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“I donatori sono linfa vitale”
l’Avis traccia il bilancio del 2019

FERMO - L'Avis Provinciale chiude il 2019 alla presenza di tutti i presidenti delle dodici sezioni comunali. Rodaggio sulla 'chiamata unica'

AVIS 2019

di Maria Elena Grasso

Anche per l’Avis è tempo di bilancio di fine anno. La presentazione dei dati è avvenuta stamattina, in conferenza stampa, alla presenza dei dodici presidenti di tutte le sezioni comunali della provincia di Fermo.

 Franco Rossi presidente dell’Avis del fermano ha spiegato: “E’ stato un anno particolare. La revisione del processo amministrativo dell’Avis ha visto una rivoluzione delle procedure, una revisione del terzo settore che ci portati a dover interessare di più l’aspetto amministrativo. Il cambiamento più grande è stato quello della ‘chiamata unica’, un processo lungo e laborioso che oggi vede una condizione stabile e consolidata. Riguardo le donazioni, possiamo parlare di una stabilizzazione su numeri importanti. Se da una parte si parla di aumento di chiamate, dall’altra registriamo un deficit ‘organizzativo’, infatti, a causa di stop tecnici dovuti alla mancanza di personale medico e infermieristico e alla chiusura dei locali per adeguamento, le sezioni Avis hanno dovuto far fronte ad una mancanza di appoggio da parte dell’Asur. Tutto ciò ha comportato una riduzione di circa seicento donazioni nell’anno di riferimento. Abbiamo sempre avuto ottimi rapporti sia con il servizio trasfusionale che con l’area vasta, infatti siamo convinti che le situazioni critiche che hanno portato a momenti di difficoltà verranno risolte nel più breve tempo possibile; l’impegno da parte istituzionale deve essere messo al servizio del cittadino e quindi deve impegnare tutte le risorse possibili, per permettere ad associazioni come la nostra di svolgere al meglio il proprio compito”.

Sul tema delle riduzioni, il tesoriere Stefano Berdini  ha specificato che nell’anno sono state registrate 37 giornate di chiusura dei centri trasfusionali, che rappresentano circa il sei per cento in termini di perdita di donazioni. Mentre il vicepresidente Giovanni Lanciotti ha aggiunto: “E’ stato un anno di grande attività. Un anno che ha visto la preziosa collaborazione con Aido, Admo e Adisco a sottolineare l’importanza e i valori delle ‘associazioni del dono’, un messaggio importante quello che si evince da questi sodalizi. I numeri parlano di una riduzione complessiva ma di un importante aumento nelle sezioni di Porto Sant’Elpidio, Monte Urano, Monte San Pietrangeli, Montegiorgio e Amandola. Nonostante qualche problematica relativa alle giornate di chiusura di alcuni centri possiamo comunque parlare di numeri di donazioni al di sopra del fabbisogno del territorio, tanto da poter contribuire anche a donazioni al di fuori della regione. Per il 2020 auspichiamo di riuscire a migliorare il sistema della ‘chiamata unica’ e di continuare il prezioso lavoro di divulgazione nelle scuole e nelle società sportive. Nel 2019 abbiamo contato poco meno di ottomila donazioni, quindi il ringraziamento più grande non può che andare ai donatori, la vera linfa vitale dell’associazione. Perchè il sangue dona la vita“.

Parola finale al presidente Franco Rossi che ha salutato tutti dando appuntamento alle prossime date importanti, il 25 aprile si festeggerà il sessantesimo anniversario della sezione di Montegiorgio, il 9 e 10 maggio sarà dedicato al settantesimo di Amandola mentre per il cinquantesimo della sezione di Porto Sant’Elpidio la data è ancora da destinarsi. Un 2020 all’insegna del servizio verso il prossimo ma anche del grande valore sociale che l’Avis rappresenta per tutto il territorio Fermano. Un impegno silenzioso, quotidiano e costante che fa la differenza.

 


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