di Pierpaolo Pierleoni
Si respira ancora incredulità a Servigliano per il tragico rogo in appartamento che la notte tra mercoledì e giovedì ha spezzato la vita di una bimba di 6 anni, asfissiata dal fumo. Non si parlava d’altro oggi in paese e alla Circonvallazione Clementina, nel pieno centro cittadino, è stato continua la presenza delle forze dell’ordine davanti al luogo della tragedia, da subito posto sotto sequestro.
Al portone d’ingresso è stato appoggiato un mazzo di fiori bianchi e rosa, un piccolo segno di vicinanza e cordoglio per la piccola e la sua famiglia, segnata da un dolore insopportabile. La mamma, una 38enne di origini bulgare, si trova ancora ricoverata all’ospedale Murri di Fermo, per i fumi inalati quella notte. Le sue condizioni fisiche sono in miglioramento, ma è chiaramente in stato di shock per la tremenda perdita. Il padre e la figlia più piccola, di 4 anni, si sono invece sistemati provvisoriamente a casa di amici di famiglia.
Ancora da fissare l’autopsia sul corpo della piccola, anche se non sembrano esserci dubbi sulle cause della morte. Il corpo non presentava bruciature, quindi a portarla alla morte dovrebbe essere stata l’asfissia per il fumo e le polveri inalate durante il rogo. Nel primo pomeriggio in casa sono tornati i carabinieri del reparto scientifico. Ha effettuato un sopralluogo anche il sostituto procuratore Francesca Perlini, a cui è affidato il fascicolo. Sul posto costante la presenza dei militari dell’Arma, c’erano anche il tenente colonnello Gianluigi Di Pilato, comandante provinciale del reparto operativo-nucleo investigativo dell’Arma, e il capitano Massimo Canale, alla guida della compagnia carabinieri di Montegiorgio.
Gli approfondimenti puntano a chiarire la causa del drammatico rogo. La certezza, emersa sin dalle prime ore, è che l’incendio sia partito dalla cucina, per poi propagarsi all’intera abitazione, di circa 50 metri quadrati. Non c’erano però stufe accese, verosimile quindi un malfunzionamento o un guasto di qualche elettrodomestico, da cui sarebbe partita la scintilla che ha poi divorato l’appartamento. Ma sono ipotesi su cui gli inquirenti proseguono le indagini, mantenendo il massimo riserbo.
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