di Andrea Braconi
Duecentosettanta ragazzi dello staff, 36 docenti coinvolti, 1 collega in pensione che ha dato disponibilità, 90 esperienze interattive e 500 cartelle da distribuire: sono i numeri del Tombolone Scientifico del Montani di Fermo, la cui tredicesima edizione si terrà sabato 28 dicembre dalle ore 15 alle 20 all’interno di tutti gli edifici storici dell’istituto, compreso il vecchio Triennio nella parte riaperta, e al Miti con un’apertura straordinaria ed un divertente momento finale caratterizzato anche dalla distribuzione di gadget.
Assenti per impegni istituzionali la dirigente Margherita Bonanni ed il suo vice Emiliano Giorgi, ad illustrare i contenuti la professoressa Teresa Cecchi, che ha ringraziato in Comune per il patrocinio di quella che ha definito un’esperienza unica. “Lo scorso anno abbiamo avuto quasi 1.500 visitatori – ha commentato – e abbiamo distribuito 500 cartelle con i 5 numeri che corrispondo a 5 esperienze. Il 2019 è l’anno internazionale della tavola periodica degli elementi di Mendeleev e abbiamo organizzato un evento per il 150° anniversario estratto dei tre spettacoli fatti ad Ancona, Torino e Fermo. Vanno ringraziati gli insegnanti Arianna Giuliani, Francesco Sandroni, Paolo Vesprini, Emanuela Zallocco, Andrea Silenzi e Daniele Postacchini, oltre a tutti gli altri docenti che hanno collaborato. Naturalmente, parteciperanno tutte le articolazioni del Montani e verranno fatte fare esperienze su una sessantina di elementi. Il Tombolone Scientifico è un gioco, ma è principalmente un gioco di apprendimento”.
Importante anche il lato social dell’iniziativa, con l’invito da parte della scuola a portare immagini e video con l’hashtag #tombolonescientifico.
Uno sforzo, quello del Montani, sia sul versante amministrativo (“Le segreterie per organizzare tutto sono state sottoposte ad un lavoro extra notevolissimo, come lo siamo stati tutti noi insegnanti”) che per quanto concerne gli studenti (“Sono ragazzi che ritornano anche di pomeriggio per preparare queste esperienze, in un clima partecipato e piacevole”), come ha ribadito la Cecchi.
Cosa c’è da aspettarsi per il pomeriggio del 28 dicembre? Sicuramente fulmini artificiali, la scoperta del volo, tentativi di hackeraggio, luminarie al luminol ma soprattutto il profumo biblioteca Romolo Spezioli, un’attività sviluppata campionando l’aria nella Sala del Mappamondo e nella sala blindata per portare a casa, come ha spiegato la docente, le molecole responsabili dell’aroma e sviluppare poi un discorso e una spiegazione in merito. “Scopo del Tombolone è rimuovere gli ostacoli cognitivi che fanno sì che il ragazzo abbia paura della scienza. Questo è un dono del Montani, non ci sono sponsor ed è tutto fatto in casa. Ed è bello riuscire a formare i ragazzi che saranno formatori per i più piccoli”.
“Per fisica avremo 12 esperienze – ha aggiunto il professor Alberto Volponi – e per farlo ho scelto materiali semplici, a dimostrazione che la scienza è fatta principalmente di idee”.
A sentirsi doppiamente a casa (“In quanto docente di scuola media superiore e rappresentante dell’Amministrazione comunale”) l’assessore Savino Febi. “Siamo in un istituto che è stato grande nel tempo e lo è ancora oggi, un riferimento della formazione tecnica del territorio e non solo. Alcuni studenti del Montani hanno occupato posti notevoli di natura dirigenziale e manageriale a livello nazionale. La scuola resta fondamentale per dare una struttura alla società civile, soprattutto per quanto riguarda le nuove generazioni: deve andare incontro a loro, per trovare situazioni semplici e riproponibili poi in ambiti più complessi, i ragazzi devono avvicinarsi alla scuola come luogo di formazione in modo diverso da quello tradizionale, per coglierne l’essenza ed iniziare un percorso importante per la loro vita”.
Da 4 anni impegnata con il Tombolone la studentessa Federica, iscritta a Biotecnologie, affascinata soprattuto da quello che l’iniziativa riesce a trasmettere a piccoli e grandi. “La cosa più bella è osservare gli occhi del bambino a cui spieghi cose che non sa, c’è una luce particolare, di meraviglia, e riesce a fare un’esperienza unica. Un sacco di persone hanno fatto domande su corpo umano, anatomia ed i tipi di microscopi che usiamo. Quest’anno c’è una cosa nuova, la messa in scena teatrale, per far capire meglio visivamente le pietre miliari della microbiologia e dell’anatomia, con scenette in cui spieghiamo facilmente processi come la scoperta dei vaccini e tanti aspetti che oggi risultano scontati ma che, all’epoca, sono state grandi scoperte”.
Del professor Sandroni una battuta finale che però la dice lunga sulla determinazione del Montani nel portare avanti e promuovere la manifestazione. “Ho letto un’intervista di Piero Angela secondo il quale la scuola sarebbe rimasta un po’ indietro – ha concluso -. Magari se venisse qui o in istituti dove ci sono laboratori si accorgerebbe che le cose sono diverse e sono cambiate molto, in meglio”.
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