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Tragedia di Servigliano, l’avvocato
di Pavlina: “La verità
è ancora tutta da accertare”

SERVIGLIANO - Il legale della mamma in carcere per l'incendio e la morte della piccola Jennifer resta cauto:"Se la morte fosse avvenuta ore prima dell'incendio si ribalterebbe tutto, ora è prematuro parlarne"

Gianmarco Sabbioni

di Pierpaolo Pierleoni

Ha preso in carico da pochi giorni un caso terribile, quello della morte della piccola Jennifer Francesca Krasniqi, la bimba morta l’8 gennaio scorso a Servigliano, nella casa incendiata da un rogo che, per l’ipotesi della procura, la madre Pavlina Mitkova ha appiccato volontariamente. L’avvocato Gianmarco Sabbioni, difensore della 37enne di origini bulgare, fa il punto della situazione, dopo aver avuto due giorni di tempo per studiare il fascicolo e i capi d’imputazione a carico della sua assistita.

“Ho avuto modo di approfondire il caso, sicuramente si tratta di una vicenda controversa. Ci sono ancora diversi elementi sui quali far luce. Servirà anche l’intervento di consulenti per effettuare accertamenti sia sotto l’aspetto tecnico che psicologico. Chiaramente, molto si giocherà sull’autopsia, un esame, come sottolineato già dal primo momento, assolutamente decisivo”. Non ha avuto modo di riparlare con Pavlina, che rimane detenuta alla casa circondariale di Pesaro. “Non l’ho rivista dopo l’udienza di convalida, la incontrerò la prossima settimana. Al momento non ci sono le condizioni per proporre il riesame delle misure cautelari, ci riserviamo di chiederle più avanti”.

Sa bene, l’avvocato Sabbioni, che c’è chi sospetta che, ed è bene dirlo, senza il riscontro dell’esame autoptico, ciò resta una diceria, la piccola Jennifer potesse essere già morta al momento del rogo, ma secondo il legale è opportuna la massima cautela. “Il mio lavoro è valutare tutte le ipotesi verosimili – puntualizza l’avvocato difensore della Mitkova – Detto questo, oggi sto alla situazione attuale, difendo una donna indagata per incendio doloso, è di questo che mi sto occupando. Se il caso fosse già risolto, presumo che la Procura avrebbe già concesso il nulla osta alla restituzione della salma della bambina. Se così non è stato, evidentemente si valuta la necessità di ulteriori accertamenti”.

Alla domanda se sia da escludere il coinvolgimento di altre persone nella morte della piccola Jennifer, il legale ritiene prematura ogni ipotesi. “Solo l’autopsia potrà dire se la bambina era già morta al momento dell’incendio ed in che modo. E’ una relazione complessa, che prevede esami istologici ed altri accertamenti che richiedono dei tempi tecnici. E’ chiaro che se l’esame ci dicesse che è morta alle 3 del pomeriggio si ribalterebbe tutto. Ma ad oggi siamo alle chiacchiere da bar. C’è una bambina tragicamente scomparsa a soli 6 anni ed una minore, la sorellina, che si trova in una struttura protetta. Non hanno senso le fughe in avanti e mi sembra doverosa la massima cautela”.

 


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