti: Nicolò Neviconi, Arianna Aulozzi, Carla Alfonsi, Sofia Giordani, Elisa Guerrazzi, Alissa Salvucci, Elena Branciari, Anna Cicarilli, Samuele Libero Marino, Ginevra Maria Elena Camponi, Joseph Pierangeli, Bianca Maria Costache, Tommaso Corsalini, Paolo Pierucci, Giorgia Procaccini, Tommaso Latini, Ilaria Pavoni, Ludovica Mazzoni, Greta Morgese, Amy Frapiccini, Sofia Maceratini, Erica Baldassrri, Gioia Castagnoli, Maria Lucrezia Bedini, Elisa Sofia Lattanzi, Maria Catalini, Samantha Massitti, Veronica Rossetti, Morgana Ludovica Mennitti, Francesco Ricci, Arianna Dulcini, Marina Di Giacinto, Giulia Giuliani, Sofia Lelli, Matteo Polidori, Francesco Geminiani, Michelangelo Roscioli, Virginia Alessandrini, Martina Annunzi, Lavinia Felici, Laura Gentili, Benedetta Sandroni, Matteo Catalini, Mattia Minnucci, Giulia Properzi, Diego Tarabelli, Alessandro Moschini, Giulia Pazzi, Andrei Massaroni Sorokin, Sara Cerruti Luyen, Caterina Santarelli, Pietro Botondini, Andrea Meduri, Erika Pediconi, Desiree Sciarroni, Maya Imperio, Adriano Basso, Lorenzo Mottini, Teodora Bianca Dragan, Matilde Maracci, Noemi Corpetti, Maria Sole Formica, Laura Ginobili, Daniel Di Chiara, Ilaria Menghini, Jacques Vanbelle Tibeau Ria , Mattia Cappelletti, Sara Paolini, Zacaria Nessassi, Sara Malatini, Sara Martellini, Monica Campagnucci, Riccardo Mobili, Marta Offidani, Nicole Paccapelo, Gabriele Trivisano, Federico Palmioli, Mattia Mazzuferri, Elena Maione, Valeria Massaccesi, Edgardo Esposito, Marzia Casini, Vincenzo Iachini, Mattia Mannocchi, Alessio Calvaresi, Elisa Sciamanna, Alessio Spinozzi, Mattia Sfratato, Giulia Troiani, Leonardo Corradetti, Simone Brandimarte, Simone Altieri, Miranda Neroni, Silvia Panfili, Daniel Di Cosmo, Emanuele Colonnella, Jacopo Marinangeli, Helton Davide Guerrini, Sara Tanzi, Riccardo Feliciani, Michele Monti, Edoardo Marzialetti, Roberto Fortuna, Andrea Simonetti, Luca Santoni, Giorgia Capodarca, Alice Di Monte, Matteo Zucconi, Sara Panicciari, Sara Agostini, Alessia Sgariglia, Anna Giandomenico, Greta Tulli, Francesco Valentini, Laura Sarchiè.
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